La serie “Spellforce” vede la luce a cavallo tra gli ultimi mesi del 2003 e i primi del 2004. Esce, infatti, in quel periodo, “The Order of Dawn”, titolo capace di centrare l'ambizioso obbiettivo di coniugare elementi tipici dei giochi di ruolo con le meccaniche classiche degli strategici in tempo reale. Nonostante la formula originale, ideata dai tedeschi della Phenomic, abbia riscosso un discreto successo, gli sviluppatori hanno deciso di modificarla per renderla il più divertente possibile.
Per introdurci alle meccaniche di gioco del loro “Spellforce 2: Shadow Wars”, gli sviluppatori hanno pensato bene di allestire un esauriente tutorial e di integrarlo nelle prime fasi del gioco. Durante questa sezione preliminare prenderemo confidenza con l'interfaccia e impareremo come gestire al meglio il nostro personaggio, gli eroi, i compagni e gli insediamenti. Similmente a quanto avveniva nel primo “Spellforce”, anche in “Shadow Wars” l'azione di gioco seguirà sempre un copione ben definito, composto da tre fasi fondamentali. Dopo essere “approdati” su di una delle isole che costituiscono il mondo di EO, dovremo sostanzialmente farci strada fino ad un villaggio, prenderne il controllo per produrre un piccolo esercito e muovere contro le armate nemiche per ricacciarle nell'ombra. Seppur con qualche variante, sarà questo lo schema che ci accompagnerà durante tutta l'esperienza, e la cura di ogni singola sezione sarà determinante per la vittoria finale.
Nella prima fase dovremo, di fatto, guidare il nostro personaggio per l'area di gioco al fine di scoprire tutti i punti chiave della mappa e, se possibile, l'ubicazione del campo nemico. In questa sezione avremo l'appoggio degli eroi che costituiscono il nostro party che, se bene equipaggiati, ci permetteranno di avere ragione di piccoli gruppi di nemici e di alcuni accampamenti minori. Esplorare a fondo il territorio è importantissimo dato che potremo fare esperienza e migliorare sensibilmente il nostro equipaggiamento. Non sarà raro, infatti, imbattersi in mostri particolarmente potenti posti a guardia di scintillanti forzieri, spesso posizionati in luoghi difficili da raggiungere. Scorrazzando per le terre di EO potremo inoltre parlare con alcuni NPC (personaggi non giocanti) che ci affideranno alcuni compiti secondari. Dobbiamo affermare che le missioni “accessorie” sono piuttosto varie e molto piacevoli da affrontare, senza contare che porteranno sempre un vantaggio in termini di esperienza. Il sistema di “Spellforce 2: Shadow Wars”, infatti, non premia il giocatore solo in base al numero di mostri che riesce ad “accoppare, ma attribuisce i punti esperienza prevalentemente dopo la risoluzione delle quest. Se non fosse per questo ultimo particolare, la gestione del personaggio sarebbe del tutto simile a quella vista in molti Action RPG alla Diablo. Le abilità sono, infatti, divise in due grandi classi (combattimento e magia) e la loro evoluzione seguirà uno schema ad albero che sembra favorire lo sviluppo di personaggi “ibridi”.
Proseguendo nel gioco ci accorgeremo che potremo “sbloccare” altri livelli nella caratteristica che abbiamo scelto come principale solo acquisendo anche delle competenze che non la riguardano direttamente. Questo espediente ci “obbligherà” di fatto, a creare dei personaggi che, pur mantenendo un carattere ben definito, siano più completi possibile.
Una volta preso il controllo di un insediamento potremo iniziare la raccolta delle risorse necessarie a creare e mantenere un nostro esercito personale. Dobbiamo dire che la componente RTS di “Spellforce 2” è stata notevolmente semplificata rispetto a quella vista in “The Order of Dawn”. Le risorse che dovremo preoccuparci di raccogliere sono state ridotte a tre (Pietra, Argento e Lenya), e lo sviluppo di unità e edifici non avviene più attraverso la ricerca di rune/pergamene, ma tramite un convenzionale schema ad albero. Queste semplificazioni hanno ridotto la profondità gestionale di “Spellforce 2” che non ci metterà più in condizioni di scegliere le strutture migliori in base alla situazione che si deve affrontare, ma ci “costringerà” a costruire alcuni edifici chiave che potrebbero risultare alla lunga inutili. D'altro canto, una soluzione di questo tipo permette di produrre unità più velocemente, limitando i tempi morti e concentrando la nostra attenzione sulla produzione militare. Le diverse unità possiedono, infatti, delle caratteristiche peculiari (che dipendono in larga parte dalla razza) e il loro bilanciamento può decidere le sorti di uno scontro. Trovare il giusto equilibrio tra tutti i componenti della nostra milizia, assecondando i pregi e coprendo le debolezze di ogni unità, sarà quindi fondamentale e costituirà il primo passo verso la vittoria.
Molto spesso incontreremo dei cancelli chiusi che ci obbligheranno a rivisitare alcune locazioni per esplorare territori che prima erano inaccessibili.
Questo particolare sistema di combattimento si sposa alla perfezione con l'inedita (per la saga si intende) possibilità di impostare degli atteggiamenti predefiniti per le unita, ma soprattutto con le abilità speciali dei nostri eroi, la cui gestione è stata ampiamente modificata. In “Spellforce 2” potremo, infatti, personalizzare i nostri compagni nelle abilità, oltre che nell'equipaggiamento, attraverso un pannello di controllo del tutto simile a quello disponibile per il personaggio principale. Potremo quindi definire le caratteristiche base dei nostri “fratelli di sventura”, adattandoli il più possibile al nostro stile di gioco. Occasionalmente si aggregheranno al gruppo delle unità molto potenti che prendono il nome di compagni.
Queste unità speciali, disponibili per un periodo di tempo limitato, non sono in alcun modo personalizzabili, ma il loro apporto è spesso determinante per la buona riuscita delle missioni in cui possono essere adoperate. Sia gli eroi che i compagni godono di alcuni privilegi rispetto alle unità ordinarie; potremo, infatti, resuscitare i nostri compari in caso di morte e convocarli al fianco dell'eroe principale in qualsiasi momento e ovunque essi si trovino. Inutile dire come quest'ultima trovata permetta al giocatore di affrontare le quest in diversi modi e, nei casi più estremi, di portarne avanti più d'una contemporaneamente.
Una volta completatala la lunga avventura in single player, potremo dedicarci all'esperienza multilplayer di “Spellforce 2: Shadow Wars”. Oltre alle modalità classiche, comuni a tutti gli strategici, potremo cimentarci in un'inedita (almeno per la serie) modalità cooperativa che ci permetterà di affrontare le missioni proposte dalle singole mappe con l'ausilio di due amici collegati via internet. Pur non rappresentando un'innovazione assoluta per il genere degli RTS, la modalità cooperativa costituisce sicuramente una trovata interessante che allungherà di qualche ora il nostro “rapporto” con il titolo Phenomic.
Sotto il profilo tecnico “Spellforce2: Shadow Wars” ci riserverà non poche soddisfazioni. Come testimoniano le immagini che “colorano” questa recensione, il lavoro dei grafici della Phenomic è stato straordinario. I modelli tridimensionali di edifici e personaggi sono realizzati davvero bene e la resa grafica (vagamente “cartoonosa”) è piacevole e coinvolgente. Le texture sono molto colorate, pulite e dettagliate e grande attenzione è stata riposta nella gestione delle fonti di luce e nella resa delle ombre. La realizzazione dell'acqua e, più in generale, di tutte le superfici riflettenti lascia a bocca aperta e colpisce l'estrema dinamicità del tutto. Il passaggio dal giorno alla notte (funzionale al gameplay), il movimento della vegetazione e le diverse animazioni disponibili per ogni personaggio, unità e edificio, ci restituiranno sempre l'idea di un mondo, non solo piacevole alla vista, ma vivo e vitale. Sembrano mancare solo le condizioni atmosferiche dinamiche, ma per il resto non possiamo che approvare il lavoro svolto dagli sviluppatori. Attenti alle critiche degli appassionati, alla Phenomic hanno pensato bene di regalare a “Shadow Wars” un interfaccia degna di questo nome. Completa e semplice da consultare farà sempre il suo dovere permettendoci di gestire ogni aspetto del gioco con pochi colpi di mouse. Un difetto è però rimasto, l'escursione della telecamera. Nonostante il problema fosse stato sottolineato da più di un utente, “Spellforce 2” è ancora orfano di un livello di zoom abbastanza ampio da inquadrare, e quindi controllare, tutte le unità coinvolte nelle battaglie più affollate. Il sonoro fa il suo dovere, anche se è stato in larga parte riciclato, il doppiaggio inglese (molto ispirato) si attesta su buoni livelli e la colonna sonora è piacevole e poco invasiva. Una menzione particolare va alla localizzazione dei testi a video, curata e precisa. Per concludere l'analisi tecnica dobbiamo però ravvisare la discutibile assenza dei tasti adibiti al salvataggio/caricamento rapido che complica non poco le operazioni di “messa in sicurezza” dei nostri progressi. Sarà comunque possibile salvare la partita “infinite” volte.
8
Come era lecito aspettarsi, “Spellforce 2 – Shadow Wars” è un titolo piacevole e curato. Alla Phenomic hanno coraggiosamente deciso di modificare un po' gli equilibri della formula originale e, come si evince dalla nostra analisi, questa scelta ha pagato. Il gameplay, immediato e profondo al tempo stesso, e una buonissima realizzazione tecnica, sono gli ingredienti principali di una portata ricca e gustosa che, siamo sicuri, riuscirà a coinvolgere tutti. Un titolo consigliato insomma, che farà la felicità dei fan della “prima ora” e dei novizi del genere senza distinzioni.



