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Recensione Tekken 5

Francesco RomagnoliDi Francesco Romagnoli (28 giugno 2005)
Per cominciare a parlare di questo Tekken, partiamo dalla componente più buffa e ridicola: i tentativi di dare una motivazione, riguardante ormai una trentina di personaggi, per indire e partecipare ad ogni nuova edizione del “torneo del pugno di ferro”. Julia Chang ad esempio si chiede: “Cosa posso fare per salvare la foresta amazzonica?” e la ovvia risposta è “partecipare ad un torneo dove ci si mena spensieratamente!” E così un po' per tutti gli altri personaggi, tranne qualche rara eccezione. Ma almeno Namco sa anche scherzare e non prendersi troppo sul serio. Una buona trama certo aiuta ad immedesimarsi nei personaggi e a sentirsi ribollire il sangue nelle vene come se ci si ritrovasse sul ring in prima persona, ma quello che conta veramente, e gli sviluppatori lo sanno, è donare ai videogiocatori quel tanto di sano ed immediato divertimento che si va cercando mediante l'acquisto di questo dvd che ha sostituito quello che una volta era lo spensierato inserimento del gettone nel cabinato della sala giochi sotto casa.
Tekken 5 - Immagine 1
Ecco un esempio di come sia possibile personalizzare i personaggi: King re della Giungla...
Tekken 5 - Immagine 2
...King autunno/inverno....
Tekken 5 - Immagine 3
...e infine King modello Giuditta...certe combinazioni sfiorano il kitsch.
La Morra Cinese dei picchiaduro
Le caratteristiche che da sempre hanno innalzato la serie ai fasti di questo genere sono sempre state l'immediatezza e la spettacolarità. Il divertimento deriva esattamente dalla semplicità di gioco che lo rende accessibile a tutti in breve tempo. Così che anche i novizi possono partecipare e cercare di battere chi davanti allo schermo ci ha speso ore ed ore. I colpi e le parate sono schematiche: possono essere a 3 differenti tipi di altezza e a cui corrispondono le rispettive possibilità di parare gli attacchi. Bisogna individuare l'esatto tipo di opposizione per il colpo che crediamo ci verrà scagliato contro e nel frattempo pensare alla nostra controffensiva. Si crea così un mix tra psicologia e riflessi che all'aumentare della bravura dei contendenti si farà sempre più serrato e di conseguenza spettacolare. Spettacolare perché un'altra caratteristica che è sempre stata un punto forte della serie sono le tipologie di arti marziali proposte e come viene riprodotto l'impatto delle mazzate su schermo. Quando un pugno raggiunge la mascella dell'avversario, o quando sbattiamo a terra il nostro nemico, il mix tra impatto visivo e sonoro rende l'idea dell'urto in maniera quanto mai incisiva (per poter citare giochi altrettanto convincenti in questo senso la mente ci corre molto indietro nel passato a quel fantomatico “International Karate” che tanto aveva impressionato a suo tempo). Ma come detto, questa è storia passata, chi conosce Tekken (crediamo siano davvero in pochi i videogiocatori che ancora non lo conoscono) sa di cosa stiamo parlando ed attende di sapere cosa aspettarsi da questo nuovo capitolo. Per chi fosse giunto sino all'ultimo capitolo, il numero 4 per PS2, vanno citati i cambiamenti.

C'è stata un'inversione di rotta: in casa Namco hanno capito che le innovazioni apportate con le ultime pubblicazioni non procedevano nel verso giusto; ecco perché si è deciso di abbandonare fetaure come le arene multi-livello e di limitare gli spostamenti e contro-spostamenti proposti, per tornare ad una semplificata meccanica di gioco che punta tutto sulla sostanza, come di fatto era una volta. Intendiamoci, non è che questo sia un seguito che aggiunge i classici 2-3 personaggi e nulla più, anzi... Tanto per cominciare si è provveduto ad allargare il parco mosse di ogni personaggio e a migliorare il sistema di collisioni, per rendere sempre più concreto e vario il “core-business” del gioco. Poi gli sviluppatori si sono dati da fare soprattutto nel tentativo di migliorare ed allungare la vita di questo gioco nella configurazione “single-player” aggiungendo varie modalità e buttando l'occhio anche su quanto la concorrenza ha saputo fare negli ultimi tempi. Bisogna dire che i risultati non sono male, anche se c'è qualche alto e basso, ma per esaminare bene cosa ci propone questo nuovo volume di Tekken, andiamo ad analizzare le varie modalità nel dettaglio.

La moda delle modalità
Cominciamo con i classici.
La prima scelta è la tipica “Story Battle”. Altro non è che la solita serie di scontri in fila che si concludono con il boss finale (in questo capitolo Jinpachi Mishima, il classico mezzo mostro con le mosse inparabili ed estremamente letali) e che è inframmezzata da filmati in full-motion o da altre immagini fumettose a spiegare la trama intessuta per ciascuno dei personaggi. Naturalmente una volta sbloccati, i video saranno tutti disponibili nell'apposito archivio in modo da non dover finire il gioco di nuovo per poterli rivedere. Questa è insomma la modalità quasi indispensabile, soprattutto perché consente di sbloccare i alcuni protagonisti nascosti all'inizio. Quindi se si vuole avere la lista completa dei combattenti a disposizione bisognerà a tutti i costi portare a termine il gioco con i vari personaggi. L' “Arcade Battle” invece è una delle nuove tipologie di gioco selezionabili. Facile intravedere lo spunto proveniente da titoli concorrenti come Virtua Fighter e Soul Calibur. Non si tratta altro che di affrontare avversari su avversari, ognuno però caratterizzato da gradi diversi di abilità (rappresentati in questo caso da dan, come le cinture delle arti marziali) per poter essere a nostra volta accreditati di titoli sempre maggiori. Inoltre ad ogni incontro vinto, a seconda della difficoltà, ci verranno donati dei crediti che andranno poi spesi nell'apposita sezione che consente di personalizzare tutti i personaggi tramite nuovi capi d'abbigliamento, oggettistica varia. Non siamo ai livelli di customizzazione di altri titoli ma l'idea è apprezzabile; in fondo la mania consumistica del guadagna-spendi-colleziona sta contaminando un po' tutti i generi, e anche se può sembrare una soluzione di basso profilo per aumentare la longevità di un titolo, bisogna ammettere che, anche visti i risultati, funziona. Come nei vecchi episodi sono sempre presenti le modalità “Time Attack” e “Survival”, ormai immancabili, Lo scopo della prima è di arrivare a terminare la sequenza caratterizzante lo story-mode nel minor tempo possibile, e la seconda invece nel tentare di sopravvivere al maggior numero di avversari con la barra dell'energia che si ricarica di un poco da un combattimento all'altro. Si era già vista anche la modalità che simula un picchiaduro a scorrimento, in questo caso chiamata “Devil Within”, ma in questo caso si potrà scegliere il solo Jin Kazama per affrontare questa sfida. Come al solito non è niente di speciale, si rivela anzi piuttosto noioso e scarno, utile a donare solo un po' di varietà in più e poco altro.
Tekken 5 - Immagine 5
Gli effetti grafici di alcuni paesaggi sono affascinanti
Tekken 5 - Immagine 6
Posizione del drago con annesso sfondo
Tekken 5 - Immagine 7
Un cazzottone in pieno sterno, non proprio un toccasana
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