Gli sviluppatori HouseMarque sono sempre gli stessi, ma all'epoca si chiamavano TerraMarque: sotto tale nome pubblicarono anche un picchiaduro fantasy intitolato Elfmania, tecnicamente impressionante ma piuttosto scarso quanto a giocabilità. Più recentemente, il team finlandese è divenuto famoso non solo per l'ottimo Super Stardust HD su Ps3, ma anche per l'eccellente shooter horror Dead Nation. Ma torniamo ai giorni nostri: dopo l'edizione Ps3 e quella PSP infatti, non poteva mancare un sequel sviluppato appositamente per PS Vita, che ha il compito di arricchire la già nutrita line-up di lancio della potentissima console portatile Sony.
A questo punto alcuni si chiederanno che senso possa avere un titolo del genere, dal momento che si tratta di un gioco praticamente privo di trama e dalle meccaniche reiterative che ricalcano quelle dei due episodi già usciti. In realtà questa terza edizione di Super Stardust ha numerosi motivi di essere, e merita tutta l'attenzione di ogni tipo di giocatore, che sia attratto dalla sfida, dalla potenza grafica o dalla pura giocabilità vecchia scuola. Già l'episodio su PlayStation 3 faceva evolvere la serie in una direzione estremamente spettacolare ed efficace: basti pensare a come risolsero il disorientante effetto dell'astronave che esce dal bordo dello schermo e rientra dall'altro (tipico di Asteroids, Blasteroids, Stardust e relativi cloni) sostituito da una rotazione infinita attorno a dei pianeti, una soluzione spettacolare, elegante e funzionale all'evoluzione del gameplay. Ma anche l'intuizione dei diversi tipi di rocce spaziali da distruggere con specifiche armi aggiungeva quel tocco di profondità che mancava. La successiva edizione PSP subiva invece un ridimensionamento grafico rispetto alla precedente edizione, ma portava il tutto su un dispositivo portatile, ambiente ideale per questo tipo di giochi. Quest'ultimo capitolo per PS Vita non solo unisce questi due fattori (innovazione e portatilità), ma vede il gioco evolversi ulteriormente in diverse direzioni.
Super Stardust Delta è infatti il miglior capitolo della trilogia sotto tutti gli aspetti, ma è anche la summa dell'evoluzione ludica dello sparatutto oldschool; il paradigma degli arcade a gettone a schermata fissa. Non solo si dimostra tecnicamente ed artisticamente impressionante (il design di pianeti, nemici, effetti grafici e boss è decisamente migliore rispetto all'episodio Ps3), ma anche più evoluto nella sostanza, con una serie di modifiche e migliorie che rendono il gioco ancor più godibile, divertente, immediato. Innanzitutto alcuni storceranno il naso nello scoprire che le armi sono passate da tre a due: se prima avevamo anche lo “spaccarocce”, adesso ci sono solo il fuoco ed il ghiaccio. Tale cambiamento contribuisce a far diventare il gioco più immediato ed intellegibile ma non lo rende assolutamente più facile o banale di prima. Il dover districarsi tra tre armi a rotazione era più macchinoso; ora con la riduzione a due le cose funzionano decisamente meglio e si ha una sorta di “effetto Ikaruga” che mancava nei vecchi capitoli.
12