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Recensione Utawarerumono: Mask of Truth

L'impronunciabile ibrido visual novel/RpG strategico arriva sulle nostre Playstation4.
Daniele Mariani Di Daniele Mariani(26 settembre 2017)

Molte persone potrebbero dire che nel videogioco, preso come medium, quella di un sequel capace di stare in piedi sulle proprie gambe sia una qualità positiva. Si tratta ad ogni modo di una alternativa preferibile a lasciare il giocatore sperduto in una narrativa che non fa alcuno sforzo (se non uno sforzo insufficiente) di inserire lo spettatore nello svolgersi degli eventi.

Un pizzico di contesto, prima di tutto: Utawarerumono: Mask of Truth rappresenta il terzo capitolo della impronunciabile saga di visual novel, iniziata come eroge (ovvero giochini risquè al confine con l’hentai) nel lontano 2002 su Windows. Il distributore Aquaplus ne rimuove le scene più piccanti e procede a pubblicarne dei porting per PS2 e PSP -una versione che apre la strada alla pubblicazione di una duologia, nelle versioni originali di Mask of Deception & Mask of Truth.

Non avendo potuto provare né il titolo originale né la prima parte della duologia, mi sono imbarcato in Mask of Truth “vergine”, diciamo, e completamente alla sprovvista di qualsiasi background sulla storia -una esperienza abbastanza frustrante. Il gioco presenta alcuni tentativi di spiegazione e contestualizzazione di eventi e personaggi -ma la resa attraverso flashback si è rivelata una scelta deludente, facendo spesso perdere il filo logico e confondendo l’intreccio grazie numerosi salti fra passato e futuro.

In completa onestà, quel poco della storia che il gioco riesce a narrare è spesso povero di attrattiva per il giocatore, oltre che “vergine” del primo episodio, anche alla ricerca di un boccone succulento: Mask of Truth racconta la più classica delle epopee fantasy-giapponese, ambientate in quel mistico medioevo fatto di daimyo, soldati e strane razze di animali umanoidi. Per un titolo così ostile ai nuovi arrivati e dalla trama così poco accattivante, c’è molto da leggere in Mask of Truth. Moltissimo, pur considerando come il gioco sia a tutti gli effetti una visual novel con una sparuta dose di RpG strategico -con un rapporto che non esiterei a definire di 4:1 in termini di ore di gioco.

Una serie con una ambientazione così standard non raggiunge certo due seguiti, un anime da 26 episodi e tre OAV senza qualche caratteristica peculiare -ma per l’utente medio che non sia interessato a leggere migliaia di righe di testo inframezzate da vago fanservice, diventa più difficile trovare elementi da raccomandare, specialmente se considerando il piano del puro gameplay dove la componente RpG si rivela essere gradevole ma nulla di eccezionale.

Utawarerumono: Mask of Truth - Immagine 1

Mask of Truth è, per farla breve, un titolo che può essere avvicinato da due tipologie di giocatori: per alcuni, la componente strategica delle sezioni RPG rappresenterà una piacevole aggiunta ad un anime interattivo; per altri, sarà invece la discriminante nella scelta sul dove riporrere il proprio tempo e denaro. Chiunque sia più avvezzo agli strategici che alle visual novel troverà in Mask of Truth un gameplay privo di meccaniche innovative che riduce all'osso ogni logica di genere -ma che, nella sua semplicità, può rcomunque appresentare un elemento di interesse.

La forza dei combattimenti in Utawarerumono sta infatti nelle variegate abilità dei suoi personaggi, sia nemici che alleati. Senza equip, oggetti o altri sistemi a sporcare la curva di apprendimento, il nocciolo della strategia diviene la conoscenza delle tattiche e l’uso dei personaggi migliori per contrastarle. Ogni personaggio è dotato solo di alcune mosse, con alcuni abbozzi di complessità capaci di influenzare la strategia generale.

Un arciere, ad esempio, può sostituire il proprio normale attacco a lungo raggio con un colpo più devastante se effettuato prima del movimento -rendendo necessaria la pianificazione del suo posizionamento con un turno di anticipo. Scegliere la posizione e le abilità di attacco non è tuttavia abbastanza, in quanto il gioco presenta anche un elemento di timing nella pressione dei pulsanti durante le animazioni di attacco, per ottenere colpi critici capaci di infliggere più danni.

Azzeccare il tempismo di queste mosse può anche portare ad effetti secondari (come l’avvelenamento del nemico o un leggero debuff alle sue caratteristiche), per cui conoscere il ritmo delle diverse animazioni di attacco rappresenta uno dei pochi elementi fondanti dell’esperienza strategica. In ultima analisi la componente di combattimento è tanto “soddisfacente” quanto scarna, permettendo anche a giocatori di scarsa abilità di saltare nel vivo dell’azione senza tutorial eccessivamente lunghi -forse uno dei pochi punti positivi dell'intero titolo.

Utawarerumono: Mask of Truth - Immagine 2

5,5
Utawarerumono: Mask of Truth è un bizzarro ibrido di visual novel e RpG strategico pesantemente sbilanciato verso la prima delle due componenti, e poco adatto alla fruizione su console. Come giocatore che non è riuscito a seguire gli eventi della storia a causa di una narrazione confusa, ho trovato le 4/5 ore di lettura fra una battaglia e l’altra francamente insostenibili. Detto questo, gli incontri strategici sono godibilissimi nella loro semplicità rispetto al più complesso panorama del genere.
voto grafica6
voto sonoro6
voto gameplay4,5
voto durata3,5