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Recensione Star Trek Voyager: Elite Force

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (9 settembre 2000)
I "ferri" che userete per difendervi (e attaccare) in Elite Force sono alimentati alternativamente dall'energia della vostra tuta Hazard (su cui tornerò in seguito) o dai comuni proiettili. In entrambi i casi, un rifornimento saltuario è quantomai consigliato, vista anche la percentuale di azione, circa l'80% del gioco, contenuta nel titolo Raven, che porta a rimanere spesso a corto di rifornimenti. Per quanto riguarda la cosiddetta "Hazard Suite", va detto che siamo di fronte a una versione potenziata della tuta protettiva già vista in Half Life, che in Star Trek Voyager svolge il compito aggiuntivo di alimentatore per alcune armi e medicamento per i colpi più duri inferti dal nemico. Sul fronte interfaccia, gli sviluppatori hanno fatto la scelta astuta di riprendere lo stile tipico di tutte le serie recenti di Star Trek da The Next Generation in poi, con una tavola comandi fornita di indicatori animati e tinte basiche sul giallo/arancione/viola
Star Trek Voyager: Elite Force - Immagine 2
Una volta staccati dal collettivo, i Borg rimangono un po' "spenti"
Questo tipo di HUD aiuta moltissimo a calarsi nell'atmosfera della serie televisiva e viene usato sia nei menu di gioco che durante l'azione vera e propria, aumentando in quantità esponenziale la sensazione di "vivere" un episodio del serial. Lo svolgimento del gioco sfrutta il classico sistema a missioni e sotto-missioni progressive, in cui gli obbiettivi vengono presentati passo dopo passo, intervallati da eventuali colpi di scena della trama o da intermezzi girati con lo stesso motore del gioco. La sostanziale differenza, rispetto alla massa degli FPS sul mercato, è rappresentata dal fatto che nel gioco Activision saremo sempre all'interno di una squadra di minimo tre elementi, che dovrà collaborare per la buona riuscita della missione assegnata. Pur nell'impossibilità di controllare in alcun modo i propri compagni, si avrà comunque l'occasione di intervenire in modo attivo al prosieguo degli eventi, tramite azioni che si ripercuoteranno sulla trama stessa (per esempio, salvando o abbandonando a sé stessi alcuni compagni)
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