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Recensione The House of the Dead: Overkill Extended Cut

Preparate il biglietto, i popcorn e non fate caso alla pellicola rovinata..
Massimiliano Pacchiano Di Massimiliano Pacchiano(16 novembre 2011)
Cinematograficamente parlando, gli anni '70 sono stati un periodo davvero bizzarro. Complice la larga diffusione delle televisioni e la crisi del cinema, nonché il netto cambiamento nei costumi e nella società, i film dell'epoca vertevano spesso su terrore, violenza e ammiccamenti pruriginosi al fine di portare quanta più gente possibile al cinema, strappandoli all'egemonia del tubo catodico. Non è un mistero che lo stesso Quentin Tarantino sia rimasto affascinato a tal punto dal cinema d'exploitation anni'70 da basare la sua intera carriera di cineasta proprio su quei film rozzi, sgangherati e violenti, ma genuini e divertentissimi. Ed è proprio da quell'estetica e quello stile inconfondibile da “Grindhouse” che trae spunto House of the Dead Overkill, titolo nato su Nintendo Wii ed ora convertito anche su Ps3 sfruttando il nuovo controller PlayStation Move.
The House of the Dead: Overkill Extended Cut - Immagine 1
The House of the Dead: Overkill Extended Cut - Immagine 2
The House of the Dead: Overkill Extended Cut - Immagine 3
Ma andiamo con ordine: Overkill (che come ci ricorda l'intro significa sostanzialmente “esagerazione”) è appunto una parodia di quei film “di genere” che tanto andavano di moda negli anni '70 e che sono stati recentemente omaggiati da pellicole come Planet Terror o Machete. Nonostante il gioco appartenga alla serie House of the Dead, risulta profondamente diverso dai classici episodi della serie sia per stile audiovisivo / narrativo che per gameplay. Si tratta sempre di uno “shooter on rails”, ovvero uno sparatutto su rotaie con itinerari predefiniti, ma stavolta il taglio più occidentale si riflette anche nel gameplay, privo dei famosi bivi nei percorsi e più incentrato sulle combo e sulla precisione dei colpi che non sui riflessi fulminei.

La trama ci vede alle prese con uno scienziato sui generis ed il suo esercito di zombie, nei panni dell'agente G (volto noto della serie) e dello sboccatissimo poliziotto di colore Isaac Washington,  che raramente riesce a non proferire profanità e volgarità assortite. Il risultato è davvero esilarante, ed infatti a fare la parte del leone in Overkill è lo script: situazioni, dialoghi, personaggi e battute sono a dir poco notevoli e più di una volta vi faranno cappottare dalle risate. Oltre alla massiccia presenza di dialoghi pepati, talvolta vengono parodiati anche i cliché dei film horror più beceri, si va dal montaggio scadente ad attori scarsi che esagerano nella performance, passando per effetti speciali tutt'altro che realistici. In fin dei conti, nonostante abbiamo buoni danni localizzati, livelli lunghi e tanti bonus da scovare in giro, il gameplay ha subito un'involuzione rispetto ai vecchi HotD realizzati in Giappone da Am2; tuttavia il gioco ha guadagnato parecchio in carisma, varietà di situazioni e umorismo.
Ma veniamo ai dettagli di questa conversione PS3: cosa c'è di diverso? Innanzitutto la grafica, che per l'occasione ha subito un restyling mica da ridere. Già su Wii era piuttosto realistica e faceva una bella figura, ma su Playstation 3 abbiamo l'alta definizione, le texture sono più definite e sono stati migliorati sia i modelli poligonali che gli ambienti. Sebbene ci siano meno filtri blur e di profondità, quindi l'aspetto finale risulta meno “raffinato” della versione Nintendo, abbiamo molti più dettagli e particolari, inediti effetti bump ed ombreggiature elaborate. Un bel lavorone quindi, ma dal momento che la “base” è sempre quella di un titolo per un hardware nettamente inferiore, il risultato finale benché piacevole non è comunque all'altezza dei titoli realizzati appositamente per piattaforme nextgen, soprattutto per quanto riguarda le animazioni e la rifinitura generale. L'altra grossa differenza è ovviamente nei controlli: l'originale utilizzava il wiimote con puntatore IR, mentre qui è possibile affidarsi sia al pad che al PlayStation Move. Inutile dire che quest'ultima opzione sia l'ideale, grazie anche ad una risposta davvero pregevole. Ci sarebbe anche da dire che il Wiimote in versione originale è leggermente più responsivo, meno ingombrante nella mano ed ha un grilletto “con click” nettamente migliore di quello “floscio” del Move, ma sono piccole inezie.

Le differenze più grandi comunque sono nei contenuti: in questa nuova edizione abbiamo alcune opzioni ed armi aggiuntive, bonus sbloccabili colpendo i numerosi bersagli durante il gioco (pagine del fumetto, tracce audio, modelli 3D)  ma soprattutto abbiamo due livelli completamente nuovi ed estremamente divertenti, che si vanno ad aggiungere ai sette della precedente edizione. Posizionato subito dopo il primo stage, Naked Guns ci vede nei panni della spogliarellista Varla Guns e di una svampita cameriera del night club (incredibilmente innamorata dello sfortunato fratello di Varla) far strage di zombie all'interno del locale ed attraversare altre 3 brevi ambientazioni prima di affrontare un doppio boss decisamente inusuale. L'altro si chiama Creeping Flesh e vede le due eroine addentrarsi in un mattatoio decisamente affollato, condito da un boss che è tra i migliori dell'intero gioco. I nuovi stage non aggiungono nulla di importante alla trama, ma sono davvero divertenti, lunghi e vari. Oltre a questi bonus, abbiamo tutti gli extra dell'originale come la versione Director's Cut del gioco (livelli più lunghi sbloccabili dopo averlo finito il tutto la prima volta) e i tre minigames extra, ma ora abbiamo anche altre opzioni collaterali come Hardcore Mode (solo headshots), Classic Mode (solo la pistola di default) e Shoot the Shit (sparare alle parolacce durante le cutscenes!).
The House of the Dead: Overkill Extended Cut - Immagine 4
The House of the Dead: Overkill Extended Cut - Immagine 5
The House of the Dead: Overkill Extended Cut - Immagine 6
E' presente anche il supporto al 3D stereoscopico, ma al contrario di tutti gli altri giochi sul mercato, in Overkill potremo anche attivare la modalità Anaglifica che consentirà di utilizzare i classici occhialini rossi/blu in pieno stile retrò, proprio come accadeva al cinema negli anni '70-‘80. Calibrare correttamente i colori ed evitare di sforzare troppo gli occhi sarà un'impresa, ma è comunque un'aggiunta interessante. Tale modalità tridimensionale, come in molti altri giochi, sacrifica parte della risoluzione video per poter calcolare i due punti di vista simultanei, ma fortunatamente il frame-rate e la fluidità sono rimasti intatti.
Il sonoro ci offre delle ottime musiche che spaziano dal funky al rock, ricalcando le colonne sonore dei filmacci sopracitati. Abbiamo anche alcuni brani cantati molto ben realizzati (brilla in particolare la title track “The House of the Dead” dei Rapid Fire Funk). Il doppiaggio in inglese è divertentissimo e calzante, ed anche laddove la recitazione diventa scadente, pare proprio fatto apposta con intento umoristico (la cameriera che piange è un must); i sottotitoli italiani sono buoni ma sin troppo creativi, infatti caricano eccessivamente le parolacce anche quando sono assenti nell'audio inglese, sostituendo talvolta velati eufemismi con concetti decisamente espliciti. Emblematica la solita cameriera del livello 2 che in originale ci spiega come le spogliarelliste siano andate al bar vicino “a darsi da fare” mentre nei sottotitoli italiani si parla esplicitamente di certe pratiche erotiche. Altro esempio eclatante è durante uno dei nuovi boss, dove c'è la battuta “he's gonna charge us - but i ain't got any money!” (charge significa sia “caricare” che “far pagare”) è adattata in maniera efficace ma ben più volgare.
A nanna i bambini, quindi. Tra l'altro durante l'azione vera e propria i sottotitoli sono assenti del tutto, e i non anglofoni si perderanno alcune divertenti battute (“Quante volte ti ho detto di non usare la parola con la Zeta? Si chiamano Mutanti!”).
8
Una conversione da Wii decisamente curata: tutta la grafica ha subito un grosso restyling, il gioco è stato arricchito di oggetti, opzioni, nemici, armi e addirittura due livelli inediti. Ma ciò che brilla in Overkill non è tanto il gioco in sé quanto il contorno: tutto il setting da B-Movie anni '70, l'estetica Grindhouse, i dialoghi pepati e la trama assurda rendono il gioco estremamente divertente ed accattivante. Anche se le sue origini da Wii sono evidenti, se avete un Move e non avete mai giocato alla precedente versione prendete seriamente in considerazione l'acquisto; se invece come noi avevate già spolpato l'edizione Wii due anni fa, ora troverete tanti validi contenuti aggiuntivi che potrebbero seriamente tentarvi.
voto grafica7
voto sonoro9
voto gameplay7,5
voto durata8,5