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Recensione Syphon Filter

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (19 febbraio 2000)
Gli agenti segreti, è innegabile, hanno sempre avuto il loro fascino. A questa particolare professione sono stati dedicati centinaia di libri (si va da Fleming con il suo "supereroistico" James Bond ai più tormentati personaggi di Le Carre, passando per ogni possibile variazione sul tema), film a palate e, ovviamente, un bel pò di videogiochi (il migliore, inutile dirlo, rimane Spy vs. Spy per i computer a 8 bit... ah, i ricordi...). Eccoci quindi pronti a recensire questo Syphon Filter che, sebbene sia uscito ormai da un anno (controllate Freegames nei prossimi mesetti per la recensione del suo promettente seguito), rimane un ottimo titolo con cui passare qualche serata di fronte alla Psx
Syphon Filter - Immagine 1
Notate le pose plastiche.
La trama è piuttosto classica: c'è un supercattivone (tale Erich Rohemer) che ha deciso di fomentare il caos mondiale spargendo qua e la un potentissimo virus “programmabile” per attaccare particolari gruppi etnici e ci siete voi, Gabriel Logan, tipico agente da vodka-e-martini-agitato-non-mescolato, che avete il compito di rimediare a tutto (ovviamente da soli, visto che le rare volte in cui vi vengono mandati dei rinforzi questi ultimi vengono annientati dopo dieci secondi). Non vi tedierò con minuziose descrizioni di ciò che succede in seguito durante l'avventura, ma sappiate comunque che la storia si dipana piuttosto fluidamente tra situazioni e personaggi che, per quanto possano essere stereotipati, fanno comunque egregiamente il loro dovere e forniscono al titolo un'atmosfera di tutto rispetto
Le scelte riguardo al motore grafico operate dai 989 Studios sono piuttosto classiche: avrete sempre il sederone (ehmm...) del vostro personaggio in primo piano, con la telecamera spostata giusto un ciccino verso l'alto per consentirvi di vedere meglio dove state andando, anche se c'è da dire che potrete passare alla visuale in prima persona per utilizzare la mira manuale (comunque non aspettatevi di giocare a un clone di Goldeneye, visto che l'unico movimento che potete compiere in queste condizioni è il classico passettino di lato). Nulla di nuovo sotto il sole, dunque, c'è però da dire che il tutto è realizzato davvero ottimamente e non vi capiterà mai (diciamo quasi mai, la perfezione purtroppo va al di là dell'hardware della PlayStation) di vedere inquadrature da dietro un muro (come in Tomb Raider, per intenderci), poligoni che spariscono bellamente portandosi dietro tutte le loro textures (mai sentito parlare di Tomb Raider ?) o deformazioni delle textures stesse al limite del ridicolo (tranquilli, in Tomb Raider ci sono pure quelle...). Anche i rallentamenti sono ridotti al minimo, e persino nelle aree più affollate di nemici non noterete cali di frame rate rilevanti: completano il quadro delle ottime esplosioni, delle animazioni più che discrete e delle luci colorate (piuttosto finte, ma vabbè) che aggiungono un tocco di, uhm... colore ai vari livelli
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