Siamo all'inizio del gioco. Jackie è appena scampato ad una trappola tesa dallo zio Paulie. Che la vendetta abbia inizio.
Questi si suddivideranno nella possibilità di poter disporre di alcune “estensioni” utili per poter accedere a locazioni altrimenti inaccessibili o per potersi disfare facilmente di fonti di luce o direttamente dei nemici di turno, ma anche di poter richiamare entità chiamate Darkling, pronte a svolgere il lavoro sporco per nostro conto. A dire la verità, a parte alcune situazioni palesemente pilotate, il supporto dei Darkling è pressoché nullo e risultano essere una presenza più di che altro di contorno. La natura di questi poteri è, manco a farlo apposta, alimentata dalla presenza dell'oscurità, per cui sarà compito del giocatore di eliminare le fonti di luce per poter disporre al massimo delle potenzialità i poteri della Tenebra. Ovviamente nel corso del gioco tali poteri saranno man mano potenziati con rinnovate e spettacolari virtù, capaci di facilitare fin troppo il compito del giocatore. Una carenza pressoché cronica delintelligenza artificiale avversaria, infatti, unitamente all'utilizzo della Tenebra, farà si che l'avanzamento di Jackie risulti essere particolarmente agevole, soprattutto quando ci si ritroverà a dover combattere in una sorta di universo parallelo dove il nostro protagonista dovrà affrontare un esercito nazisti-zombie in una allegorica rappresentazione della prima guerra mondiale.
Nel corso delle missioni più “urbane”, invece, Jackie si muoverà all'interno di una New York perfettamente riprodotta e collegata in tutte le sue locazioni da una galleria di metropolitane funzionanti e abitate da un sottobosco di popolazione con cui potremo interagire per ottenere utili informazioni o brevi sub-quest da risolvere. In realtà si tratta, anche in questo caso, di operazioni di contorno che poco hanno a che fare con la nostra storia e che, al contrario, tendono a stemperare un po' la tensione narrativa, ma che daranno modo comunque al giocatore di apprezzare un sistema di gioco che molto ha a che vedere con quel “The Chronicles of Riddick” che ha lasciato un pesante segno sulla produzione vista sulla prima Xbox. Jackie infatti potrà parlare praticamente con tutte le persone che popoleranno la “subway” newyorkese e anche se la maggior parte di questi risponderanno in maniera piuttosto “robotica”, ce ne saranno alcuni che saranno prodighi a chiedere favori di varia natura al buon samaritano di turno. A voi la decisione se accettare tali sub quest o meno. La ricompensa risiederà nella maggior parte delle volte in alcuni numeri telefonici che se composti sbloccheranno bonus di varia natura (artwork o video del backstage del gioco).
Laddove non arriva la trama o il gameplay, sopperisce una realizzazione tecnica di tutto rispetto che, fatto salvo per alcuni cali di frame rate, sfrutta discretamente la potenza dell'hardware Sony. E sebbene l'aspetto visivo sia praticamente identico a quanto già visto su Xbox 360, non possiamo fare a meno di notare l'assenza di tutta una serie di effetti, come quello del motion blur, che avrebbero sicuramente dato maggior vigore a tutto il comparto tecnico. Oltre a questo, alcuni modelli poligonali avversari fanno storcere il naso per una realizzazione piuttosto approssimativa, ma la realizzazione degli ambienti e il sistema di illuminazione veramente ben realizzato, sopperiscono a queste piccole mancanze. Ottimo anche l'audio, sia nei suoi effetti speciali, sia nel doppiaggio dei suoi protagonisti principali che vedono su tutti quello relativa propria alla Tenebra, affidata a Mike Patton, indimenticato cantante dei Faith no More e autore di una prova realmente inquietante. Pollice verso, invece, per il multiplayer di The Darkness che graffia ma non convince e che, tra l'altro, presta anche il fianco ad un codice di rete non perfetto. Lag pressoché costante e modalità di gioco non brillanti, hanno reso piuttosto insipido il piatto multi-utente preparato da Starbreeze. Eppure la possibilità di potersi trasformare in qualsiasi momento in un demoniaco Darkling appariva particolarmente affascinante, ma alla prova dei fatti si è dimostrato come l'ennesimo elemento di gioco lasciato in superficie e non sufficientemente approfondito.
Insomma, The Darkness vive un po' di quella stessa natura “doppia” che gli sviluppatori hanno creato per Jackie Estacado. Da una parte un ottimo racconto horror che potrebbe tranquillamente vivere per conto suo, senza avere necessità di un gioco a supporto (così come il fumetto originale da cui s'ispira), dall'altro un gioco che per lunghi tratti si fa giocare d'inerzia, facendo dimenticare al giocatore il “perché” di tutto quello che gli accade intorno. Eppure in alcuni frangenti, quando queste due anime s'incontrano, The Darkness è capace di regalare dei momenti indimenticabili. Rare perle videoludiche dove gameplay, sentimenti e racconto si fondono in unico, potente, veicolo narrativo. Rimane comunque il dubbio che il progetto legato alla sorte di Jackie fosse in realtà più profondo e complesso e che quello che ci troviamo davanti sia il frutto di una certa “urgenza” dell'editore di dare alle stampe un gioco che forse avrebbe meritato ancora qualche tempo di sviluppo perché così com'è, galleggia in una perenne penombra. Come Jackie.
8
Pur non essendo un prodotto perfetto e risultando un gradino più indietro rispetto a Riddick, The Darkness riesce ad essere comunque un prodotto valido, grazie soprattutto ad un buon mix di elementi quali giocabilità, trama e interazione che lo rendono un prodotto godibile e per lunghi tratti avvincente. Dispiace invece notare come elementi quali l'intelligenza artificiale e la varietà di gioco siano stati sacrificati in favore di un gameplay più classico e lineare, vanificando l'introduzione di alcuni poteri della Tenebra che non sono stati sfruttati a dovere. Imperdibile il doppiaggio inglese di Mike Patton, a tratti realmente inquietante.



