Tiscali

Recensione Tokyo Highway Challenge 2

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (28 gennaio 2001)
Per i più smaliziati c'è anche la possibilità di modificare la targa o di disegnare il proprio adesivo, che assurgerà a simbolo (il sottoscritto ha disegnato una bandiera giapponese da guerra, sulla mia Skyline calza a pennello...), in modo da avere una auto "unica" da sfoggiare con gli amici
GENTLEMAN, START YOUR ENGINES!
Iniziando la gara vera e propria, si nota immediatamente come la parte di città esplorabile inizialmente si riduca alle sole zone A e B. Proseguendo nel gioco è però possibile scoprire anche il resto della città (vi consigliamo di visitare il quartiere di Ginza), avendo così un' area esplorabile vastissima (circa 130 km di strada virtuale) a disposizione per le gare. Dopo aver scelto la zona in cui prendono il via le nostre imprese, ci addentriamo nella gara vera e propria cercando nemici da sfidare: aspetto facilmente realizzabile, poichè le altre auto in gara sono segnalate sulla mappa da una freccia blu. Non ci resta che schiacciare l'acceleratore e cercare qualche sfida!
Ciò che subito salta all'occhio è il controllo dell'auto, che è stato leggermente modificato rispetto al precedente episodio: ora lo sterzo non farà più le bizze e potremo dilettarci nello schivare taxi e camion a 200 km/h come se niente fosse, invece di avere la sensazione di fluttuare su dell'olio come forsennati. La sensazione di velocità è uno degli aspetti del gioco che più ci ha colpito: anche se i 60 frame al secondo dichiarati dalla casa non sono quasi mai stabili, l'impressione di andare a 250 km/h è resa alla perfezione
Tokyo Highway Challenge 2 - Immagine 2
Un nemico ci lampeggia: inizia la sfida!
Purtroppo, però, l'azione è disturbata da alcuni pessimi effetti grafici quali telecamere che penetrano nella struttura dell'auto durante la fase di rollio prima di una gara, rallentamento del gioco fino a pochi frame al secondo in caso di presenza su schermo di tre o più vetture, o a volte addirittura blocco del gioco (per una frazione di secondo, ma assicuriamo che risulta oltremodo fastidioso) nelle fasi più concitate, per poter permettere alla CPU di caricare i dati
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