Per trovare delle novità rispetto a Drake's Fortune bisogna utilizzare la lente d'ingrandimento, qualcuno direbbe il microscopio. Parliamo di elementi tangibili e omettiamo per ora il reparto grafico e la componente multiplayer, che da sola giustificherebbe l'esborso economico per questo seguito. Non è mistero che Naughty Dog si dimostri un mestierante navigato, in grado di dare equilibrio alla propria opera senza esagerare nei condimenti, anzi miscelando gli ingredienti col misurino. Non si è puntato al rivoluzionare una formula vincente, quanto a limarla, perfezionarla, correggerla e levigarla per poterla proporre in forma smagliante. Così è, ma le novità?In Uncharted 2: Il Covo dei Ladri la sua natura belligerante è indubbiamente l'aspetto più riuscito e divertente della produzione. Laddove altri action-adventure propongono sparatorie blande e insapori, qui ci troviamo di fronte a veri e propri conflitti a fuoco, con sistema di coperture al seguito e il ricorso a un pizzico di strategia per sopraffare gli ostili. Tra le novità, oltre a qualche strumento di morte inedito, citiamo la possibilità di lanciare barili esplosivi (e sparargli) o utilizzare uno scudo antisommossa. Ben poca roba, ecco allora in arrivo una componente stealth (invero già accennata nel predecessore) che dà quel qualcosa in più durante gli scontri. Un eventuale paragone con i mostri sacri del genere sarebbe un oltraggio al cui confronto lo schiaffo di Anagni verrebbe ridimensionato a buffetto dato a un nipotino irrequieto, ciò per via di scagnozzi ipovedenti con occhiali da sole e dal cono visivo di una talpa che si danno a comportamenti al limite del farsesco.
Eppure tali imprecisioni potrebbero non avere alcuna rilevanza ludica. Il perché è presto detto: Uncharted 2 diverte, e lo fa senza dover contare su una componente stealth profonda, che dai Solid Snake e Sam Fisher verrebbe derisa e criticata. Questa componente stealth, snellita e anzi anoressica rispetto ai grandi del genere, è comunque valevole per liberarsi di nutriti gruppi di ostili senza ricorrere alle armi e, in caso di successo, evitarne la proliferazione per via del solito allarme infingardo. Un'aggiunta questa che nell'economia di gioco riesce ad alleggerire il ritmo e proporre un approccio alternativo agli scontri, che ribadiamo essere d'altissimo livello. Purtroppo, o per fortuna, non assisteremo a scenette comico demenziali di ostili che puntano il ferro come Ace Ventura ne L'acchiappanimali. Succedeva nel primo episodio. Stavolta affronteremo il solito esercito di cloni, con una collezione autunno inverno che prevede una decina circa di modelli di cattivi in totale, ognuno con le sue capacità, i suoi punti deboli, la sua resistenza alle pallottole e via discorrendo. Tralasciando un'insana resistenza al piombo, i nemici adottano tattiche di accerchiamento, incalzano, e si danno un bel da fare per metterci i bastoni tra le ruote pur senza macchiarsi di un'intelligenza artificiale fuori dall'ordinario.
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