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Recensione Unfriended

Quando i social network diventano pericolosi...
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(2 luglio 2015)
Quante volte, negli ultimi anni, avete sentito l'ormai consueta frase “l'horror non sa più stupire?”. Tante, forse troppe volte. Questo genere sembra stia vivendo un momento di stanca, dettato principalmente dalla mancanza di idee innovative. Vera e propria mosca bianca, in quest'ultima decade è sicuramente Jason Blum.

Il produttore cinematografico ha dato vita ad una serie di progetti assolutamente contenuti in termini di budget, ma incredibilmente remunerativi al botteghino. Tra i tanti vale la pena citare un prodotto in grado di dimostrare in maniera chiarissima questa “equazione perfetta”: Paranormal Activity.

Dopo qualche tempo eccolo così tornare alla ribalta con un nuovo film che, costato solamente un milione di dollari, non solo ci propone una ambientazione estremamente attuale, ma promette anche di ripetete quell'incredibile successo ottenuto con Paranormal Activity.

Una chat…mortale!

La storia che fa da sfondo ad Unfriended è molto particolare e sicuramente innovativa sotto molteplici aspetti. A distanza di un anno dalla morte suicida di una ragazza di nome Laura Barns, alcuni suoi amici decidono di organizzare nel giorno dell'anniversario una chat su Skype per ricordarla.

In questa comunicazione si paleserà però un personaggio inizialmente anonimo, con un profilo social irraggiungibile. Questo strano personaggio inizierà un gioco pericoloso, che costringerà i ragazzi a dover smascherare tutti i lori segreti senza poter abbandonare la chat…pena la morte!

La sceneggiatura scritta a quattro mani da Nelson Greaves e Timur Bekmambetov ci offre un punto di vista molto particolare, e perfettamente confezionato dal regista Levan Gabriadze. Tutto il film è infatti ambientato sulla schermo di un computer, e più precisamente il Mac di Blaire (Shelley Hennig) protagonista del film e migliore amica della ragazza suicida.
Unfriended - Immagine 1
In soldoni quello che ci troviamo ad osservare è un mockumentary che prova a creare tensione sfruttandosi i capisaldi del genere, ma allo stesso tempo offrendo un punto di vista sicuramente inedito.

Unfriended non è sicuramente un film che spicca per sceneggiatura, quello è certo, ma riesce a guadagnare punti ed interesse grazie ad una serie di scelte che lasciano allo spettatore non solo la curiosità di capire come va a concludersi la vicenda - ed in questo senso funziona molto bene il personaggio sconosciuto - ma soprattutto apre uno spiraglio in termini di puro e semplice dibattito su quello che è un male comune della società attuale: internet, l'uso smodato e fuori controllo dei social e il cyber-bullismo.

Non sarà difficile collegare infatti la causa del suicidio di Laura a quella di tanti altri ragazzi che attraverso video postati su YouTube si sono sentiti derisi, frustrati e messi ai margini per stupida goliardia e cattiveria gratuita. Attraverso le confessioni dei vari personaggi, l'uso sapiente di alcune piattaforme social e l'espediente dello schermo del computer come uno punto di riferimento visivo per lo spettatore, Unfriended diventa un horror atipico e proprio per questo interessante. Nel corso della storia conosceremo i fragili rapporti che si nascondono dietro le false apparenze, ennesimo specchio di quella che è gran parte della società "online" di oggi.
Unfriended - Immagine 2
Tuttavia dobbiamo fare i conti, come dicevamo, con una sceneggiatura che se da una parte riesce ad instillare nello spettatore curiosità e possibilità di dibattito su un tema così attuale come quello del cyber bullismo, dall'altra mostra il fianco a tutta una serie di limiti che l'horror moderno sembra patire pesantemente.

In primis una recitazione da parte del cast che, escludendo la valida Hennig, non sempre convince, rendono alcuni passaggi troppo artificiali e costruiti. Inoltre, la sceneggiatura snocciola gli eventi in maniera sin troppo lineare, costruendo un colpo di scena finale che si rivela molto meno efficace di quello che sarebbe stato lecito aspettarsi, e lasciando come di consueto la porta aperta ad un eventuale sequel.

Senza scomodare pericolosissimi paragoni, se qualche decade fa Poltergeist in maniera meno diretta offriva un punto di vista particolare sull'abuso dello strumento televisivo, nel 2015 Unfriended punta a fare la stessa identica cosa con il fenomeno internet e soprattutto social.

In definitiva dobbiamo ammettere che, entrati in sala senza troppe pretese, alla fine della visione siamo rimasti piacevolmente colpiti. Escluso un finale un po “all'acqua di rose” il film riesce a coinvolgere, e visti i risultati del genere negli ultimi anni, questo può essere già visto come un grandissimo successo. Certo, non stiamo parlando di un capolavoro, ma se siete alla ricerca di un prodotto diverso dal solito questo Unfriended è sicuramente un film su cui vale la pena buttare l'occhio.

Un successo che al di là di qualsiasi forma di pensiero sembra comunque già segnato, visti gli oltre 40 milioni di dollari già incassati dal film a fronte di un milione in termini di costi di produzione. Ennesimo successo per Jason Blum.
Unfriended - Immagine 4
Unfriended non sarà sicuramente ricordato come una pietra miliare del genere, e non riuscirà probabilmente a raggiungere gli stessi risultati di Paranormal Activity, tuttavia rimane un prodotto che riesce a divertire dall'inizio alla fine, coinvolgendo lo spettatore con un punto di vista particolare, e sollevando un validissimo dibattito su uno dei mali della nostra società. Se siete appassionati del genere provate a dargli una chance.