Tiscali

Recensione Shadow Ops: Red Mercury

Alessandro Cossu Di Alessandro Cossu(3 novembre 2004)
MERCURIO ROSSO
A onore del vero, molti titoli hanno fatto la loro fortuna puntando sui più classici cliché nei più disparati ambiti, ispirandosi fino al limite del plagio a tante produzioni del passato. Ne è un esempio il recentissimo e discusso Doom 3 il quale, pur non avendo di fatto inventato nulla, è stato un successo di vendite e pubblico proprio grazie alla capacità di percorrere le orme sulle sabbia lasciate da sé stesso in primis e dai tanti giochi simili che a lui si sono susseguiti. Anche l'ultima fatica dei signori della Zombie Studio ci ripropone una delle tante storie già viste in decine di titoli affini ma, ahimè, mancando grossolanamente il successo. In Mercurio Rosso – tale è la traduzione letterale – saremo chiamati ad indossare i mimetici panni di Frank Hayden, un agente d'elite della Delta Force, recentemente reclutato dalla CIA. A capo del nostro baldo team, dovremo percorrere in lungo e in largo il nostro sempre in pericolo pianeta, a caccia, stavolta, di un pericolosissimo terrorista ispanico il quale ha avuto la brillate idea di rubare il Red Mercury, una potentissima arma al cui confronto la bomba atomica sembrerebbe una puntura di zanzara...e questo è quanto, per quello che riguarda la trama che si cela dietro al prodotto distribuito da Atari.
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 2
ecco il nostro eroe...buongiorno!
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 3
Pronti a dar fuoco alle polveri
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 4
Far saltare i carri è molto divertente!
Nulla che non si sia già visto, ma con una serie di piccole e grandi pecche che andiamo ora a sviscerare, buttandoci letteralmente nella mischia. Questo perché Mercurio Rosso può essere molte cose, ma non è sicuramente un titolo che fa del gioco di squadra, nè della strategia i suoi punti di forza, mostrando fin da subito la sua natura smaccatamente arcade. I nostri compagni, di un numero variabile da uno a quattro in base alla missione e perfettamente gestiti da routine di IA di buon livello, sono tranquillamente in grado di badare a loro stessi; infatti, novelli Highlander, sono tutti immortali, ma comunque ci forniranno quel minimo di copertura che ci servirà nei momenti più concitati. Quanto a noi, non dovremo minimamente preoccuparci di “gestire” la squadra come accade in moltissimi titoli simili a questo – ad esempio, Alpha Black Zero o Rainbow Six 3, o ancora Ghost Recon – limitandoci ad andare avanti uccidendo tutti i nemici presenti nelle varie locazioni, cercando di mantenere tutti gli arti attaccati al corpo. L'impresa si rivelerà molto meno facile di quanto non sembri: in primo luogo, a causa dell'incredibile numero di nemici presenti nei vari livelli; secondo, perché in Red Mercury manca totalmente qualsivoglia corpetto antiproiettile, onnipresente ammennicolo in ogni altro titolo che si ricordi.

Infine, il titolo patrocinato da Atari manca di qualsiasi sistema di salvataggio: non sono presenti all'appello anche gli amati/odiati checkpoint, costringendoci, quindi, a finire un intero livello prima di poter terminare la nostra partita, pena la perdita dei progressi ottenuti fino a quel momento, nel quadro che ci troviamo ad affrontare (come ci viene dolcemente ricordato da un poco discreto messaggio a video). Per sopperire almeno in parte a queste mancanze, alla Zombie Studio hanno pensato di infarcire tutte le locazioni di munizioni in quantità, oltre a preziosissimi kit medici. Inoltre, occorre sottolineare come la IA dei nemici non sia esattamente ai massimi livelli. Spesso li vedremo correrci incontro sparando come ossessi, aspettando solo di essere crivellati dai nostri strumenti di morte (in verità, poco vari: qualche granata, un paio di fucili e giocattolini simili); questo, ed il fatto che è praticamente impossibile finire le cartucce, ci garantirà buon gioco, anche ai livelli di difficoltà più alti. E' stato inoltre implementato nel Karma Engine, oltre ad un accenno di Rag-Doll (ovvero la capacità dei corpi di muoversi realisticamente), anche un sistema, sia pur arcaico, di calcolo dei danni, che farà si che un colpo alla testa risulti letale, mentre tre saranno i colpi alle gambe necessari per far riposare in pace il nostro avversario di turno. Peccato, però, che, una volta uccisi, i nostri nemici scompaiano miseramente davanti ai nostri occhi in pochissimi secondi, ingoiati dal terreno...ma transeat.
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 6
Non mi scappi, marrano!
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 7
Fra pochi secondi,questo poveretto scomparirà...
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 8
Io ti vedo...e tu?
Sul fronte grafico, SO:RM vanta il famoso ma ormai datato Unreal Engine; anche se ancora in grado di dire la sua, magari su pc non di ultima generazione, l'ormai anziano motore mostra il fianco a talvolta pesanti fenomeni di clipping, senza contare il colpo d'occhio generale che fa apparire il titolo in esame coperto da una patina di “vecchio”; sfortunatamente, anche al massimo del dettaglio e con tutti i dettagli al massimo, Shadow Ops : Red Mercury appare come un titolo di dodici, diciotto mesi fa e, pur rimanendo nel complesso gradevole, è decisamente qualche gradino sotto la media attuale, lontanissimo da produzioni targate Critek o ID Software. Texture ripetute fino alla nausea e nessuna interattività con l'ambiente, fanno da contraltare ad alcune locazioni degne di nota, come quelle ambientate nella giungla. Discorso diverso sul fronte audio. Creato in THX, SO:RM vanta un doppiaggio in Italiano di buon livello, oltre a sound fx ben riprodotti. Poco ispirate e consone le musiche, ma comunque realizzate, a livello tecnico, in maniera impeccabile e, in ogni caso, mai invasive o frastornanti. Ottima e immediata la risposta del nostro soldatino ai comandi, cosa questa che ci permetterà di affrontare a cuor leggero anche la sostanziosa sezione multigiocatore, che consta quattro modalità. Si va dal classico Deathmatch, in solitaria e a squadre, passando per il “Cattura la Bandiera” e il nuovissimo “Scorta per VIP”, dove i giocatori appartenenti alle forze speciali dovranno sostenere gli attacchi dei terroristi, atti a uccidere eminenti personalità politiche. Questa è, probabilmente, la più divertente e stuzzicante delle quattro modalità presenti. Prima di assaltare il commento finale, ricordo a tutti, in pieno stile televisivo che, per gli argomenti trattati e per la drammaticità di alcune scene, Shadow Ops è consigliato ad un pubblico adulto.
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 9
Ecco i limiti dell'Engine: dove sono le texture del palazzo?
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 10
Metti il naso fuori,coraggio!
Shadow Ops: Red Mercury - Immagine 11
Adesso ci sei, malnato!
6
Un titolo dalle mille promesse, questo SO:RM, ma non tutte, purtroppo, sono state mantenute. Immediato e frenetico, giocabile, senza fronzoli al gameplay, viaggia però sul lato oscuro dei cliché, con un trama che è poco più che un pretesto per giocare; nessuna variante per tutta la lunga esperienza in solitaria, nessun guizzo, poca fantasia. Considerata l'età dell'Engine utilizzato, Shadow Ops : Red Mercury vanta una realizzazione tecnica impeccabile, ma, a ben pensarci, anche la prima ruota della storia lo era...oggi, girereste con una ruota di pietra attaccata alla vostra auto?
voto grafica5,5
voto sonoro7,5
voto gameplay5,5
voto durata6,5