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Recensione The Walking Dead: Survival Instinct

Gli zombie fanno paura... in tutti i sensi!
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(5 aprile 2013)
Ormai è un fatto assodato che l'industria videoludica attinge sempre più copiosamente dal mercato cinematografico e televisivo per sfruttare il successo di questo o quell'altro film. In questa schiera decisamente gremita ci entra di diritto anche The Walking Dead, serie TV che si ispira alla graphic novel di Robert Kirkman e che in televisione può vantare un successo strepitoso con tre stagioni già all'attivo.

Ovviamente i publisher non sono rimasti a guardare e dopo lo splendido gioco di TellTale che gli è valso persino il premo di gioco dell'anno 2012, Activision ci riprova con questo The Walking Dead: Survival Instinct, con risultati decisamente inferiori a quelli che era legittimo aspettarsi.
The Walking Dead: Survival Instinct - Immagine 4
The Walking Dead: Survival Instinct - Immagine 1
The Walking Dead: Survival Instinct - Immagine 2
The Walking Dead: Survival Instinct - Immagine 3
Un'apocalisse di quelle che non ti aspetti

Non giriamoci intorno, ci piace essere schietti, sopratutto nei vostro confronti! The Walking Dead: Survial Instinct è un titolo brutto, sicuramente tra i peggiori che si sono visti in quest'anno solare. Il lavoro svolto dai ragazzi di Terminal Reality è superficiale, povero e drammaticamente privo di qualsiasi spunto di interesse. Precisiamo: le idee alla base del titolo, più volte ripetute in fase di pre-release, non erano malvagie. Un FPS dai connotati tipicamente stealth in cui la ricerca di risorse, munizioni e carburante potevano fare la differenza tra la vita e la morte; il tutto condito da una serie di scelte morali in cui si sarebbe dovuto scegliere tra la vita e la morte di un nostro compagno di viaggio. Insomma, la filosofia di The Walking Dead distillata in un videogame.

A conti fatti però tutte queste interessanti caratteristiche all'interno del gameplay hanno un ruolo del tutto marginale, o ancor peggio, non sono state proprio implementate. Giocheremo nei panni di Daryl, uno dei due fratelli Dixon, impegnato nel salvataggio di suo fratello Merle e successivamente nel trovare un modo per raggiungere Atlanta. Ci troviamo quindi di fronte ad un prequel che racconta avvenimenti accaduti ai due fratelli Dixon (scordatevi però qualsiasi forma di cooperativa: il gioco è solo single player) prima di quelli narrati nel telefilm. Un soggetto potenzialmente interessante, ma che nelle 7 ore che sono servite per completare il gioco non viene mai ampiamente sviscerato o approfondito, appiattendo sia i due protagonisti ma anche tutti i comprimari di cui difficilmente vi ricorderete persino i nomi. Ci ritroviamo così a vagare per i diversi livelli senza un vero e proprio scopo ma seguendo unicamente gli obietti che man mano ci vengono proposti.
Come anticipato, l'approccio al gioco è decisamente stealth e all'interno di diverse location, queste si abbastanza varie,   come segherie, stazioni di polizia, motel e diverse altre, ci troveremo immersi in un contesto popolato da zombie famelici in grado di assalirci sia in gruppo che singolarmente. Per respingerli avremo a disposizione sia armi contundenti come tubi, mazze o asce oppure armi da fuoco come pistole e fucili con la differenza che quest'ultime facendo rumore attiro gli zombie nei paraggi. Inoltre, anche nei movimenti bisognerà prestare molta attenzione: camminare acquattati si rivelerà quasi sempre la strategia migliore, anche perché la corsa implica sudare e l'odore può attirare gli zombie.

Inoltre, sempre all'interno dei livelli di gioco troveremo superstiti che se aiutati, ci offriranno il loro supporto nel corso dell'avventura. Ognuno di questi avrà abilità particolari e all'inizio di ogni missione potremo decidere se mandarli alla ricerca di risorse, oppure, di lasciarli a guardia del nostro mezzo di trasporto in attesa del nostro ritorno. Ovviamente, gli oggetti recuperati  durante la nostra partita potremo affidarli ai nostri compagni, ed in base al tipo di arma che gli assegneremo la percentuale di sopravvivenza alla missione varierà in positivo, aumentando la percentuale che il sopravvissuto torni sano e salvo alla macchina dopo la ricerca.

Come detto ci muoveremo con mezzi a motore: macchine, furgoni e così via, che cambieremo ripetutamente nel corso della storia. Questi hanno dei posti limitati e quindi in diverse situazioni ci troveremo a dover decidere se portare con noi un sopravvissuto piuttosto che un altro lasciando al suo destino il malcapitato di turno. Come già sottolineato, la mancanza di spessore di cui soffrono i personaggi fa si che la scelta, ma sopratutto l'utilizzo, di quest'ultimi sia quasi inutile. Al di là della possibilità di avere più risorse a propria disposizione, la vita o la morte, piuttosto che l'utilizzo o il non utilizzo sono tutte variabili che non influiscono minimamente nel contesto di gioco, trasformando questa interessante caratteristica, in un vezzo del tutto superfluo ed il più delle volte inutile.

A questo difetto se ne sommano purtroppo molti altri che inficiano sia il gameplay che la componente tecnica. In primisle location seppur varie sono poco ispirate a livello di design e troppo piccole. La fase esplorativa ma sopratutto la libertà d'approccio - fondamentale vista la natura del titolo - sono visibilmente castrate e il più delle volte saremo obbligati a seguire percorsi pre impostati per raggiungere gli scopi che ci vengono chiesti. In tutto questo gli zombie quasi mai risulteranno una minaccia, se non quando, a causa di un respawn sconclusionato e assurdo, ritroveremo camminatori già uccisi nuovamente in vita nelle stesse identiche posizioni dove precedentemente erano stati abbattuti.
Questa scelta assurda degli sviluppatori annulla totalmente la componente stealth dato che la fatica fatta per liberare silenziosamente una stanza, sarà vanifica in un secondo dopo aver girato un semplice angolo o aprendo una semplice porta, riportando tutti gli zombie nella loro posizione originale. Ad aggravare una situazione già di per se ampiamente compromessa c'è anche un intelligenza artificiale che il più delle volte risulta fallace con zombie che si incastrano tra le porte, non notano il personaggio se gli si cammina davanti e altre problematiche di questo tipo. Il tutto rende la minaccia davvero concreta solamente se si viene accerchiati da un numero davvero consistente di zombie o se non si possiede un oggetto contundente particolarmente efficace. Nel malaugurato caso doveste morire, non fate però affidamento sul sistema di checkpoint dato che essendo stati posizionati in maniera non proprio ottimale, il più delle volte richiederanno di giocare parti di livello già superate da un pezzo.

Ad appiattire il level design ci pensano anche le diverse località casuali dove saremo costretti a fermarci nel momento in cui la nostra automobile dovesse trovarsi a corto di carburante o subisse un guasto, oppure, se guidando su strade secondarie decidessimo di fermarci a raccogliere risorse extra. In questo caso le location sono di tre tipi e vengono clamorosamente riciclate ogni volta che ci fermiamo. Una scelta di programmazione che nel 2013 oltre ad essere clamorosamente vetusta appiattisce ancora di più l'appeal di un prodotto che man mano che lo si gioca dimostra di fare acqua da tutte le prospettive in cui lo si vede.

Anche tecnicamente il titolo risulta di una scarsezza a tratti imbarazzante, sia in termini di quantità poligonale che di definizione delle texture ci troviamo davanti ad un titolo di inizio generazione. Avvicinandosi a guardare alcuni dettagli non abbiamo fatto fatica a scovare poligoni in bassissima definizione. A questo si somma un frame rate che nel momento in cui troviamo un discreto numero di zombie su schermo inizia a zoppicare vistosamente. Infine, per chiudere il cerchio dobbiamo segnale una caratterizzazione degli zombie che riproduce ciclicamente gli stessi 4/5 modelli, facendo sembrare i morti viventi tutti simili tra di loro.

A segnare il gol della bandiera, rubando un termine molto caro ai tifosi del calcio, ci pensa un comparto sonoro discreto, con gli attori originali del telefim - per quanto riguarda le voci dei due fratelli - e una campionatura dei suoni sia per gli zombie che per gli effetti sonori che riesce a creare un minimo di atmosfera e tensione. Per dovere di cronaca vi sottolineiamo il fatto che il gioco è sottotitolato in lingua italiana.

Insomma, tirare le somme di questo The Walking Dead: Survival Instinct è da una parte doloroso ma dall'altra estremamente semplice. Doloroso perché, guardando a quello che sono riusciti a fare i ragazzi di TellTale vedere un brand così affascinante essere sfruttato in maniera del tutto sbagliata, fa male non solo ai fan ma anche a chi aveva aspettative nei confronti del gioco. Ma allo stesso tempo ci troviamo davanti ad un prodotto mediocre sotto ogni suo singolo aspetto che risulta molto facile non consigliare in nessun modo.

Probabilmente se i ragazzi di Terminal Reality avessero avuto più tempo a disposizione per lo sviluppo e un budget più sostanzioso adesso ci troveremmo a parlare di un prodotto decisamente più valido, ma dato che la storia non si scrive con i se o con i ma, quello che abbiamo tra le mani è un titolo assolutamente da non consigliare.
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3,5
The Walking Dead: survival Instinct è un titolo che non merita l'interesse di nessuno tipo di giocatore. Una realizzazione decisamente frettolosa e poco dettagliata associata un gameplay piatto che non riesce a sfruttare minimamente il contesto del telefilm sono solo alcuni dei diversi problemi che affligono l'ultima fatica di Terminal Reality. Un vero peccato.
voto grafica3
voto sonoro5
voto gameplay3,5
voto durata4,5