Lo stile di gioco ricalca piuttosto da vicino quanto visto nei vecchi Colony Wars per Psx, e presenta uno schema di comandi inizialmente ostico che va domato a dovere. Con lo stick destro ruoteremo il muso della nave (e conseguentemente il mirino) a 360 gradi, quello sinistro, invece, sarà deputato alla gestione di beccheggio e rollìo (insomma: su, giù e rotazione sull'orizzonte), mentre i grilletti di serviranno al controllo di velocità (SX) ed armi (DX). Fortunatamente è possibile modificare questa configurazione e non mancano i tasti di lock-on, flare e trasformazione (nel caso in cui staremo usando un velivolo alla Macross). Ovviamente, trovandosi a gravità zero, il nostro mezzo interstellare avrà un'inerzia ben superiore a qualsiasi aereo terreste, quindi dovremo tener conto anche di questo mentre faremo pratica tra manovre ardite e bersagli impossibili.La difficoltà del gioco aumenterà esponenzialmente avanzando, con numerosi sciami di navicelle nemiche e resistentissime corazzate spaziali, ma in nostro aiuto arriva proprio la trasformazione in mech: nei panni di robottone avremo a disposizione attacchi molto più potenti, lock-on automatico e possibilità di schivare agilmente i colpi nemici, tuttavia manca quella fisicità dell'azione e degli impatti tipica delle produzioni giapponesi.
Chi pensa di avere a che fare con un nuovo Zone of the Enders rimarrà deluso, infatti la conformazione mech va usata con parsimonia (c'è una barra ricaricabile che si esaurisce piuttosto in fretta) e si comporta in maniera poco differente dalla tradizionale astronave: accelerazione e decelerazione vengono spostati dai grilletti allo stick sinistro, e come detto abbiamo il lock-on automatico (che prende il posto del tasto flare) e la possibilità di sparare missili multipli, ma per il resto la navigazione appare sempre piuttosto impacciata ed inerziale. In sostanza manca la plasticità dei movimenti e delle animazioni che ci si aspetterebbe da un robottone di Robotech, al contrario siamo a bordo di una rozza scatoletta di latta con appendici che vaga nello spazio. Probabilmente tratta proprio di inesperienza, di una visione di gioco basata su canoni occidentali (Colony Wars principalmente) che ignora tutta una serie di accorgimenti tipicamente nipponici tesi a rendere un gioco più soddisfacente e “fisico”. Persino il senso di velocità smodata manca quando si attivano i propulsori, e le fragorose esplosioni che vedremo da vicino lasceranno spazio a delle vere e proprie puzzette spaziali se viste dalla distanza.Tecnicamente parlando il gioco è piacevole, beneficia dell'alta risoluzione di PlayStation 4 ed è generalmente molto fluido (circa 60 fotogrammi al secondo con qualche calo nelle fasi più affollate), ma la complessità poligonale dei vari elementi è molto bassa per gli standard odierni. Soprattutto i Mech sono realizzati a risparmio, con un gusto ed uno stile molto discutibili: sembra quasi che siano usciti da un sacchetto di patatine. Gli effetti particellari, l'illuminazione e gli sfondi sono invece ottimi, ma purtroppo altri particolari come le esplosioni e le cutscenes lasciano parecchio a desiderare. Il versante audio ci offre delle buone musiche ed una recitazione inglese dei dialoghi più che sufficiente, accompagnati da validi sottotitoli in italiano.
6,5
Strike Suit Zero DC va a riempire un vuoto presente da sin troppo tempo sulle console da gioco. Il titolo realizzato dai Born Ready Games farà certamente la gioia di chi ricorda con affetto le battaglie spaziali dei vari Colony Wars e Wing Commander, ma nonstante il prezzo abbordabile (intorno ai 19 euro) l'offerta ludica risulta comunque lacunosa. I comandi sono addomesticabili ma poco immediati, mentre l'azione di gioco risulta generalmente lenta e con pochi momenti davvero esaltanti. La più grande pecca risulta comunque il feedback fornito al giocatore, con movimenti, animazioni ed esplosioni poco efficaci nella loro scarsa fisicità. Il versante grafico avrebbe dovuto essere più curato anche nei modelli, piuttosto elementari nonostante una buona illuminazione ed ottimi effetti particellari a corredo. Se a tutto ciò aggiungiamo un numero di missioni piuttosto contenuto, una certa ripetitività dell'azione ed una fluidità che talvolta perde colpi, abbiamo il quadro completo di un titolo che, nonostante le aggiunte di questa edizione speciale, dimostra la scarsa esperienza del suo team di sviluppo.



