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Recensione Super Mario Advance

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (27 marzo 2001)
La lunga e travagliata vicenda di Super Mario Bros. 2 vede il suo (probabile) ultimo atto in questa edizione pensata e realizzata appositamente per il Game Boy Advance. La tradizione Nintendo di inaugurare ogni nuova macchina con un episodio della lunga, gloriosa e impeccabile avventura pensata da Shigeru Miyamoto non viene quindi interrotta, contemporaneamente la casa di Kyoto riesce a ridurre al minimo lo sforzo concettuale e realizzativo, riciclando a tutti gli effetti un lavoro ormai datato. Se pensate che in questo senso si stia condannando la madre dei videogiochi per eccellenza, siete in ragione solo in parte: indubbiamente un nuovo episodio di Mario sarebbe stato accolto con maggior entusiasmo e affetto, ma è doveroso ricordare che il buon Maestro (Miyamoto) è da tempo al lavoro sull'attesissimo capitolo che darà il via alle danze del Gamecube... non avremmo osato disturbarlo proprio ora. Tanto più che ci troviamo di fronte a un gioco comunque validissimo
Super Mario Advance - Immagine 1
Mario con una mega rapa, una delle piccole novità introdotte in questa edizione di Super Mario. Bros 2 - Super Mario Advance
Iniziamo col fugare i pochi dubbi ancora rimasti, con buona probabilità, ai lettori che non avessero avuto occasione di leggere l'anteprima del gioco, pubblicata tempo addietro su queste stesse pagine. Super Mario Advance può fregiarsi di un nome tutto nuovo per il semplice motivo che racchiude in sé due giochi completi, il già citato Super Mario Bros. 2 (qui nomato Super Mario U.S.A., come spiegheremo tra poche righe) e l'ancestrale Mario Bros, quello delle testate alle tartarughe et similia insomma. Alla storia passerà comunque Super Mario Bros. 2, dato che l'ormai palelotico Mario Bros. può e deve fungere unicamente da godibilissimo extra, per quanto si rivela limitato nell'esperienza per il singolo giocatore (di tutt'altra pasta è realizzata l'opzione multiplayer, come vedremo poi)
Ma in cosa consiste esattamente l'intricata "vicenda" che si cela dietro ai tanti cambi di nome di questo capitolo di Mario? E' presto detto: inizialmente introdotto sul mercato giapponese con il nome di Doki Doki Panic, il gioco non rientrava assolutamente nella famiglia mariesca, offrendo uno stile di gioco differente e dei personaggi diversi dagli usuali Mario e Luigi. Doki Doki Panic fu in seguito portato negli Stati Uniti con il nome di Super Mario Bros. 2, per l'occasione furono naturalmente rivisti i personaggi principali (i quattro citati inizialmente) e il cast dei nemici. Il successo fu inaspettato e di grandi dimensioni, tanto da rilanciare (casomai ce ne fosse bisogno) la buona stella di Mario in tutto il globo. In Giappone, per intanto, quello che veniva comunemente sentito come Super Mario Bros. 2 era il gioco che arriverà in occidente solo grazie alla raccolta Super Mario All Stars (Super Nintendo, 1993), ovvero Super Mario Bros. the Lost Levels, titolo tecnologicamente e concettualmente identico al primo gloriosissimo Super Mario... una sorta di data disk in formato cartuccia. Dopo questo doppio scambio Giappone-Occidente, Nintendo pensa oggi di riproporre un gioco che, sotto queste vesti, risulta inedito per il paese del Sol Levante, una scelta tutto sommato comprensibile per il lancio nipponico del Game Boy Advance. Uff, lezione di storia ultimata, passiamo all'attualità..
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