La pettoruta Elexis si è trovato un degno compare: Radek. Il nuovo signore della droga di Freeport sarà il cattivo di turno in Emergence
Questi dispenser piazzati in punti strategici del livello provvederanno a rifornirci d'energia vitale.
Un progetto ambizioso, quindi, che però si scontra, almeno in questa sua prima uscita, con la sostanziale assenza di novità. Fatta eccezione per la sua forma di distribuzione e per il rinnovato motore grafico (che manda giustamente in pensione il motore di Quake 2 utilizzato per Sin), Emergence non apporta novità di rilievo in un gameplay che, al contrario, sembra un catalogo ingiallito dal tempo di tutti gli stilemi classici del genere sparatutto in prima persona. Anche la personalità scanzonata e goliardica di John Blade (che a molti aveva riportato alla mente in celebre Duca di 3d Realms), sembra essere stata sostituita con una sobrietà che non appartiene assolutamente al personaggio conosciuto anni addietro. Un passo indietro, quindi, che sorprende in negativo tutti coloro avessero sperato di riviere in meglio le stesse emozioni di Sin. Un approccio diretto al cuore del genere e senza inutili fronzoli, questo è vero, ma che fa ripiombare la serie direttamente ai primissimi shooter in soggettiva dove sparare a qualsiasi oggetto in movimento sullo schermo era l'unico requisito richiesto al giocatore di turno.
Vediamo....una porta chiusa, una trave legata ad una corda e un'impalcatura....sta a vedere che devo far cadere l'impalcatura per sfondare la porta con la trave....
L'utilizzo del Source ha ovviamente portato indiscutibili vantaggi sul versante estetico di Sin, ma la scarsa vena creativa del reparto grafico Ritual è riuscita a far somigliare gli ambienti di gioco a quanto già visto in Halif Life 2, con la conseguente sensazione di un enorme Deja Vu che fa sprofondare questo potenziale capolavoro in una sorta di enorme add on per l'ultima avventura di Gordon Freeman. Non solo texture che hanno quel retrogusto amaro di “riciclato” ed effetti di luce che sembrano essere stati presi pari-pari dal campionario di Source, ma anche alcune soluzioni di gioco che somigliano pericolosamente a quanto già visto in quel di City 17. La soluzione “spara al cavo, si sgancia l'asse che va a sfondare la porta” è palesemente scopiazzata dal titolo Valve e retrocede Sin 2 ad una scimmiottatura di Half Life 2. Anzi, se proprio dobbiamo esseri sinceri, dobbiamo riconoscere che Ritual ha svolto un ottimo lavoro nel “bombare” ancora di più Elexis Sinclaire e nello studiare il look fetish di Jessica Cannon. Che si sia pensato che una maggiore esposizione di “tette e culi” (perdonateci l'espressione), potessero accecarci così tanto? Al giorno d'oggi, poi? Non ci siamo...
Insomma, un ritorno sulle scene piuttosto amaro, quello di John Blade, inscatolato in una struttura di gioco che gli va stretta, privato del gusto di poter avere a che fare con nemici capaci di dargli finalmente un po' di filo da torcere e messo al cospetto di boss di fine livello davvero ridicoli. Mettete in conto anche una durata di gioco ridicola (parliamo di meno di 5 ore) e la colpevole assenza del multiplayer, per completare il deludente scenario entro cui si muove questo Emergence. Certo, il bello della struttura studiata da Ritual è che può permettere di porre facilmente riparo a questi errori nella progettazione del successivo episodio ed è stata la stessa Ritual ad affermare affermato la struttura “episodica” dell'opera è stata pensata proprio per tenere in considerazione le esigenze della community. Speriamo bene. Alla prossima, John.
5,5
Ok, lo sappiamo. Emergence è solo il primo episodio delle serie e Sin Episodes dovrebbe essere giudicato appunto nel suo completo, ma è inutile negare che il rilancio del colonnello Blade parte decisamente con il piede sbagliato. Un passo indietro nel gameplay, decisamente meno vario rispetto al passato (ma con l'aggravante di una tecnologia anni luce avanti rispetto al primo Sin), un protagonista privato quasi totalmente del suo carisma e, quel che è peggio, con un'intelligenza artificiale che, al contrario di quanto promesso, è decisamente lacunosa e fa perdere di mordente all'intera opera. Resta sul piatto della bilancia un costo decisamente abbordabile (19€), mitigato però dalla scarsa durata dell'opera (5 ore in tutto) e dalla promessa di Ritual che a breve i fan di Elexis Sinclaire e John Blade potranno spassarsela in multiplayer. Per il momento, però, teniamo il pollice verso il basso. E il muso lungo...



