Axel potrà interagire anche con scale e altri passaggi, così da raggiungere nuovi piani dello stesso scenario.
In caso non sappiate dove sbattere la testa, il gioco vi offrirà anche un efficiente sistema di aiuti. Ma attenzione: solo tre per livello!
Il gameplay, sempre limitato ad un unico scenario per volta, consiste nell'utilizzo dell'ambiente circostante per aprire una via d'uscita. Che sia un albero, una diga pericolante o un semplice pezzo di legno poggiato a terra, poco importa: tutto potrebbe tornare utile alla nostra causa. In linea di massima, la possibilità di interazione è univoca: basterà cliccare sull'hot spot indicato (in caso di oggetto utile, infatti, il cursore cambierà colore per farcelo notare) e il personaggio farà tutto da solo. Una volta eseguita un'azione, ne verrà richiesta un'altra in un diverso punto del livello, e così via fino alla fine. Non sempre il prossimo spostamento sarà chiarissimo, ma in genere basterà andare in giro a naso cliccando ovunque fin quando non cambierà qualcosa. Neanche l'uso degli oggetti dell'inventario - come già citato in precedenza - aiuterà più di tanto la profondità di gioco, per il semplice motivo che si limitano ad un paio massimo per scenario. Per di più, il loro impiego con altri utensili avverrà in automatico da parte del protagonista, limitando di fatto quel poco di possibilità di ragionamento a cui il giocatore poteva essere sottoposto.
Il cortile della casa del protagonista, in questa nuova dimensione, è leggermente cambiato. Stalattiti? Raggi di luce vaganti? Un gigante sullo sfondo? Sì, è decisamente cambiato.
Spesso e volentieri, prima di poter proseguire, dovremo trovare un modo per far avanzare anche il nostro fido cane da compagnia. I due personaggi hanno abilità diverse, quindi è ovvio che si aiutino a vicenda.
Fortunatamente, qualche puzzle o le sporadiche sezioni di guida aiuteranno a snellire la struttura lineare del titolo. Niente di trascendentale o di troppo numeroso, premettiamolo, ma anche grazie ad un ottimo motore fisico messo su per l'occasione il divertimento è garantito. Potrà infatti capitarci di dover superare, analogici alla mano, crepacci e ripide montagne con l'ausilio di un buggy, o di attraversare un fiume costellato di insidie con una barca a vela, e così via. Queste peculiari sfide, per giunta, potranno essere rigiocate a piacimento tramite l'apposito menù. Peccato che, in fin dei conti, tornino utili solo per reperire materiale extra per il completamento totale del gioco. Non aspettatevi infatti di tornare su Axel e Pixel una seconda volta, dopo le quattro o cinque ore che richiederà per arrivare ai titoli di coda. In questo caso, 800 Microsoft Points risultano un po' esagerati per un prodotto che, del resto, offre poco sia come quantità che come qualità. Un plauso a parte, invece, meritano alcuni rompicapi particolarmente riusciti (che, tra l'altro, si discostano dal solito punta e clicca). Parliamo infatti di zone in cui realmente ci toccherà azionare il cervello per poter proseguire. Magari costruendo un sistema fognario funzionante con le tubature che ci vengono fornite, o aggiustando una centralina elettrica ricollegando in un certo modo i cavi tagliati, o ancora ricostruendo un grande puzzle pezzo per pezzo. Purtroppo anche qui il divertimento finisce ancor prima di iniziare: per quanto gli sviluppatori meritino qualche elogio per il tentativo, dobbiamo precisare come il meglio arrivi solo quando il gioco è ormai alle battute finali. Sarà per la prossima volta.
Quel che rende una fiaba degna di tale nome è, principalmente, il suo saper affascinare tramite i soli colori, odori, rumori. Axel e Pixel non poteva di certo mancare all'appello, ed in effetti cura l'aspetto visivo/sonoro molto più degli altri, trasformandosi di fatto in un libro per piccini a tutti gli effetti. Sarà per quegli scenari bidimensionali disegnati a mano, sarà per la totale assenza di doppiaggio all'infuori dei mugolii incomprensibili del pittore, o sarà per le colonne sonore che - più che ad enfatizzare - tendono a rilassare. Parliamo comunque di una grafica che non arriva alla qualità dei mostri sacri del genere, se vista da un occhio prettamente critico, ma non per questo va degradata a semplice pasticcio bambinesco. Se i personaggi sono così goffi e stilizzati, ad esempio, è solo perché così hanno voluto gli sviluppatori. E' davvero un male? Noi crediamo che l'impatto finale, invece, sia molto peculiare. Ed osare peculiarità, in un mercato console che affonda nel brodo dei successi sicuri, non può far altro che bene.
Voto: 6.5