Tomb Raider: Curse of the Sword si articola complessivamente su otto livelli: The museum; The rooftops; The subway; The train; The docks; Submarine time; The jungle; The caves. La difficoltà del gioco è mediamente bassa: uccidere il nemico "ordinario" (quello che si incontra lungo i livelli) è un'impresa semplice, basta sfoderare l'arma e crivellarlo di colpi; qualche complicazione in più la si incontra con i boss di fine livello, ma nel complesso si registra comunque una sua sostanziale facilità d'approccio per la maggioranza dei giocatori
Siamo agli sgoccioli dei pochi caratteri rimasti per questa recensione e, come d'abitudine, ci domandiamo quale potrebbe essere l'acquirente ideale di Tomb Raider: Curse of the Sword: senza ombra di dubbio il sostenitore scatenato di Lara non può perdere l'appuntamento; assicuriamo inoltre a chi ha gradito il primo episodio che il seguito promette lo stesso coinvolgimento. Per tutti gli altri è necessario almeno amare i platform: nonostante i piccoli inserti d'azione sopra descritti, il gioco resta un puro e semplice gioco di piattaforme ben realizzato
A quando Lara Croft su Game Boy Advance?
Il Game Boy Color non è morto, anche se il richiamo del GBA è molto affascinante. Il secondo titolo di Lara su portatile è ben realizzato, e riesce a rinnovare la giocabilità del già buono primo episodio. Se avete amato quest'ultimo, non potete che rinnovare l'appuntamento. Per gli altri confermiamo che Tomb Raider: Curse of the Sword è un platform bidimensionale ben realizzato, dai colori brillanti e vivaci. Si conferma la validità del motore grafico e purtroppo anche la "non intelligenza arificiale" dei nemici, sempre molto statici e prevedibili. Consigliato ai fan sfegatati di Lara e a chi desidera giocare a un buon platform senza troppe complicazioni.