Tiscali

Recensione Vietcong 2

2K Games ci ritrascina nell'inferno del Vietnam
Alessandro Cossu Di Alessandro Cossu(9 novembre 2005)
LA GUERRA POLITICAMENTE CORRETTA
Il filone degli sparatutto a base di guerra & pace sembra destinato a non esaurirsi. Mentre cresce spasmodica l'attesa per Call of Duty 2, aspirante al trono di miglior gioco di guerra dell'anno, e mentre Fratelli in Armi lo incalza da vicino, i signori della Pterodon hanno pensato bene di sfruttare un altro famigerato conflitto : quello del Vietnam. Che gli Stati Uniti non abbiamo fatto bella figura, sotto nessun aspetto di quella triste – e per alcuni, inutile – guerra, è cosa nota. Noi di GameSurf non vogliamo assurgere a giudici, pertanto ci dedicheremo solamente all'opera ludica; un'opera che, lo diciamo subito, non ci ha convinto pienamente.
Due anni e mezzo fa, il primo capitolo della saga vietnamita, recensita per voi sempre da chi vi scrive ora, ci stupì con una carica adrenalinica non indifferente e con una veste grafica che, per l'epoca, poteva dirsi, se non fuori dall'ordinario, quanto meno diversi gradini sopra la media.
Vietcong 2 - Immagine 1
Una polverosa situazione
Vietcong 2 - Immagine 2
Un match al biliardo, prima di andare in mischia
Vietcong 2 - Immagine 3
Primo esempio di clipping : notare la gamba del Vietcong
Oggi, Vietcong 2, ci porta dove il suo illustre predecessore ci aveva lasciato, ovvero alla data esatta del trenta gennaio 1968, in quegli infausti giorni che precedettero, vissero e seguirono quella che è passata alla storia come “L'offensiva del TET”.
Il titolo in esame, pur vantando una buona sezione multigiocatore (di cui parleremo però più avanti), poggia le sue fondamenta sul fronte in single player. Nella fattispecie, saremo chiamati a vestire i panni mimetici del capitano Daniel Boone della USA Army, assegnato al MACV. Questo acronimo sta per “Military Assistance Command, Vietnam”, una squad-force vista in tanti film; e, proprio come in un film, il gioco inizia con un flashback a base di scontri nella giungla, morti e feriti, per poi farci vedere il nostro soldatino a letto con una prostituta vietnamita bella come un Natale senza regali e con una curiosa peculiarità : tutte le donne che incontreremo nel corso dei nostri match saranno identiche a lei. Misteri del Vietnam...anzi, di Vietcong.

A differenza delle curatissime location che riproducevano una giungla vietnamita, viste nel primo capitolo, questo V2 ci porta a combattere per le strade di Pechino...pardon, di Hue, lontani dagli alberi e dal fitto della foresta, in favore di vicoli, palazzi e scantinati. Solo verso la fine ci appropinqueremo ad invadere un villaggio nel cuore della boscaglia...ed ecco la sorpresa : Vietcong 2 “finisce”, almeno per quello che riguarda la campagna USA, ed inizia quella “Vietnamita”, nei panni di un Vietcong con tanto di piccola squadra gialla al seguito. Sfortunatamente, più che una vera campagna alternativa, sembra più un robusto Add-On, brevissimo, se paragonato alla storyline della sezione americana.
Vietcong 2 - Immagine 4
Cecchinami tu, che ti cecchino io
Vietcong 2 - Immagine 5
Tutte le pulzelle vietnamite nel gioco, sono identiche a questa
Vietcong 2 - Immagine 6
Secondo esempio di clipping : osservate il corpo del VC
Vietcong 2 si presenta in una scatola lussuosa, corredata da un buon manuale nella nostra lingua. Anche i menù di gioco ed i sottotitoli saranno in Italiano, mentre il parlato, peraltro poco influente e assolutamente da dimenticare, è rimasto in lingua originale.
Dopo aver settato i consueti parametri, assisteremo al già citato flashback, prima di cominciare a vestire i panni del bravo capitano; il primo livello funge essenzialmente da tutorial, per farci prendere confidenza con i comandi e le possibilità del nostro alter-ego. Ben presto, nel pieno di un ricevimento, inizieranno i guai, con la V maiuscola : un assalto di tanti piccoli Vietcong, infatti, farà saltare in aria il palazzo dove ci troviamo e, da quel momento in poi, sarà una gara contro la morte.
Tutto bello...almeno sulla carta. Sfortunatamente, ci troviamo di fronte ad titolo che appare superato, sia tecnicamente, sia sul fronte del gameplay.

V2, purtroppo, anche se è riuscito a rinnovarsi parzialmente, offrendo la possibilità di giocare in modalità cooperativa, o di vivere il Vietnam dal punto di vista degli indigeni, ha fatto qualche passo indietro sul fronte della giocabilità, costringendoci virtualmente a percorrere dei tunnel virtuali e ammazzare tutti quelli che si parano sul nostro cammino, con buona pace della noia che presto fa capolino.
I nostri avversari contribuiranno non poco al sonno incipiente che pervade l'avventura : grazie ad una IA degna di ombrello rotto, i “Charlie” presenti nel gioco riusciranno a mancarci anche da due centimetri, sventagliando l'aria con le loro mitragliette, ma senza imbroccare un solo colpo. Per non parlare poi dei nostri compagni di squadra (quando li abbiamo) : è vero che in linea di massima si comportano bene, ma non sarà infrequente vederli piazzati direttamente sulla nostra linea di tiro.

Compensa un po' la scarsa difficoltà di gioco, il fatto che il nostro buon Daniel è gracile come un pulcino e bastano pochissimi colpi per stenderlo in via definitiva...costringendoci a ripartire dall'ultimo, lontanissimo checkpoint. Si, perché in V2, salvare a piacimento è possibile tanto quanto il volare senza ali.
Sul fronte puramente tecnico, il titolo Pterodon è rimasto, tecnologicamente parlando, “al palo”, con un motore grafico che soffre di un sacco di problemucci : pesante, senza grossi effetti speciali e con fenomeni di clipping a tutto andare. Lontano dagli standard a cui siamo abituati, rimane anche un gradino sotto rispetto al predecessore.
Ottime invece le musiche, rullanti, mai invasive, a tratti epiche, sempre evocative.
Buono anche il supporto per il multigiocatore, con le classiche modalità disponibili in LAN o sulla grande rete, oltre alla già citata modalità co-op.
Vietcong 2 - Immagine 7
Una carrellata di pin-up
Vietcong 2 - Immagine 8
Il VC che “mitraglia”:non mi colpirà neanche una volta.
Vietcong 2 - Immagine 9
Un bel panorama...
6
In un periodo in cui la guerra la fa da padrone, sfidare COD, BIA, e il più anziano ma sempre valido MoH, è un lusso che pochi possono permettersi. Un plauso al coraggio dei programmatori, ma il risultato finale è appena modesto, per un titolo destinato, oltre che a un pubblico maggiorenne, soprattutto (solo?) a chi vive di pane e guerra. Peccato, perché l'idea era davvero buona.
voto grafica5
voto sonoro7
voto gameplay6
voto durata6
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