All'inizio della vicenda dobbiamo crare il nostro alter-ego: l'atto si riassume nella scelta di un nome e di un mazzo di partenza
Oltre alla canonica possibilità di modificare il mazzo, avremo a disposizione la storia, lo scontro libero e il multiplayer sia ad-hoc sia online
Una caratteristica importante da segnalare è che ogni creatura è associata a uno dei cinque elementi di acqua, fuoco, terra, foresta e biolite, e che pertanto riceve dei bonus o delle penalità alla propria riserva di punti-vita se viene evocata su un campo dello stesso elemento o, viceversa, su un campo dell'elemento opposto (biolite è neutro). Ogni campo presenta un fronte ed un retro (come una moneta, per intenderci), ciascuno associato ad un elemento: alcuni incantesimi possono voltare i campi da una faccia all'altra, andando così ad influenzare le creature postevi sopra.
All'inizio della nostra carriera di gioco ci verrà chiesto di inserire un nome per il nostro alter-ego digitale e di scegliere il nostro mazzo iniziale, dopodiché ci troveremo da subito inseriti nella modalità storia, o per meglio dire nel breve ma esplicativo tutorial (una delle caratteristiche di TEoJ è infatti quella di non possedere un regolamento particolarmente astruso, sebbene come sempre ogni specifica carta generi eccezioni). Superate queste formalità, potremo finalmente accedere al negozio dove acquistare nuove carte, all'arena di allenamento contro un avversario già affrontato, oppure proseguire nella storia, che si identifica alla fin fine in una serie di scontri successivi (senza bivi o grandi possibilità di scelta se non il mazzo da utilizzare) intramezzati dai dialoghi tra i vari personaggi.
Ogni vittoria ci fornirà nuove carte, un premio in denaro e una nuova sfida disponibile, mentre la sconfitta genererà un premio di “consolazione” (meno carte e meno soldi), oltre ovviamente alla necessità di ripetere la sfida fallita. Dopo aver superato i primi avversari, si renderà finalmente disponibile anche il MultiPlayer: mediante connessione ad-hoc potrete affrontare un amico, oppure in modalità Infrastruttura potrete accedere al PSN e navigare nei server fino all'incontro con un altro giocatore chissà dove nel mondo; in questo secondo caso ad ogni vittoria si conseguirà un punteggio che ci permetterà di scalare la classifica mondiale.
Per ogni "creatura" (leggasi carta) del gioco è disponibile un'esaustiva descrizione relativa all'ambientazione
C'è da dire che anche così il gioco occupa, nella versione scaricata dal PSN, ben 530 MB su Memory Stick, ma il sacrifico è stato veramente grosso: infine, anche i disegni e le animazioni dei personaggi relativi alla storia non sono poi granché. La colonna sonora è abbastanza gradevole, e ai temi “classici” ereditati dal lavoro PS3 accosta alcuni nuovi brani relativi ai vari capitoli della storia. Può comunque capitare, soprattutto quando si passa ripetutamente a situazioni di “scacco” (quattro campi occupati dallo stesso giocatore), che le musiche di circostanza divengano un po' ripetitive. I doppiaggi sono assenti durante i dialoghi, e limitati alla voce dello “speaker” della battaglia (che poi sarebbe l'Eye): inutile dire che anche questo tenda a diventare ripetitivo a furia di ripetere “Mana Charge” e “Mana Release”. I testi su schermo sono totalmente in Italiano.
Prendere confidenza col sistema di gioco è piuttosto facile: come accennato, le regole principali di TEoJ sono semplici, e l'unica cosa che bisogna veramente imparare è a leggere attentamente le varie carte in mano e sul ring prima di fare la propria mossa, ricordandosi inoltre che in questo gioco sono presenti elementi aleatori, come ad esempio abilità che si attivano solo nel 50% dei casi. Il sistema è pertanto un ibrido tra la causalità delle carte e un gioco di strategia territoriale a turni: di base funziona abbastanza bene, ma è anche innegabile come il primo elemento tenda ad inficiare la lungimiranza del secondo (leggasi: potete avere la strategia più efficiente, ma se non vi capita di estrarre la carta giusta al momento giusto c'è poco da fare).
In modalità storia abbiamo inoltre registrato un comportamento “sospetto” dell'IA, tale da farci nascere il dubbio che non segua le normali regole di casualità di un card game. Nello specifico, ogni volta che affronterete un avversario per la prima volta, questo avrà la tendenza a giocare con stressante facilità carte potenti e combinazioni letali; man mano che accumulate sconfitte, il suo modo di giocare diverrà più ordinario, ed intorno alla terza o quarta partita comincerà a commettere errori anche dozzinali, regalandovi alla fine la sospirata vittoria. Se le cose stessero veramente così, ci si chiede quanto senso abbia perdere tempo ad acquistare carte e settarsi un mazzo, anche tematico in funzione dell'avversario...
Ovviamente le cose cambiano in MultiPlayer, quando dall'altra parte del WiFi c'è un avversario umano che deve sottostare alle vostre stesse leggi probabilistiche: si evince sin dai primi scontri che è per questo scopo che il gioco è realizzato, come d'altronde il predecessore su PS3, ma quando ci si ricorda che per avere un mazzo interessante bisogna prima affrontare, se non tutta, buona parte della campagna in singolo, si ha una sensazione di attrito tra le due nature. “Fortunatamente” (da quando in qua una longevità breve è da considerarsi fortuna?) la storia si può portare a termine in sette-dieci giorni, lasciandovi liberi di dedicarvi anima e corpo al Multy.
Insomma, questo Legends riesce a portare su PSP l'originale Eye of Judgment con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, rinunciando al fascino, ma anche alle scomodità, del PSEye e delle carte reali e offrendo un'esperienza di gioco in solitario, per quanto non eccelsa, che mancava nel predecessore PS3. Il suo vero scopo è comunque il MultiPlayer online tramite PSN: se avete accesso a questo genere di servizio potrete divertirvi con molteplici avversari, ma in caso contrario probabilmente non troverete il gioco particolarmente stimolante.
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Diciamolo chiaramente: ciò che rendeva The Eye of Judgment su PS3 un gioco interessante ed innovativo era il fatto che sfruttasse la PS3 e il PSEye come ponte di collegamento tra due giocatori di un collector card game, accompagnando il tutto con una realizzazione tecnica tutto sommato onesta. La trasposizione su PSP perde gran parte di questo fascino, ed anche se è stata inserita una modalità storia, indispensabile per accumulare i soldi necessari all'acquisto delle carte virtuali, questa risulta essere una sequenza lineare di scontri, senza bivi e senza la presenza di una vera “avventura”. La realizzazione tecnica, inoltre, soffre parecchio del downgrade, dovendo tra l'altro venire a patti coi limiti di spazio su UMD o su Memory Stick. Il risultato è un gioco ibrido di fortuna e di strategia (tra l'altro con un'IA dal comportamento sospetto) che raggiunge la sufficienza solo per la possibilità di giocarlo in MultiPlayer online.



