Tiscali

Recensione Suspiria

Pochi brividi e molta classe nel remake dell'horror di Dario Argento
Luca Brienza Di Luca Brienza(19 dicembre 2018)

Dopo Chiamami col tuo nome, Luca Guadagnino torna sul grande schermo con una sfida non da poco: il remake di Suspiria, la pellicola del 1977 diretta da Dario Argento, e lo fa con un film destinato a suscitare sentimenti e opinioni contrastanti. Non è un film horror. Del genere, infatti, esprime solo alcuni tratti ma non il ritmo, né la tensione. Non è un film splatter ma prende in prestito diversi elementi, impiegandoli in modo originale. Non è un film sulla danza ma è un omaggio all'arte della danza.

Siamo nel 1977, la ballerina americana Susie Bannion si trasferisce a Berlino per entrare nella prestigiosa compagnia di ballo Markos Tanz Company. Sotto la guida di Madame Blanc, Susie inizia un percorso di perfezionamento e intanto stringe amicizia con la compagna Sara. Una serie di efferati omicidi sconvolgerà l'istituto e i sospetti, sia da parte di Sara che di Susie, cadranno proprio su Madame Blanc...

La versione di Suspiria di Guadagnino è una pellicola con il freno a mano tirato. Lunga e lenta, nei  suoi 152 minuti, tende a voler incamerare fin troppe tematiche, alcune a fare da cornice e altre, invece, centrali per la narrazione. Su tutte emerge quella della figura della Madre, descritta come entità che può sostituire chiunque, ma che non può a sua volta essere sostituita.

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Il cast è a dir poco eccellente, Tilda Swinton brilla in entrambi i ruoli che interpreta egregiamente; Dakota Johnson, algida e imperscrutabile, è perfetta per la parte di Susie Bannon.

Molto affascinante e curata è la fotografia di Sayombhu Mukdeeprom; alcune scene, girate in una sala piena di specchi, ricordano la magia de Il Cigno Nero: la macchina da presa c'è ma dov'è? La trovata, riproposta forse eccessivamente, è brillante e comunica quel che deve.

Del film di Dario Argento c'è ben poco, e forse non è necessariamente un male. Suspiria di Guadagnino è uno spettacolo a sé, un film ricco di stimoli visivi e di spunti tematici che, tra lunghe, minuziose riprese e qualche forte brivido, pecca un po' di vaghezza. Bella e degna di nota, infine, è la colonna sonora di Thom Yorke.

Suspiria
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Maternità, femminilità e senso di colpa: questi i temi intorno ai quali ruota il remake di Suspiria, firmato Luca Guadagnino. Esteticamente impeccabile e ottimamente recitata, la pellicola soffre però l’eccessiva lunghezza e l’inevitabile confronto con l’originale, dal quale comunque si discosta saggiamente per tentare una interpretazione inedita.