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Recensione Tom Clancy's The Division

Il giorno del giudizio per The Division è finalmente arrivato!
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(14 marzo 2016)
Sono passati quasi vent'anni da quando il grande Tom Clancy fondò la Red Storm Entertainment e diede vita a Rainbow Six, capostite di tutta una serie di giochi che negli anni a venire ci avrebbero raccontato storie affascinanti di fantapolitica e squadre speciali dell'esercito americano.

Abbiamo dovuto aspettare però 18 lunghi anni prima di mettere le mani su quello che, senza alcun ombra di dubbio, è il progetto più ambizioso dell'interno franchise. The Division non mira solo ad offrire un'esperienza completa e appagante sia online che in singolo giocatore, ma punta a ridisegnare alcuni degli elementi cardine dell'esperienza MMO.

Dopo diversi anni di attese, rinvii, dubbi e speranze, abbiamo finalmente avuto modo di toccare con mano questa esperienza, e ve lo diciamo senza troppi preliminari: ci ha letteralmente affascinati.
Tom Clancy's The Division
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Violente epidemie

La storia alla base di Tom Clancy's The Division ci porta ad impersonare un agente della Divisione, un'unità speciale che fa rapporto direttamente al Presidente degli Stati Uniti d'America e che viene attivata solamente quando il collasso della società raggiunge la massa critica. Collasso che raggiunge ben presto l'isola di Manhattan, a causa di un'epidemia violentissima che presenta i sintomi del vaiolo, ma estremamente più infettiva. Ben presto l'isola scivola nel caos e toccherà a noi e agli altri agenti della Divisione scoprire cosa sta succedendo e provare a riportare l'ordine.

Partendo dal presupposto che stiamo parlando di un titolo votato principalmente all'online e con una discreta componente MMO, non ci aspettavamo chissà quale profondità dalla componente narrativa. Sensazione che nel corso della nostra esperienza di gioco è stata in parte confermata, ma che ha avuto anche la forza di sorprenderci in più di una occasione. A differenza di Destinty, qui c'è una storia portante, ci sono dei personaggi, ci sono degli avvenimenti e dei fatti da scoprire accaduti prima e dopo l'epidemia scoppiata durante il Black Friday americano.

Questi elementi sono veicolati non solo alle quindici missioni della trama principale, ma si diramano anche all'interno di missioni secondarie e collezionabili. Quello scelto dagli sviluppatori, all'atto pratico, è un sistema molto intelligente che non solo ci dà gradualmente nuove informazioni sui fatti accaduti (tenendo sempre sulla soglia della sufficienza l'interesse di chi gioca), ma che ci spinge ad esplorare le strade di una Manhattan che trasuda desolazione e disperazione. Ovviamente, trovandoci in una zona di guerra in cui vige la legge del più forte, aiutare i bisognosi e recuperare tutte queste informazioni non sarà assolutamente una passeggiata…

Un Manhattan piuttosto caotica

Il caos della città ha infatti generato diverse fazioni che, partendo da filosofie diverse, daranno del filo da torcere ai nostri agenti. Abbiamo i Rikers (ex detenuti del carcere di Rikers island), i pulitori (gente che pensa che l'unica soluzione sia bruciare tutto), i Rivoltosi (ex cittadini comuni votati ora al crimine) e infine i Last Man Battalion (mercenari pagati dai ricchi di Wall Street durante lo scoppio dell'epidemia).

Attorno a questi nemici ruota il cuore pulsante dell'esperienza di gioco. Di fatto Tom Clancy's The Division altro non è che un TPS cover based, in cui l'accento viene sempre e comunque messo sugli scontri a fuoco. Come abbiamo già avuto modo di saggiare durante le due beta, studiare l'ambiente di gioco, capire come offrire supporto ad un compagno o come spostarsi da una copertura all'altra è quello che gli sviluppatori hanno cercato di enfatizzare insieme all'elemento ruolistico.
Trovarsi nel bel mezzo di una tormenta di neve, splendidamente realizzata, durante una sparatoria ha il suo fascino.

Questo si riflette ovviamente in una serie di missioni che spaziano da quelle principali (quindici in totale) a tutta una serie di attività secondarie che vanno a riempire di punti di interesse la mappa. Il tutto è stato gestito in maniera piuttosto intelligente, con la mappa divisa in quindici quartieri e ognuno di essi contrassegnato da un livello d'esperienza minimo consigliato, in modo da accompagnare e supportare con valide informazioni il giocatore, man mano che sale di esperienza.

Le tipologie di missioni sono principalmente tre. Le primarie sono le quindici che compongono la storia principale, sono quelle che in termini di design e gameplay offrono sempre uno spunto in più, e che vi sconsigliamo di giocare da soli. Mai come nelle missioni principali viene enfatizzato il lavoro di gruppo, la gestione delle abilità e il dialogo tra giocatori. Ovviamente, attraverso un valido e veloce matchmaking, se non avete un gruppo di amici disponibili a chiacchierare, potete sempre trovare dei giocatori al volo che si uniranno alla vostra causa.
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Una bella gita di squadra.
All'interno di questi quartieri ci saranno anche diverse attività collaterali che potremo sbloccare sulla mappa man mano che faremo visita ai vari rifugi sbloccabili. All'interno di essi, come nella migliore tradizione degli hub da MMO, troveremo un negoziante che ci permetterà di vendere o comprare oggetti, altri giocatori con cui formare una squadra e un soldato che ci mostrerà sulla mappa tutte le attività secondarie di quel quartiere.

Le attività si dividono principalmente in missioni secondare e incontri. I compiti che ci verrà chiesto di portare a termine ruoteranno sempre intorno alle stesse attività: uccidere dei boss, liberare una zona, proteggere delle scorte o riattivare gli uplink della città. Questo potrebbe diventare ridondante dopo un certo numero di ore di gioco, ma è bene ricordare che ci troviamo davanti un TPS online in cui la storia e le attività sono solamente un (valido) elemento per spingere il giocatore ad arrivare a livello 30. Infine, prendendo spunto da altre serie di Ubisoft come Assassin's Creed, gli sviluppatori di Massive hanno inserito una quantità spropositata di collezionabili che ci permetteranno di scoprire ulteriori dettagli sulla diffusione del virus.

Uno dei punti di forza di The Division riguarda proprio le attività di cui vi abbiamo parlato sino ad ora. Tutte queste missioni possono essere infatti portare a termine totalmente in solitaria senza particolari problemi, spingendo così il giocatore a prendere in mano il titolo anche quando non ha amici con cui giocare; un limite che, ad esempio, il già citato Destiny non era riuscito a superare nemmeno mesi dopo la sua uscita. Le stesse missioni principali, per quanto ardue, possono sempre essere tentate in solitaria, trasformando paradossalmente il titolo - se lo si vuole - in un gioco single player.

Tutte queste attività, ovviamente, oltre a darci esperienza ci daranno dei punti da spendere all'interno del nostro QG che ci serviranno per migliorare e riparare tre dipartimenti specializzati nella lotta contro il virus: medico, tecnologico e della sicurezza. Ognuno di questi dipartimenti avrà delle stanze da costruire spendendo punti acquisiti durante le missioni, e una volta sbloccati ci elargiranno delle particolari abilità attive e passive che potremo applicare al nostro personaggio. Inoltre, sempre nel QG, essendo l'hub principale di tutto il gioco, avremo un sacco di venditori che ci proporranno nuova merce quotidianamente, e soprattuto un bel tavolo fai da te, che ci permetterà di costruire nuove armi o equipaggiamenti con i materiali recuperati sulla mappa.

E la questione RPG?

Se l'azione è sicuramente un elemento cardine dell'esperienza di gioco, non è assolutamente da meno l'elemento ruolistico. Il nostro personaggio si basa su tre valori principali. Le armi da fuoco influenzano i danni per secondo, il vigore la salute complessiva del nostro personaggio e le parti elettroniche vanno a incrementare la potenza delle nostre abilità speciali.

Il loot è ovviamente parte integrante di questo sistema e il recupero di oggetti e armi sempre più rari e potenti (sono divisi su cinque livelli: bianco, verde, blu, viola e giallo) sono il motivo che vi spingerà a giocare e rigiocare le missioni per migliorare il vostro personaggio, e andare alla ricerca dell'oggetto definitivo. Dalla nostra avremo sempre due armi principali e una di supporto, con la possibilità di aggiungere attachments che vanno a migliorare ulteriormente le statistiche delle nostre bocche da fuoco.
Se l'azione è sicuramente un elemento cardine dell'esperienza di gioco, non è assolutamente da meno l'elemento ruolistico.

Non bisogno poi dimenticarsi delle abilità, dei vantaggi e dei talenti. Tutti questi perk si sbloccano principalmente ricostruendo i dipartimenti di cui vi abbiamo parlato poco fa. Le abilità sono dodici in totale (suddivise in mediche, di supporto e di difesa) ma ne potremo equipaggiare sempre e solo due sui dorsali. A queste si aggiungo poi i talenti che sono invece abilità passive che vanno a migliorare statiche e ricompense; anche qui avremo un massimo di quattro slot a cui potremo assegnare le nostre preferenze. Infine i talenti sono a loro volta delle abilità passive ma, una volta sbloccate, rimangono attive perennemente.

La particolarità di The Division sta però nella possibilità di modificare abilità e equipaggiamento del nostro personaggio in qualsiasi momento, anche durante uno scontro a fuoco. Questa opzione porta a due conclusioni. Nel primo caso la possibilità di “plasmare” il nostro personaggio a seconda delle situazioni, e la seconda, ben più impattante, quella di non avere l'assoluta necessità di doversi creare altri personaggi per specializzarli in nuovi rami.

Questa scelta ribalta un concetto che fino ad ora nei titoli a spunto MMO, era stata l'arma principale per aumentare la longevità del titolo, ovvero, spingere il giocare a ricominciare per crearsi un nuovo personaggio. Qui invece il nostro personaggio lo potremo personalizzare sin da subito, ed in qualsiasi momento, come meglio crediamo. Questa scelta, come risvolto della medaglia, pone sulle spalle degli sviluppatori tutto il discorso riguardante la longevità, con tutta una serie di contenuti che dovranno essere rilasciati a cadenza regolare per tenere sempre alimentata la fiamma dell'interesse, a partire dal primo raid che vedremo in aprile.
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Non mancheranno missioni all'interno di edifici o nelle fogne.

La pericolosa zona nera

Ma se fino ad ora vi abbiamo parlato della storia, dell'elemento ruolistico e del PvE, è bene spendere anche qualche parola sulla particolare componente PvP chiamata zona nera. Questa zona messa in quarantena e divisa per livelli di difficoltà in più aree, è il luogo di partenza del virus, e il punto più drammatico dell'intera isola. Tra queste strade c'è solo disperazione e desolazione, senza il minimo barlume di speranza. La zona è però anche il luogo in cui è possibile recuperare loot molto interessante e sfidarsi contro altri giocatori.

Entrando saremo tutti agenti “buoni”, dovremo lottare contro nemici particolarmente resistenti cercando di collaborare e recuperare oggetti, oppure voltare le spalle alla divisione sparando agli altri giocatori umani, diventando così immediatamente dei traditori. Quello che ci potrebbe spingere al tradimento è ancora una volta il loot. Uccidere un agente umano significa depredare il suo cadavere di tutti gli oggetti recuperati sino a quel momento.

Attenzione però! avere questi oggetti non significa poterli già utilizzare. Dovendo essere decontaminato, tutto quello che avremo raccolto dovrà essere estratto con un elicottero per poi essere recuperato, fuori dalla dark zone, nella cassa presente nel nostro QG. Ovviamente l'estrazione richiedere un determinato tempo per l'arrivo dell'elicottero, ed è qui che si concentrano le sparatorie più furibonde. Sia contro i nemici se nessuno ha tradito, oppure tra umani se ci sono dei traditori.

Una volta raggiunto il level cap di 30, almeno momentaneamente, è proprio in questa parte di Manhattan che si concentra l'end game. Recuperare crediti della dark zone per comprare oggetti potenti dai venditori al suo interno, o più semplicemente confrontarsi con altri agenti per recuperare il loot, saranno attività che vi porteranno via un discreto monte ore, in attesa magari della prossima espansione.

Anche al di fuori della zona nera sarà possibile cimentarsi in alcune modalità una volta raggiunto il level cap e completate tutte le missioni della storia principale. Verrà sbloccata prima di tutto una nuova difficoltà per ogni missione principale, basata sul livello massimo di esperienza. Inoltre potrete racimolare dei particolari crediti chiamati Phoenix, che ci daranno accesso ad armi ed equipaggiamenti decisamente potenti per migliorare ulteriormente il nostro personaggio in vista delle prossime sfide.

Un virus affascinante

Arriviamo così all'ultima tappa di questo lungo viaggio chiamato Tom Clancy's The Division, parlandovi della componente tecnica. Abbiamo giocato il titolo su Xbox One, e possiamo dirvi che siamo rimasti soddisfatti del lavoro svolto dagli sviluppatori. Manhattan è stata ricostruita molto bene e cesellata con tutti quegli elementi da guerra biologica che le donano ancora più fascino e mistero. Muoversi tra i vari quartier è intrigante, e più di una volta ci siamo soffermati su alcuni dettagli che dimostrano la cura e l'attenzione che gli sviluppatori hanno messo dentro questo progetto. Il tutto poi può vantare dei modelli poligonali piuttosto dettagliati sia per quanto riguarda gli ambienti che i personaggi, avvalorati da un frame rate costantemente inchiodato sui 30fps. Vanno poi sottolineati gli effetti particellari e le condizioni atmosferiche dinamiche. Trovarsi nel bel mezzo di una tormenta di neve, splendidamente realizzata, durante una sparatoria ha il suo fascino.

Lo stesso net code, elemento fondamentale vista la componente fortemente online del titolo, ci ha soddisfatto. Nelle oltre 25 ore di gioco che abbiamo dedicato al titolo non abbiamo mai subito disconnessioni o problemi legati ai server, e lo stesso matchmaking non ci ha dato alcun tipo di problema. Ulteriore elemento che dimostrata come il tempo che gli sviluppatori si sono presi per lavorare a questo prodotto sia servito per rendere il tutto funzionante e fluido sin dall'inizio. Unica pecca che ci sentiamo di muovere al team riguarda la realizzazione di alcuni interni: troppo scarni e simili tra loro.

Lo stesso non si può dire della colonna sonora purtroppo, con una serie di temi piuttosto costanti che si ripetono in loop in base alla situazione in cui ci troviamo in quel determinato momento. Buono invece il doppiaggio con una serie di voci che risultano nella parte e gradevoli da ascoltare.
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Il nostro eroe ce la farà a salvare l'isola?
9
Tom Clancy's The Division è un gioco pensato e realizzato in maniera molto intelligente. Le prime ore di gioco vi rapiranno letteramente e difficilmente riuscirete a staccare le mani dal pad. Inoltre, il giusto bilanciamento tra elementi da poter giocare in singolo ed altri in gruppo, rendono l'esperienza di gioco estremamente appagante e soprattutto, per certi aspetti, diversa da qualsiasi altro prodotto presente attualmente sul mercato. Pur non essendo perfetto, ci troviamo quindi davanti ad un solidissimo punto di partenza, che speriamo venga degnamente e meticolosamente supportato nei prossimi mesi dal team di sviluppo. Noi di Gamesurf continuereno a seguire The Division molto da vicino con speciali e approfondimenti. Per il momento dateci retta, compratevi il gioco e provate a salvare Manhattan in compagnia dei vostri amici, non ve ne pentirete!
voto grafica9
voto sonoro8
voto gameplay9
voto durata8,5