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Recensione TimeSplitters

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (25 novembre 2000)
L'arrivo di una nuova console sul mercato porta con sé diversi titoli magari sconosciuti ai più ma destinati a diventare, chi più chi meno, veri e propri "franchise" (marchi in grado di generare serie di due o più capitoli) negli anni successivi al debutto. Cinque anni fa, è stato il caso di Wipeout e Ridge Racer, che accompagnarono l'arrivo occidentale della prima console Sony con un'eclatante risposta da parte del pubblico. Non possiamo sapere se anche per TimeSplitters si verificherà la stessa situazione, (con i Free Radical Design idolatrati dalle masse) anche se, dopo aver provato il gioco Eidos, quella appena illustrata ci sembra un'eventualità abbastanza lontana dall'avverarsi. Ciò non significa necessariamente che il titolo in esame non sia degno della vostra attenzione, soltanto che l'exploit di vendite in campo PS2 sarà riservato probabilmente ad altri nomi
TimeSplitters - Immagine 1
L'impatto grafico di TimeSplitters non impressiona, ma la fluidità resta sempre ottima
SPARA A TUTTI IN 3D
TimeSplitters è uno sparatutto di stampo classico, tanto che non è errato paragonarlo alla celebre serie di Doom. Siamo infatti distanti anni luce dagli ultimi esponenti del genere apparsi su PC e ormai differenziatisi in decine di sottogeneri (abbiamo lo shooter strategico, Rogue Spear, quello violento, Soldier of Fortune e perfino quello con pesanti influenze da gioco di ruolo come Deus Ex). In TimeSplitters si tratta fondamentalmente di seguire un "binario" predefinito all'interno del livello, affrontando un numero crescente di nemici al fine di recuperare un preciso oggetto/obbiettivo della missione, per poi tornare rapidamente sui propri passi. Il pretesto che ci vede impegnati in un simile compito è l'esistenza di una razza aliena, i cosiddetti TimeSplitters, intenta a cambiare l'ordine sul nostro pianeta operando azioni-chiave in varie epoche storiche
Viaggiando a zonzo nel tempo (attraverso un intero secolo: dal 1935 al 2035) è quindi compito nostro fermare i propositi "distruttivi" di questa misteriosa razza raccogliendo preziosi artefatti nascosti nei più reconditi meandri di ogni livello. Completato questo primo obbiettivo, diventa necessario fuggire dal luogo della missione facendo dietro-front fino al punto d'inizio, in quello che potrebbe definirsi un Capture The Flag per giocatore singolo. La sostanziale linearità delle missioni viene attenuata fortunatamente dalla scelta, concessa al giocatore sin dallo schermo dei titoli, di affrontare in ordine libero l'avventura. E' possibile selezionare l'epoca storica in cui ci troveremo a combattere, che determinerà sia il cast di personaggi a nostra disposizione che l'armamento facente parte del nostro arsenale
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