Tiscali

Recensione Stormrise

Tempeste di fuoco. Più che un disastro, un buco nell'acqua
Davide Ottagono Di Davide Ottagono(25 aprile 2009)
Alle volte, sarebbe più salutare - per i videogiocatori e per i portafogli - lasciare le cose nel proprio luogo di origine. Secondo la teoria dell'ostrica, nel momento in cui un qualcosa abbandona la casa che gli ha dato i natali e l'ha cresciuto, è costretto ad un futuro di atroci sofferenze, culminanti indissolubilmente con la morte. Sembra quasi che Verga, il poeta siciliano che ha coniato la frase di cui sopra, avesse previsto gli infiniti tentativi di trasportare gli strategici in tempo reale da PC a console. Quante volte avete sperato in un porting decente del vostro RTS preferito e poi siete rimasti delusi? Dieci? Cento? È Creative Assembly, a questo giro, che prova a spezzare il circolo vizioso. Le idee c'erano, i cervelli pure (dopotutto parliamo dei creatori di Total War): secondo la carta, Stormrise poteva trasformarsi in un baluardo vincente, unica stella splendente di una stirpe ripudiata. Eppure, nell'applicazione pratica, non tutto è andato come previsto.
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Pianeta Terra, in un futuro non meglio specificato. La tecnologia ha compiuto progressi così significativi da prendere il posto della razza umana stessa, tanto da rivoltarglisi contro. Non stiamo a svelarvi nulla, ma sappiate che l'indebolimento del globo ha portato ad un'alterazione dell'atmosfera, ora invivibile a causa di lingue di fuoco che piovono dal cielo a mò di Giorno del Giudizio. Chi ha potuto, si è rifugiato in apposite tane sotterranee così da scampare all'atroce destino. Molti altri, purtroppo, non hanno avuto questa fortuna. Bramosi di vendetta, i sopravvissuti del mondo esterno formano un esercito atto a rivendicare i diritti perduti, riunendosi sotto la bandiera comune dei SAI. Dall'altro lato gli ECHELON, guidati dal nostro comandante Geary, che tentano di porre fine alla guerra civile e a riprendersi il territorio abbandonato anni prima. Trama stereotipata al massimo, vero, ma anche con buone possibilità di sviluppo. E invece, nonostante l'ottima regia delle cut-scenes, non riesce a proporre niente di differente dai soliti clichè, scadendo ben presto nel banale e nell'ammorbante. Il tutto sa di già visto, e il peso del ricorrente tema dell'umanità sull'orlo di un disastro naturale che si ritrova a combattere contro esseri mutati di ogni tipo si fa sentire. Mordente inesistente, proseguire per vedere come va a finire è praticamente fuori discussione. L'unico sprono è apprezzare l'offerta videoludica in sé, tralasciando quella narrativa. Peccato che anche qui, come vedremo assieme, la situazione non sia messa meglio.

Stormrise non è l'ennesimo sparatutto fantascientifico di facile comprensione, premettiamolo. L'abilità nell'allineamento della mira tramite i due stick analogici cede il posto alle sole fasi gestionali, dove ragionare velocemente (e bene) farà la differenza tra vittoria e sconfitta. La base di un qualsiasi Real Time Strategy, insomma. Pad alla mano, però, il castello eretto da Creative Assembly crolla all'istante. Un puntatore a schermo ci permetterà di indirizzare dove vogliamo la truppa scelta, per poi vederla spostarsi automaticamente. E fin qui tutto normale. I primi problemi, però, sopraggiungono durante il cambio di plotone. Come in ogni strategico, infatti, non sarà raro trovarsi a capeggiare una ventina di uomini in contemporanea e a indirizzarli in posizioni prestabilite così da avvantaggiarsi in battaglia. Purtroppo però, quando il supporto di mouse e tastiera viene a mancare, il rischio di frustrazione è dietro l'angolo. Gli sviluppatori hanno quindi escogitato una via di fuga, il famoso “sistema a frusta” che - almeno secondo loro - avrebbe ovviato alla mancanza delle vitali periferiche.
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Sottolineiamo “almeno secondo loro”, dato che suddetta opzione è riuscita più a complicare il tutto che a renderlo user-friendly. Assegnato alla levetta destra, ad ogni input direzionale farà partire una sorta di raggio olografico: orientandolo in direzione di un'altra squadra salteremo in men che non si dica nei panni del nuovo gruppo selezionato. Detto così potrebbe sembrare anche una buona idea, e forse lo era per davvero in fase di progettazione. La verità, invece, è che questo meccanismo è rimasto allo stato brado. Immaginate la scena: la mappa è popolata da un trilione di personaggi, tra nemici e alleati. L'unico modo per riconoscere i propri commilitoni è tramite i bollini dell'interfaccia. Già solo con un paio di team agli ordini switchare velocemente (e sensatamente) da un reparto all'altro è ai limiti dello snervante, figuratevi nelle scene più concitate! Tenere sotto controllo una tale mole di sottoposti in quelle condizioni sfiora l'inumano, rendendo ogni scontro un caos immane risolvibile più dall'Intelligenza Artificiale che dalle nostre azioni. Almeno fino a quando non si sbatte il muso con missioni più complesse, dove fallire a più riprese proprio a causa degli errori primordiali di design sarà la regola.

Gli obbiettivi non saranno chissà quanto vari. Non parliamo di una tipologia da PC, ma di un RTS all'acqua di rose, più adatto ai neofiti del genere, quindi non aspettatevi città da edificare o risorse da conquistare all'infuori dei frequenti combattimenti. Stormrise si limiterà a guidarci da un punto A ad un punto B, scagliandoci contro avversari umanoidi di ogni caratura e spesso offrendo una discreta libertà di scelta sull'ordine delle strade da imboccare, anche se alla fine sarete lo stesso costretti ad esplorarle tutte. Seconda, grande pecca di Stormrise è la visuale in terza persona, alla stregua di un qualsiasi TPS. Non ci vuole un genio per capire come una telecamera così attaccata al protagonista sia fastidiosa quando si devono gestire conflitti su larga scala. La mancanza del famigerato “volo d'uccello” ci impossibilita anche a tracciare un'unica destinazione finale sulla mappa territoriale, costringendoci a seguire passo per passo gli spostamenti dell'unità di turno. Considerate anche che non potremo muovere più di un drappello alla volta e realizzerete da soli l'eccessiva perdita di tempo derivante dal trasferimento di intere schiere amiche.

Controlli a parte, neanche l'aspetto puramente videoludico offre molto. La profondità tattica è ridotta all'osso, tutte quelle statistiche da tenere sott'occhio a cui ci ha abituato Creative Assembly praticamente inesistenti. Le uniche scelte in nostro possesso si limiteranno al catturare degli appositi nodi sul cammino e a riedificarli in quello che vogliamo, da torrette difensive a scudi, fino al poter richiamare intere dozzine di combattenti. Roba di poco conto, insomma. Nota positiva, l'upgrade. Acquisendo punti esperienza, infatti, i militari alleati saliranno di grado. Peccato che, anche qui, nulla incida minimamente sullo spessore di gioco, non discostandosi troppo dai soliti potenziamenti ai danni o alla velocità.

Almeno graficamente, possiamo spendere qualche buona parolina. Non arriviamo di certo ai livelli degli ultimi blockbuster, certo, ma quantomeno si sfiora la sufficienza piena. I ben realizzati modelli poligonali e l'accorto posizionamento di colori rende al meglio l'idea della realtà di Stormrise: un mondo distrutto, desolato e non civilizzato da decenni. Lo stile dei livelli non è mai piatto, spaziando dal post-apocalittico del tutorial alle tinte darkeggianti del primo sbarco in territorio nemico. Peccato un po' per le texture, sbiadite e prive di definizione, tanto da rendere gli scenari apprezzabili esclusivamente dalla lunga distanza. Il frame-rate, dal canto suo, è piuttosto solido, nonostante perda qualche colpo nelle situazioni più caotiche. Carine le colonne sonore, che in qualche modo tentano di risollevare le pesanti deficienze della campagna principale, e il doppiaggio, interamente in italiano.
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È sempre con un po' di dispiacere che si affossa in tal modo un prodotto, soprattutto se si parla dell'ultimo parto dei geni Creative Assembly, ma dopotutto è il nostro lavoro. Stormrise propone timidamente nuove scappatoie per la fruizione del genere su console, ma tutto quanto di buono è stato pensato viene stroncato sul nascere. Profondità tattica dello spessore di una pozzanghera, sistema di controllo improponibile, visuale caotica e poco azzeccata. La campagna in singolo, diciamocelo chiaro, è un completo disastro. Un comparto tecnico tutto sommato sufficiente non riesce a rendere Stormrise qualcosa di differente da quello che in realtà è: un buco nell'acqua, oltre che un RTS completamente da evitare. Magari la presenza di una modalità online potrebbe essere da sprono per qualche anima pia, ma - sinceramente - dubitiamo che dopo un paio d'ore il gioco abbia la grazia di rientrare nel vostro lettore.
voto grafica6,5
voto sonoro6,5
voto gameplay4
voto durata5
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