Attraversare i soterranei di Silent Hill è il metodo migliore per attraversare la città (quasi) al sicuro.
Così come detto anche in preview, il character design sembra essere stato fatto ispirandosi più a modelli esistenti, piuttosto che progettarli da zero. Ne consegue che è abbastanza facile capire le fonti di ispirazione, andando a perdere in creatività e, soprattutto, smontando un pò l'impalcatura di tensione emotiva che dovrebbe accompagnare sempre una produzione horror di questo tipo. Ritrovarsi di fronte le versioni digitali del batterista e del cantante degli Slipknot o un fan demoniaco di Bruce Lee, onestamente distruggerebbe le aspettative di qualsiasi fan.
Nel corso del gioco saremo anche chiamati a fare delle scelte morali che sicuramente andranno ad influire sul finale.
Anche la pioggia, da cui deriva il titolo, assume un ruolo fondamentale all'interno della storia. Non solo perchè segnala l'arrivo in massa degli avversari ma ha anche un significato più profondo, legato a doppia mandata alla vita e alla "colpa" del nostro protagonista. Insomma, un Silent Hill che non disdegna di essere bastardo e "cattivo" anche quando in gioco ci sono degli innocenti, capace di mettere in scena sequenze forti e drammatiche senza scadere nel banale. A fare da contraltare ci sono problematiche che riguardano un bilanciamento mal riuscito tra fasi esplorative e combattimenti che forse avrebbe meritato un maggiore approfondimento ma tutto sommato (se escludiamo un finale tirato un pò per i capelli), Downpour funziona.
Anche sul versante tecnico dobbiamo dire che, escludendo alcuni aspetti del character design, il lavoro svolto da Vatra si è rivelato efficace da un punto di vista artistico e tecnicamente di spessore. Certo, non mancano problemi quali tearing e un ritardo nello streaming delle texture ma ambientazioni di gioco ispirate e una buona pulizia su schermo giocano in favore di Downpour. Qualche perplessità in più invece l'abbiamo avuta sul versante sonoro dove le musiche di Daniel Licht non sono incisive e tristemente malinconiche (ma perfettamente a tema), con quella di Yamaoka. Ancora più dubbi sulla sigla iniziale assegnata ai Korn. Bellissima, per carità ma poco hanno a che fare con Silent Hill e anche perchè, si sa, dopo Haze Jonathan Davies & Co. sono sinonimo di discreta sfiga.
12
7,5
Anche se in fase di anteprima siamo stati discretamente severi con Downpour, non ci sentiamo di bocciarlo su tutta la linea. Il titolo Vatra ha quantomeno il merito di aver tentato una nuova via nell'intendere il survival horror in chiave moderna, in parte riuscendo a mescolare le novità con quanto di buono già fatto in precedenza da Konami. Una scelta coraggiosa e riuscita, almeno in parte, rovinata però da alcune discutibili soluzioni in fatto di character design che tendono a smorzare il grado di tensione all'interno del gioco, anzichè amplificarlo. Intendiamoci, tecnicamente il gioco funziona anche discretamente bene ma è proprio il lato artistico a risentire di una vena creativa piuttosto avara di nuove idee, appoggiandosi a modelli già visti e conosciuti. Un peccato, perchè ancora una volta Silent Hill si dimostra capace di essere cattivo quanto basta e di saper portare su schermo angoscie, paura e sensi di colpa "adulti" e perfettamente in linea con quello che potrebbe essere un inferno "personale" in terra. Questo, assieme ad un buon sistema di combattimento e al clima "malato" che comunque si riesce a respirare in una Silent Hill totalmente esplorabile fanno di Downpour un titolo forse non adatto a tutti ma che potrebbe interessare gli aficionados di vecchia data in cerca, finalmente, di risentirsi a casa.



