Serph in giro per un Dungeon: la minimappa in basso a destra, eventualmente espandibile, sarà la vostra più fedele amica
In questo genere di giochi riveste un'importanza primaria il sistema di combattimento: come gli altri SMT, questo DDS propone degli scontri a turni in cui ciascuno schieramento ha a disposizione un quantitativo di azioni pari al numero di membri che lo compongono, salvo eccezioni. Determinate azioni possono aumentare o diminuire questo quantitativo, come ad esempio effettuare un attacco particolarmente efficace contro il nemico o, viceversa, fare un “autogol” sbagliando totalmente strategia. Nella stragrande maggioranza dei casi, i personaggi del party attivo assumeranno forma di demone automaticamente all'inizio dello scontro, ma talvolta saranno “presi di sorpresa”, o comunque sarà sempre possibile riassumere forma umana: per quanto infatti questa forma sia meno efficace nel combattimento standard, potrà utilizzare alcune abilità specifiche che in determinate situazioni possono fare la differenza tra la vita e la morte.
Sempre a proposito di abilità, c'è da dire che su questo punto gli sviluppatori hanno optato per una notevole possibilità di personalizzazione. I personaggi partiranno, questo è vero, con determinate abilità preimpostate, ma in seguito potranno liberamente scegliere da un elenco le abilità da “scaricare”, a patto di possedere i requisiti necessari, che poi altro non sono se minimi di livello o altre abilità. Le abilità così selezionate vengono dunque poste in “apprendimento” ma ancora non sono disponibili: solo sconfiggendo, o preferibilmente divorando, avversari si potrà riempire l'apposita barra ed avere finalmente le abilità sbloccate. A tal uopo, il gioco propone di tanto in tanto delle vere e proprie “cacce al demone” in cui è possibile guadagnare una gran quantità di “mantra”, il nutrimento dei demoni.
Il primo esagono, lampeggiante, indica un'azione extra dovuta ad un attacco particolarmente efficace
La giocabilità ha due facce, una evidente e una subdolamente nascosta. Quella evidente è la semplicità immediata, dato che tutti i comandi vengono impartiti mediante menù estremamente user-friendly e sono comprensivi di finestra esplicativa: l'unico ostacolo è la dimestichezza con le varie sigle ed abbreviazioni, ma con la pratica tutto diventa automatico. La faccia nascosta è invece una delicatezza piuttosto marcata nel contesto delle battaglie: dimenticarsi di curare il party tra uno scontro e l'altro potrebbe comportare grosse perdite di tempo se non addirittura il game over, senza contare che dovrete sempre premunirvi di possedere gli antidoti ai numerosi status che quasi tutti gli avversari sono capaci di causare ai vostri personaggi; infine, il quantitativo di le abilità equipaggiabili sarà sempre piuttosto esiguo (all'inizio solo quattro per personaggio), e di norma insufficiente a fare fronte a tutte le possibili situazioni, costringendovi spesso ad “arrabattarvi” per emergere vittoriosi.
Gli scontri casuali sono decisamente troppo frequenti, o per meglio dire calibrati male (a volte completate uno scontro solo per iniziarne un altro dopo appena tre passi contati), ed essendo il gioco strutturato principalmente a dungeon ricchi di deviazioni, bivi e trappole varie, sarà bene mettere in conto ogni volta almeno un'ora e mezza di gioco a disposizione se volete essere sicuri di compiere effettivi progressi. Per questi motivi la trama, che è tra l'altro piuttosto lineare e permette pochissime se non nessuna digressione, tende a ristagnare, e quando giungete al termine del dungeon a volte dovete fare un attimo mente locale per ricordarvi i motivi per cui l'avete affrontato. Insomma, in poche parole, la giocabilità è concettualmente semplice ma alla lunga molto impegnativa, e il game over (soprattutto contro i boss) non è affatto qualcosa di raro.
Se riuscite a entrare nel vivo dell'azione e le sfide, quelle vere, non vi spaventano, il gioco sarà però capace di regalarvi moltissime ore di avventura, anche se la cognizione del fatto che sia solo il primo capitolo di una saga comporterà ovviamente un finale piuttosto sospeso nell'aere. Se siete degli appassionati di JRPG, con particolare predilezione per la serie di SMT, troverete sicuramente questo Digital Devil Saga di vostro gradimento; in tutti gli altri casi forse fareste meglio a rivolgervi a titoli più “alla mano”.
7
Un'ambientazione postatomica, una trama misteriosa ed esoterica mista al cybertecnologico, personaggi particolareggiati ed un conflitto di natura religiosa. Tutto ciò alla base di questo primo capitolo della Saga dei Diavoli Digitali, un gioco che può stimolare un discreto interesse, ma contemporaneamente suscitare non poche perplessità, complici una forse eccessiva linearità ed un “ingolfarsi” della trama a causa della struttura principalmente studiata intorno all'abuso del cliché dei Dungeon. A prescindere da ciò, un prodotto delicato e competitivo, specie nelle battaglie, dedicato ad un pubblico di estimatori ed appassionati.



