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Recensione The Pills - Sempre Meglio che Lavorare

Il trio romano ci racconta i trentenni di oggi...
Roberto Vicario Di Roberto Vicario(19 gennaio 2016)
Bisogna dare atto a Pietro Valsecchi che, come produttore, ha sempre avuto estremo coraggio. Nei film da lui portati al cinema c'è la voglia di rischiare, di far fare il grande salto a ragazzi che hanno forgiato la loro popolarità su piattaforme differenti da quella del grande schermo, come la televisione o il web.

E' questo il caso di Luca, Matteo e Luigi, meglio conosciuti come i The Pills. Un trio romano diventato famoso grazie YouTube e, dopo essere passati sul piccolo schermo, fanno il grande salto portando al cinema The Pills - Sempre Meglio che Lavorare. Un film totalmente no sense, citazionista, imperfetto ma in un certo senso anche coraggioso. Ecco cosa ne pensiamo.
The Pills - Sempre Meglio che Lavorare - Immagine 1

I trentenni “mucciniani” non esistono più!

Sin dalla più tenera età Luigi, Matteo e Luca si sono fatti una promessa: non lavoreranno mai. Una decisione presa quando ancora la notizia più importante di cui discutere riguardava il fatto che Dodò non era vero ma mosso da un uomo o che il finale di Lady Oscar era una bomba.

Arrivati a trent'anni i tre ragazzi vivono ancora insieme in un appartamento di Roma Sud, volutamente ripreso in bianco e nero, quasi a simboleggiare il tempo che non vuole passare. Le loro giornate sono scandite da canne, giri sulla tangenziale e kebab. L'eta però avanza, e in ognuno dei tre ragazzi iniziano a vacillare alcune certezze che hanno segnato la loro gioventù e su cui è stata fondata la loro amicizia.

Matteo non riesce più a farsi le canne come una volta, iniziando addirittura a rigettarle. Luigi non regge più la “terza pippa” e non vuole assolutamente accettare il fatto che stia crescendo. Luca sente l'istinto di voler lavorare, affascinato dai “bangla shop” che vendono di tutto e che spopolano a Roma e nel resto dell'Italia.
Partendo da questi presupposti il film dei The Pills è un grosso collage di sketch, alcuni originali e altri già visti, che fanno intuire da dove arrivano questi ragazzi. Una formula che funziona perfettamente sul web, ma che in una pellicola di 80 minuti circa alterna alti e bassi. Il film è spaccato sostanzialmente in due: nella prima parte abbiamo una serie confusa di situaizoni che non sembrano amalgamarsi perfettamente, nella seconda metà del film la storia prende una direzione e il film sembra muoversi in maniera più armonica.

Tuttavia nella pellicola di questi tre ragazzi romani, c'è quello che è sempre mancato ad altri lavori comici interpretati da ragazzi della loro età. The Pills - Sempre Meglio che Lavorare è un film che osa. Un prodotto che non si vergogna di raccontare il no sense più estremo, di passare attraverso il citazionismo più estremo e scomodo (si cita La Dolce Vita, Batman Begins e persino Pacciani e i compagni di merende), e più di ogni altra cosa entra in pieno contrasto con una gioventù raccontata da registi come Muccino o Massimo Venier in Generazione Mille Euro.

Questi ragazzi, al di là del risultato finale, hanno dimostrato di saperci fare e di avere la grinta, la rabbia e l'arguzia di proporre qualcosa di diverso, mai visto in Italia (incredibile il cammeo di Giancarlo Esposito, quasi tarantiniano). In questo senso bisogna anche dare atto a Pietro Valsecchi di aver intuito questo potenziale e di aver lasciato carta bianca ai tre ragazzi.
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Luigi, Matteo e Luca si sono anche dimostrati dei buoni attori, grazie ad una naturalezza davanti alla camera che si era già intuita guardando i loro filmati su YouTube (alcuni di questi ve li consigliamo caldamente perché sono molto divertenti!) e che qui mette in mostra tutta la loro prorompente romanità. Ecco, tra i difetti della pellicola bisogna segnalare questo elemento. Il film è smaccatamente romano, quello vero, genuino. Non c'è nulla che non sia comprensibile a tutti, ma bisogna anche sottolineare come molti passaggi e alcune declinazioni o modi di dire, siano ovviamente appannaggio di un pubblico che mastica quella cadenza.

Poco male. The Pills - Sempre Meglio che Lavorare, nonostante qualche segno di inesperienza e di eccessiva voglia di spingersi oltre, è un prodotto che merita fiducia e incoraggiamento. In una situazione di stallo per quanto riguarda la commedia italiana, statica e senza quello slancio in grado di farla rilanciare (Zalone escluso, ma è un discorso a parte) la voglia di osare che questi ragazzi di Roma Sud hanno portato sullo schermo, è comunque da premiare. Se riusciranno a trovare un maggiore equilibrio all'interno dei loro prossimo lavori - e siamo certi che lavoreranno ancora all'interno di questo settore - potremmo trovarci davanti ad un nuovo fenomeno di cui parlare. In bocca al lupo ragazzi.
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The Pills - Sempre Meglio che Lavorare non è sicuramente un prodotto perfetto. Nelle trame di questa pellicola si percepisce ancora una certo squilibrio nella gestione di un prodotto molto differente da quello del web. Negli 80 minuti che compongono il lungometraggio si intravede però anche il coraggio di osare e proporre qualcosa di differente, lontano da quello che siamo stati abituati a vedere in questi ultimi anni. Un tipo di comicità diretto, più scomodo e politicamente scorretto che volgare, ma che merita di essere supportato con fiducia, sperando in un'evoluzione che arriverà solamente con l'esperienza. Dategli una chance, a patto di essere consci di quello che è il prodotto che state andando a vedere.