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Recensione Sin and Punishment: Successor of the Skies

C'era una volta, tanto tempo fa, Space Harrier...
Marco Modugno Di Marco Modugno(1 giugno 2010)
Peccato e punizione. Un titolo così altisonante può far pensare a tutto meno che alla leggerissima e futuristica trama di questo Successor of the Skies, seguito di un fortunato shooter uscito ai tempi gloriosi dell'N64. Qualcuno dei più anziani e affezionati nintendomani ricorderà le tecniche carbonare adottate, allora, per aggiudicarsi il capostipite, commercializzato non si sa perché solo in Usa e in Giappone. Chi ha avuto occasione di provarlo, ha sicuramente un debito di gratitudine con qualche importatore diretto, o amico all'estero, e la fortuna di aver avuto a disposizione, allora, uno dei primi televisori multistandard capaci di visualizzare anche i giochi in formato NTSC.
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 1
Ditemi se non sembra l'interno di un cubo Borg...
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 2
Anche incatenato, quest'affare mena lo stesso!
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 3
Non ci conterei proprio, tesoro...
 

Successor of the Skies prosegue la trama, a distanza di qualche anno, lasciata in sospeso dal finale del primo gioco ed è più che legittimo, per chi di voi non conosceva il franchise, chiedersi se si tratta davvero di un gioco meritevole di tanto hype. Avventurandoci nell'impervio territorio delle opinioni personali, è bene che mi permettiate di dire la mia con la consueta franchezza. Come quelli di voi che non sanno resistere alla tentazione di sbirciare subito il voto finale di una recensione già avranno capito, SaP: SotS (i miei polpastrelli affaticati ringraziano chi per primo ha pensato alle abbreviazioni e agli acronimi) non costituisce, a mio parere, una pietra miliare del videogioco, un must-have pena la scomunica, un titolo da strapparsi i capelli o da fare notte fuori del negozio il giorno prima dell'uscita o roba del genere. Se mi si chiedesse a bruciapelo di citare i migliori tre titoli Wii, finirei per infilare (magari al terzo posto) almeno un Cooking Mama, mentre ben difficilmente mi pungerebbe vaghezza di nominare questo seguito così celebrato (sgombriamo il tavolo dalle mezze parole e diciamolo chiaro: l'8,5 di Gamespot è esagerato! Punto).

Il fatto è che, dopo qualche overdose negli anni Ottanta e nei Novanta, la mia passione per gli sparatutto con poca trama e un gameplay su binari rigidi e inderagliabili come quelli del Freccia Rossa si è piuttosto attenuata. Sarà l'età, o forse l'approccio sempre più free roaming dei giochi del Terzo Millennio, ma devo confessare di non divertirmi più come ai tempi dei gloriosi Xevious, 1942 e Space Harrier (ecco! L'ho nominato!) a sterminare orde di nemici che mi vengono incontro, mentre avanzo inesorabilmente verso l'immancabile boss di fine livello, raccogliendo power up, smart bomb e ricariche d'energia qua e là sul mio percorso.

E siccome SaP questo era e questo rimane, sia pure con i dovuti e meritevoli aggiornamenti tecnologici rispetto al capostipite, Non me la sento di gridare al miracolo come qualcuno ha fatto.
Detto ciò, però, l'onestà m'impone di riconoscere i meriti di un gioco adrenalinico e vario che non farà certo sbadigliare di noia chi vorrà cimentarvisi per le cinque-sei ore necessarie a finirlo a difficoltà media. Impostato rigorosamente su una visuale in terza persona, il titolo riprende le vicende dello scontro tra Universo Esterno (cui appartiene la giovane e inconsapevole Kachi, una dei due protagonisti) con quello Interno, leggi razza umana, rappresentata nel gioco dal baldo Isa, seconda opzione di alter ego a disposizione di chi gioca.
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 4
Che spasso scorazzare in groppa a questo strano animale!
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 5
Uno dei boss più impegnativi del gioco. Auguri!
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 6
Vi pare grosso? Non avete ancora visto cosa viene dopo...
 

Sorvolare sulla trama, esile come una mannequin francese alla settimana della moda di Milano, non mi costerà nemmeno un giorno in più di Purgatorio, dato l'accento che gli sviluppatori hanno voluto mettere sul gameplay e sull'azione, piuttosto che sulla vicenda narrata. Ecco che essa si riduce quindi a dimenticabilissimi spezzoni animati alla Johnny Rocket, durante i quali avremo il tempo di sgranchirci le falangi prima di riprendere in mano i controller (servono tutti e due, mote e nunchuck) o, meglio ancora, la pistola zapper nella quale li avremo inseriti. Il resto è una lotta per la vita senza quartiere, intenti a saltare, schivare o volare (grazie a jet-pack o skateboard a repulsione) in giro per lo schermo, sparando all'impazzata e aggiungendo qualche fendente di spada a chi dovesse prendersi troppa confidenza.

L'azione frenetica, nel corso della quale ci ritroveremo a fulminare legioni di nemici agguerriti di ogni genere sullo sfondo di giungle, basi spaziali, sottomarini e città sommerse, è intervallata anche dall'apparizione di boss più o meno ciclopici, generosa fonte di approvvigionamento di punti e moltiplicatori che contribuiranno in misura determinante a far salire il nostro score finale, da sfoggiare nelle classifiche in rete. Robot giganti, animali mostruosi, inquietanti creature non morte ci attendono alla fine di ogni livello, e anche durante gli stessi, mantenendo l'intensità della sfida sempre a livelli elevati ma senza frustrare. Unica pecca, direi, è l'assenza di checkpoint durante le battaglie finali, che ci costringerà a rigiocarle tutte in caso di sconfitta. Per il resto, i punti di salvataggio sono frequenti e ben distribuiti, e aiutano i giocatori occasionali a non sentirsi dei fessi solo perché non hanno quattro ore a botta da dedicare al loro passatempo.

Aggiungiamo l'ingegnosità con la quale gli sviluppatori hanno immaginato luoghi e personaggi, buoni e cattivi, del gioco e creato varianti nel gameplay, come le sezioni a scorrimento orizzontale e verticale o qualche momento di beat'em up, per intrattenere il pubblico, ed ecco che il titolo Treasure finisce per meritarsi la promozione a pieni voti.

Siamo d'accordo. L'assenza di un vero multiplayer (il cooperativo si gioca su una sola console e consiste nell'apparire di un reticolo di mira secondario gestito dal giocatore numero due, tutto qui), la brevità della trama, qualche impuntatura grafica nelle texture, lontane parecchie miglia dalla next-gen anche di fascia bassa e l'esistenza di un unico percorso obbligato che incolla sulla scatola del gioco la definizione di “rail shooter” senza attenuanti (proprio come nel caso del mitico Space Harrier, tanti anni da...) impediscono al nostro titolo di staccarsi dal gruppo in volata.
Fanno contrappunto, però, un sonoro impeccabile per voci, suoni e musiche e un sistema di comandi che, dopo un periodo di tempo nemmeno biblico speso nell'apprendimento, consentirà a tutti di guadagnarsi la giornata ammazzando mostri e alieni vari a camionate.

La vita è stressante e a volte, tornati a casa, non si ha nemmeno voglia di puzzle rompicapo o trame cervellotiche. Per i casi in cui tutto quello di cui si ha voglia è premere il grilletto e divertirsi senza troppi pensieri, Successor of the Skies sembra una scelta appetibilissima, per non dire doverosa. E l'assenza del consueto torrente di sangue e frattaglie ci permette, almeno stavolta, di condividere il nostro svago anche con i più piccoli di casa. Vi pare poco?
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 7
Potevano mancare i fiumi di lava?
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 8
Che boss ci sarà qui? La strega di Blair?
Sin and Punishment: Successor of the Skies - Immagine 9
Pesci palla volanti? Devo aver mangiato del sashimi avariato...
 

7,5
Difficilmente un gioco può meritare la definizione si sparatutto più dell'atteso seguito di Sin and Punishment. Essere condotti su rotaie invisibili dall'inizio alla fine, costretti a liquidare a colpi di fucile laser (più qualche fendente di spada d'energia) mezzo milione di nemici, può sembrare tedioso a chi apprezza una trama più immersiva e, magari, un gameplay meno rigido. La varietà delle ambientazioni e degli scontri, nonché quella degli avversari piccoli e grandi che popolano il Giappone futuristico, unite alla freneticità dell'azione che non lascia respiro, finiscono però per convincere anche i più scettici a chiudere un occhio e a dimenticare, almeno per qualche ora, l'invidia per i titoli free roaming disponibili per altre piattaforme.
voto grafica7
voto sonoro7,5
voto gameplay7
voto durata7,5