Attraverso una banalissima storia, rappresentata attraverso tavole statiche, legata al possesso di un fantomatico libro sulle antiche tecniche di lotta, al giocatore è in sostanza richiesto di affrontare un numero finito di avversari, sfruttando le proprie doti atletiche attraverso l'interazione con il Kinect della Xbox One.
Esattamente come il suo predecessore, Fighter Within fonda, infatti, le radici del proprio gameplay sull'uso pressoché esclusivo della la versione 2.0 della periferica made in Microsoft. In questo caso il Kinect 2 si dimostra assolutamente all'altezza della situazione, riuscendo a percepire senza troppi patemi d'animo i singoli movimenti richiesti in corso d'opera al giocatore, ovvero Jab, Uppercut, calcio (sarà sufficiente alzare un piede di qualche centimetro), presa e posizioni di difesa (alta o bassa) e di accumulazione dell'energia spirituale, pericolosamente simile alla posizione da assumere per inserire la pausa. Dal punto di vista del gameplay il gioco si ferma di fatto qui, visto che sia i contrattacchi che le eventuali mosse speciali saranno determinate solo dalla propria capacità di mandare a segno un numero predefinito di colpi in sequenza.
Se dal punto di vista concettuale il gioco non pare troppo dissimile dalla masnada di picchiaduro attualmente presenti sul mercato è proprio sul fronte della giocabilità che Fighter Within ha il "merito" di fiaccare anche il più assiduo degli appassionati del genere. Ciò che il Kinect offre in termini di "percezione" e risposta finisce, infatti, con l'essere clamorosamente castrato dal sistema di gioco vero e proprio, incapace di riportare a schermo una fluidità degna di questo nome sia in termini di reazione che di velocità pura.
A prescindere dalla capacità del Kinect di interpretare correttamente i movimenti del giocatore, il titolo firmato Ubisoft mette in campo una lentezza nella risposta a dir poco disastrosa, obbligando di fatto l'utente ad improvvisare ridicoli balletti nella speranza di "azzeccare" qualche combo o contromossa in grado di togliere una discreta quantità di energia vitale dell'avversario. Come se non bastasse, la mancanza in senso assoluto di velocità dell'azione (ovvero il pane quotidiano per un picchiaduro degno di questo nome) riesce poi nell'intento di fiaccare ulteriormente l'azione di gioco, riducendo il tutto ad un infinito slow motion tanto brutto da vedere quanto irritante da subire (fortunatamente non avrete un PAD fra le mani). A poco o nulla serve poi l'implementazione del multiplayer offline, utile se non altro a riportare in auge il sempreverde "mal comune mezzo gaudio".Insomma, in questa prima infornata di titoli per Xbox One ci sono giochi per cui vale la pena investire i propri soldi, altri per cui converrà attendere il primo calo di prezzo, altri ancora per i quali si spera che il tempo sarà galantuomo. E poi c'è Fighter Within ...
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Se non avete ancora acquistato Fighter Within farete meglio ad evitarlo come la peste. Se, invece, siete fra gli sfortunatissimi utenti che lo hanno già in casa, beh, siete sempre in tempo per versarlo prima che cali di prezzo.



