Che in TC sia il “contorno” a fare la differenza lo si era capito sin dall'inizio, ma almeno a livello grafico il risultato è più omogeneo, senz'ombra di dubbio edificante. La grandissima cura riposta nella realizzazione dell'estetica del gioco, grazie ad un dettaglio e a una cura per il particolare mirata in tutti i suoi aspetti, rende innegabile che dal punto di vista visivo sia stato svolto un lavoro encomiabile, a partire dalla ricostruzione di una Los Angeles interamente percorribile, alle auto dettagliate, caratterizzate da texture di ottima qualità e da carrozzerie completamente riflettenti. I personaggi sono resi in maniera adeguata sia nelle sezioni di perlustrazione cittadina, che nelle fasi di beat'em up e shoot'em up, con fondali dettagliati e danneggiabili in gran parte. Discreti anche gli effetti luminosi e le cut scene che spezzano l'azione di gioco.
Con True Crime: Streets of L.A. i programmatori della Luxoflux hanno voluto proporre un'avventura alla GTA, impreziosita da trovate prese in prestito da altri titoli. Buona l'idea, cercare di mettere tanta carne al fuoco al fine di rendere il gioco vario e divertente, un po' meno la realizzazione. I propositi erano quelli di rappresentare il nuovo metro di paragone per il genere ma il risultato altalenante, vuoi per imprecisioni nel sistema di controllo, vuoi per la discutibilità e l'approssimazione di alcune sezioni di gioco, beat'em up e stealth su tutte, ridimensiona il giudizio finale che comunque rimane positivo. Siamo sulla strada giusta, ma ben lontani dal celebrare un capolavoro.
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True Crime: Streets of La è un progetto vasto e pretenzioso, capace di sbandierare difetti nella sua impalcatura essenziale ma di rimanere globalmente positivo in quanto vario, articolato, mai scontato. La Luxoflux ha le idee chiare, non tanto i mezzi per realizzarle alla perfezione: quella di prendere la base di GTA e rivisitarla in chiave maxpayana nelle sparatorie, aggiungere sezioni beat'em up spettacolari e uno scenario suggestivo, per l'esattezza una Los Angeles ricostruita alla grande, è una genialata che trova il suo unico ostacolo in alcune superficialità concessesi dai programmatori in termini di gameplay, dove la diversificazione in varie sezioni comporta una natura troppo poco profonda della stesse.



