Tiscali

Recensione Una storia senza nome

Un thriller/comedy davvero ben congegnato
Luca Gambino Di Luca Gambino(27 settembre 2018)

Valeria (Micaela Ramazzotti) lavora come segretaria in uno studio di produzioni cinematografiche, e ha fatto della discrezione la sua ragione di vita. Ha una storia segreta con Alessandro Pes (Alessandro Gassmann), noto sceneggiatore di successo di cui è anche la ghost writer. Da più di dieci anni, infatti,  Alessandro non scrive più una riga e tutti i soggetti e le sceneggiature che sono poi stata riportate sul grande schermo sono frutto della penna “dietro le quinte” di Valeria. Capita però che Valeria venga avvicinata da un uomo che promette di raccontarle una storia perfetta per una trasposizione cinematografica. La figura, anziana ma affascinante e misteriosa accende la curiosità di Valeria che, complice anche un rapporto non semplice con la madre (Laura Morante), accetta l’invito.

Una storia senza nome - Immagine 2

La storia prende spunto dall’omicidio, mai risolto, di un critico d’arte inglese che è in realtà solo la punta di un iceberg che ha come base il furto (realmente accaduto) di una delle massime opere d’arte del Caravaggio, rubato a Palermo nel 1969 di cui si sono perse le tracce, ma che ha creato un alone di mistero e vere e proprie leggende metropolitane. La storia colpisce Valeria, che ne scrive subito un soggetto che Pes fa suo e che sottopone alla casa di produzione. Peccato che la storia sia assolutamente vera e che vada a infastidire le persone sbagliate, innescando tutta una serie di vicende di cui Pes sarà vittima.

Messa così la trama di “Una storia senza nome” potrebbe essere vista come quella di un thriller che affonda le radici nella fanta-politica, perché il film esamina anche i rapporti non troppo velati tra Stato e mafia e che suggerisce anche su come “Cosa Nostra” abbia messo le mani anche sul mondo dello spettacolo nell’italico stivale. Roberto Andò, invece, smorza un po' i toni della narrazione, avvolgendo il tutto sotto il soffice manto della commedia intelligente e dai buoni sentimenti, senza affondare troppo il colpo. Ed è un po' un peccato, perché per quanto funzioni bene anche così com’è, Una storia senza nome poteva essere davvero un ottimo thriller a tutto tondo.

Così com’è il film è una buona commedia con venature “gialle” e con una sottile ironia sul mondo della politica e dello spettacolo stesso con un buon cast: oltre alla Ramazzotti e Gassmann comprende anche Laura Morante, Renato Carpentieri e Antonio Catania. La storia raccontata da Roberto Andò, che oltre alla regia firma anche la sceneggiatura con Angelo Pasquini, scorre piacevolmente sullo schermo senza momenti di stanca, incespicando forse un po' sul finale.

Una storia senza nome - Immagine 1

Una storia senza nome è un buon film d’intrattenimento, a metà tra una commedia e un thriller, con una sottile vena d’ironia nei confronti della politica e dello stesso mondo del cinema. Un film “doppio” che celebra in un certo modo la doppia natura del film stesso e dei suoi protagonisti. Ottimo cast e film che scivola via piacevolmente, a parte un finale che forse si poteva evitare. Dategli fiducia, vi conquisterà.