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Tra le modalità di gioco offerte da SH3, sicuramente la più interessante ed intrigante è la modalità carriera, (le altre proposte sono l' editor di missioni, le campagne singole, il multiplayer ed il tutorial citato poco fa) , che ci farà rivivere gli eventi storici bellici intercorsi tra il 1939 e il 1945 nello scacchiere dell' Atlantico. La vera peculiarità di questa modalità non è però la rivisitazione storica del conflitto, peraltro impeccabilmente realizzata, ma lo svolgimento dinamico della stessa, grazie al quale il corso delle missioni verrà deciso esclusivamente dai nostri interventi tattico/strategici che prenderemo durante l' arco della battaglia. Le campagne belliche che andremo ad affrontare (anche se re-inizieremo la partita da capo), quindi, non saranno mai uguali l'una all'altra, favorendo di conseguenza la rigiocabilità del titolo. Nel momento in cui abbandoneremo il porto di origine ci ritroveremo subito nella postazione di comando da cui potremo impartire gli ordini ai vari ufficiali che costituiscono il nostro equipaggio: si va dal tipo di navigazione che decideremo di sostenere durante la nostra “ricerca” della flotta nemica (velocità di crociera, profondità, scandaglio radar etc. ) fino al tipo di strategia che si adotterà per eludere gli attacchi dell' armata anglo-americana, passando per la modalità di attacco, che potrà essere in immersione con il classico lancio dei siluri o in superficie facendo fuoco con la contraerea, ad esempio.
Una volta localizzato il convoglio nemico dovremo valutare al meglio la nostra strategia d' assalto scegliendo, ad esempio, il miglior posizionamento del nostro U-boot per far si che gli effetti del nostro attacco siano incisivi al fine dei singoli obiettivi della missione intrapresa al momento, affondando una corazzata o un incrociatore oppure abbattendo gli aerei di supporto nemico, e riducendo il rischio di essere esposti ad un eventuale risposta avversaria. Da sottolineare come l' elemento “strategia e tattica” in questo simulatore è sempre elevato per meglio immergere (è proprio il caso di dirlo!) il giocatore nella reale atmosfera dell' epoca. Non si ha, infatti, di fronte un simulatore-arcade dove una volta avvistato il convoglio nemico basterà prendere la mira e fare fuoco, ma un prodotto in cui, anche al livello più basso di realismo – quindi più vicino alla componente arcade che simulativa -, si dovrà sempre ponderare al meglio ogni ordine impartito, come se giocassimo una classica e bellissima partita a scacchi.
Determinante sarà anche decidere in quali ore si dovrà sferrare il nostro attacco. Momenti diversi prevedono strategie diverse. Ad esempio, durante le ore diurne avremo più campo visivo ma la possibilità di essere rilevati dalle incursioni aeree nemiche è maggiore, mentre di notte si dovrà far affidamento quasi esclusivamente alla strumentazione di bordo (che nelle prime missioni risulterà spesso molto “approssimativa” a causa delle limitazioni del modello del nostro U-Boot). Un attacco ben studiato, inoltre, è composto anche da attesa e previsione delle mosse nemiche, eludere lo scandaglio dei radar nemici immergendosi nelle profondità dell' Atlantico –magari in modalità silenziosa – e tentare un secondo attacco anche molte “ore” dopo al primo può anch' esso risultare fondamentale al positivo esito della missione. Insomma ogni decisione tattica presa influenzerà l' avanzata della nostra carriera e basterà un minimo errore ed il nostro U-boot potrà essere facilmente localizzato ed abbattuto.
Ovviamente l'obiettivo primario sarà sempre quello di affondare le navi nemiche ma potrà anche capitare di rientrare alla base senza neanche aver distrutto nessuna corazzata di un convoglio. Una volta le attraccati nel porto di origine sarà nostra cura valutare i danni subiti con la conseguente riparazione (possono capitare infiltrazioni di acqua dovute ad esplosioni di bombe di profondità anti-sommergibile avvenute nei paraggi) o miglioria di alcuni dispositivi con l' aggiunta, ad esempio, di nuove armi.
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