Sono passati due anni dagli eventi conclusivi di Symphonia, i mondi di Sylvirant e Tethe'alla sono stati riunificati sotto l'egida di Lloyd, ma questa forzata pacificazione ha portato a degli sconvolgimenti climatici e territoriali che hanno risvegliato degli attriti tra le popolazioni. In questo scenario ricco di tensione faremo la conoscenza di Emil, un ragazzo molto timido e impacciato, orfano di entrambi i genitori deceduti a causa di un incidente ad opera di Lloyd.
Ogni qual volta ci avvicineremo ad un nemico verremo traslati in una apposita area di combattimento.
Una scelta che rende il gioco maggiormente lineare e guidato, ma che è stata probabilmente dettata dagli eccessivi caricamenti che caratterizzavano gli spostamenti nella mappa di Tales of the Abyss. Anche i combattimenti, elemento da sempre caratteristico della serie, hanno subito una piccola ma importante modifica; essi avranno inizio ogni qual volta ci avvicineremo troppo ad un nemico, dopo di che si entrerà in una apposita sezione riservata al combattimento, una sorta di arena dove gli scontri avverranno in tempo reale come nel più classico degli hack'and slash. Avremo modo di sferrare con tutta facilità diversi tipi di attacchi (anche speciali), ma nonostante una buona cura generale in alcune fasi le battaglie diverranno un po' ripetitive, portando il giocatore a programmare i suoi attacchi lasciando la cpu a gestirli.
La novità in tal senso è data dalla possibilità di stringere delle alleanze con alcuni dei mostri, che potranno essere addestrati, cresciuti e mandati in battaglia, in maniera simile a quello che da sempre accade nella serie Pokemon. Una aggiunta non stratosferica ma comunque interessante ed in grado di dare un pizzico di varietà supplementare agli scontri. Per il resto il titolo è strutturato in maniera abbastanza classica: numerosi personaggi non giocanti con cui interagire, tante ambientazioni da esplorare (anche se per esigenze narrative all'inizio saremo un po' limitati), ed alcuni piccoli enigmi da risolvere.
La longevità è assicurata dal cospicuo numero di ore necessario per portare a termine l'avventura, oltre le trenta, peccato però che una volta completato il gioco sono pochi gli stimoli a riprenderlo. Il sistema di controllo si basa sull'accoppiata Wii Remote/ Nunchuk viene in questo caso utilizzato in maniera pressoché canonica, gli accelerometri non sono mai sfruttati, mentre il sistema di puntamento si pone solamente come opzionale alternativa al movimento del personaggio rispetto allo stick analogico o alla croce direzionale, addirittura tutte le azioni potranno essere effettuate anche utilizzando il solo “telecomando”.
Graficamente il titolo pare utilizzare lo stesso motore grafico del predecessore, ritoccato forse per offrire dei personaggi adeguatamente realizzati e dettagliati, ed una buona fluidità generale, che però mostra tutti i segni del tempo davanti ad alcune texture davvero povere.
Piuttosto altalenante anche il comparto audio; a dei buoni i brani di accompagnamento (seppur non al livello del titolo per Gamecube), si contrappone un doppiaggio (in inglese) davvero di bassa fattura, con voci poche adatte e spesso fastidiose, sarebbe stato meglio lasciare a questo punto i soli sottotitoli peraltro discretamente tradotti in italiano.
Seppur lontano dagli standard qualitativi settati dal suo predecessore, Dawn of the New World saprà stemperare la fame di jrpg dei possessori del wii, in attesa del prossimo Tales of “ufficiale”, ormai prossimo al debutto in Giappone.
6,5
Escludendo i capolavori presenti nella Virtua Console, sul Wii c'è davvero penuria di jrpg. Ecco perchè seppur lontano dagli standard qualitativi raggiunti dal suo predecessore, Dawn of the New World è un titolo che pur con i suoi limiti è in grado perlomeno di stemperare la fame di giochi di ruolo da parte degli appassionati, in attesa del prossimo Tales of “ufficiale”, altra esclusiva Wii ormai prossima al debutto in Giappone.


