Se i ricordi e le emozioni che un titolo è in grado di trasmettere all'utente fossero da soli sufficienti a decretare il successo dello stesso, beh, The Duke of Hazzard meriterebbe di essere annoverato tra i capolavori elettronici di fine millennio. Le cose, ahimè, non stanno in questi termini. Il lavoro dei South Peak Interactive/Ubisoft mostra palesi e sfacciate lacune tecniche, con una cosmesi che riporta tristemente alle origini dei videogiochi poligonali ed una scomoda e malcurata implementazione del sistema di controllo. A tutto ciò va aggiunta la limitata profondità visiva che pregiudica la guida del mezzo e la cronica monotonia dei fondali. Il mito del Generale Lee e dei cugini Bo e Luke non è da solo sufficiente a porre opposizione alla "mandria" di difetti e bug che il titolo può annoverare. Il prodotto tutto sommato si esaurisce nella presentazione generale, nella bandiera Sudista del Generale, nel suono del suo clacson, e nelle gambe della bella Daisie. Nulla di più.