Buona parte del raccontino introduttivo è frutto della mia fantasia, ma molti sapranno che a Tunguska, in Siberia, agli inizi di questo secolo qualcosa effettivamente accadde. I creatori della Exodus si sono ispirati a questo evento per dar vita alla loro nuova creatura (anche se non ho capito dove!). Legend of faith è un’avventura 3d, nata sull’onda di Tomb Raider. Il protagonista, Jack Riley, è stato condannato ingiustamente a morte per l’omicidio della propria ragazza. Nel momento in cui le parche recidono il suo filo, anziché trovarsi faccia a faccia con gli dei, viene trasportato in una dimensione alienaImprigionato contro la sua volontà in questo mondo dovrà combattere le forze delle tenebre che vogliono imporre il loro dominio sull’umanità. Per poter portare a termine il suo compito deve recuperare tre talismani che rappresentano la Fede, la Speranza e l’Amore. La trama, del tutto nuova e mai sfruttata (sono ironico...), inizia a svolgersi all’interno di un castello medievaleggiante, con enormi saloni pressoché vuoti, lunghi corridoi e passaggi segreti. In questo luogo vi troverete a dover affrontare dei nemici tutt’altro che alieni, che vi sfideranno a suon di colpi marziali. Il sistema di controllo in questa fase è sufficientemente comodo, anche se ha qualche limite: cercare di colpire un avversario che si muove alla vostra stessa velocità, se non addirittura superiore, in uno spazio tridimensionale non è la cosa più semplice che mi sia trovato a dover affrontare. Per ovviare a questo problema, i programmatori della Exodus hanno creato un sistema di allineamento automatico del vostro personaggio con quello dell’avversario. Sebbene quasi sempre efficace il sistema non è così immediato e finché non ci si abitua ad usarlo si rischia di perdere spesso. Nelle prime partite non è raro vedere il protagonista sferrare un calcio volante in direzione opposta a quella in cui si trova il nemico, con indubbi effetti scenografici, ma assai pochi dal punto di vista fisico!
Gli avversari sono tutti abbastanza forti, ma una volta capita la tecnica necessaria per eliminare quel determinato tipo di contendente non vi sarà difficile sconfiggerli. I nemici infatti variano a seconda della zona del castello in cui vi trovate, ed in quella zona sono tutti uguali. Per alcuni bisogna usare la velocità, per altri basta saper aspettare il momento giusto per colpire. Difetta in questa fase la rarità di ricariche di energia vitale. Spesso mi sono trovato a dover affrontare tre o più combattimenti di seguito senza nessuna ricarica in mezzo, e data la difficoltà degli stessi, oltre a qualche trappola di troppo in cui sono incappato, non mi è stato per nulla facile arrivare alla ricarica successiva. È inoltre interessante il fatto che i nemici che avete ucciso all’andata (sì, perché spesso poi bisogna tornare indietro!), al ritorno ricompaiono sotto forma di scheletri o zombies
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