Valutando il rovescio della medaglia, bisogna però affermare che il gameplay è spesso terribilmente limitato: le sole azioni richieste all'utente per la riuscita nel gioco sono infatti sparare, evitare i colpi nemici e correre a perdifiato attraverso le enormi locazioni (a cui va aggiunta la saltuaria pressione di interruttori o raccolta di oggetti-chiave). Dovessimo ridurre il concetto alla base di Serious Sam a una sola considerazione, potremmo dire che alla Croteam si è puntato a riportare il genere sparatutto in prima persona alle origini, distanziandosi in modo netto dalla tendenza recente che vede i videogiochi miscelare tra loro generi apparentemente differenti. Se questa scelta risulterà gradita agli utenti, o meno, saranno i prossimi mesi (e i dati di vendita raccolti dal gioco) a dircelo...
Anche in split screen la distanza visiva è ragguardevole
Alessandro Martini
SECONDO COMMENTO
Voglio solo rimarcare un concetto tratto dalla mia esperienza di gioco con Serious Sam: era dai tempi di Doom che non mi divertivo in modo così immediato, totale e spensierato con uno sparatutto 3D. Di Doom c'è praticamente tutto in Seriuos Sam: ci sono i mostri vari e colorati, l'adrenalina a mille, l'azione immediata e furiosa, il multiplayer in cooperativo (imperdibile!). Tutto ciò si manifesta però in un contesto tecnologico anni luce avanti al vecchio capolavoro id Software, grazie a un engine che, al momento, ha qualcosa da raccontare anche ai maestri texani capitanati da Carmack. Il genere degli sparatutto in prima persona è ormai così maturo che si possono delineare con chiarezza numerosi filoni e Serious Sam svetta indubbiamente su ogni altro attuale contendente nel segmento degli shooter 3D immediati, quelli più "arcade". Se è questo che cercate da un sparatutto 3D, avete trovato il vostro Eden.
Matteo Camisasca