Ma passiamo all'argomento principe della questione: la giocabilità. Sideway è fondamentalmente un platform alla Super Mario spalmato su anguste pareti, dove è possibile eliminare i nemici saltandogli in testa o colpendoli con calcioni assortiti, si possono raccogliere bonus e ci sono i vari checkpoint (rappresentati da grosse scritte raffiguranti il nome Spray che vanno “coperte” con il nostro tag Nox, un po' come fanno i veri graffitari per affermare la loro presenza sul territorio), mini-boss, casse da spostare e passaggi segreti da scoprire. Tutto già visto quindi, ma l'originalità del gioco è nel fatto che i livelli si sviluppano sulle pareti e sui tetti degli edifici, attraverso percorsi prestabiliti (ma talvolta intricati) che ci fanno viaggiare da un muro all'altro.Tutto ciò, oltre ad avere un impatto spettacolare sulla presentazione visiva del gioco, ha anche ripercussioni sul gameplay: innanzitutto l'intellegibilità dei percorsi e dei passaggi segreti diventa più ardua, costringendo il giocatore a pensare in maniera tridimensionale le conseguenze dei suoi movimenti in un 2D “spalmato” sul 3D. Poi, ancora più importante, talvolta ci troveremo davanti a piccoli enigmi e puzzle che richiedono di pensare “in quattro dimensioni” per capire cosa fare, ad esempio spostare una cassa sul tetto fino al bordo la farà cadere nella parete sottostante, o ancora facendo un giro particolare potremo affrontare il tetto da un'angolazione differente sfruttando così determinate piattaforme prima irraggiungibili.
Ma a parte queste intuizioni interessanti, il gioco appare sin troppo lineare e limitato geograficamente: le pareti sono spesso anguste ed il divertimento latita, mentre i movimenti di camera per quanto spettacolari sono spesso incerti e confusionari. Non va meglio per quanto riguarda il sonoro, con musichette hip-hop brevi, ripetitive e spesso tutt'altro che esaltanti (si salvano giusto un paio di brani rappati). Inoltre il doppiaggio manca del tutto, ma i testi sono tradotti discretamente in italiano. Infine, nonostante i livelli siano ben sedici, il tutto si completa tranquillamente in circa 4 ore.
E' possibile rigiocarlo per cercare i bonus mancati, ma il gioco è troppo breve anche in rapporto alla sua fascia di prezzo. E' presente una modalità co-op in locale, ma vista la natura ballerina delle inquadrature, il secondo giocatore viene costantemente lasciato indietro con effetti disastrosi. Chiudiamo con un'osservazione: il sottotitolo “New York” lascia intendere che i Playbrains hanno intenzione di produrre degli altri capitoli ambientati in altre città. Speriamo proprio di no: il concetto di “gioco episodico” se interpretato in questo modo sa tanto di rapina legalizzata.
6
Sideway parte da un'idea eccellente ma la spreca, non riuscendo a sfruttare il suo pieno potenziale. Sin dall'aspetto grafico, che offre ottime animazioni ma uno stile ed una telecamera non all'altezza della situazione, fino al gameplay eccessivamente lineare e limitato. Gli enigmi “tridimensionali” sono interessanti, ma il platforming è minato dall'intellegibilità ridotta dei percorsi e dalla limitatezza degli spazi in cui ci si muove. Il tutto è aggravato dal sonoro ripetitivo e ben poco piacevole. Sullo stesso concept ci era piaciuto molto di più il bistrattato Lost in Shadow per Wii, che ormai potete recuperare su supporto fisico allo stesso prezzo, se non a meno.



