C'è poco da tergiversare, poco da settare o da esplorare tra le righe: è nel vivo della competizione che all'istante si è chiamati a lanciarsi, inserendo il proprio metaforico gettone in un altrettanto metaforico cabinato da sala, pronti a mangiare e a far mangiare la polvere virtuale.
Le stesse soluzioni audiovisive con cui si viene accolti richiamano vecchie suggestioni; cromatismi dall'accentuata saturazione, illuminazione brillante, scenari naturali spazianti da cime alpine imbiancate a rigogliose foreste pluviali e popolati di fauna ed elementi animati. Il tutto è allestito su un motore grafico magari non eccezionale dal punto di vista del dettaglio e della fluidità, ma solido e capace a tratti di dar spettacolo; l'accompagnamento sonoro rappresentato da tracce dal sapore nippo-rockeggiante non appagherà i gusti di tutti i palati ma, insieme ad uno speaker che non disdegna di riproporre noti campionamenti, rimane fedele ad un certo Sega-style.
Le istruzioni del navigatore, solo sporadicamente intempestive, non sono poi così determinanti, data la natura chiusa di circuiti memorizzabili
Ottima la realizzazione del fango, i cui schizzi si andranno a depositare sulle carrozzerie coprendo parte della livrea e degli sponsor
Ciò che risulta fortemente semplificato e sottostante a limitazioni dal sapore anacronistico, è ancora una volta da interpretarsi nello spirito di Sega Rally, fedele alle origini e pertanto avulso da particolari elaborazioni e sovrastrutture, nella sua genuina essenza giocabile; è un carattere schietto e deciso, ma diventa al medesimo tempo un'infida arma a doppio taglio.
Il bordopista, come da tradizione, è animato da numerosi elementi; fate ciao con la manina all'elicottero di ripresa, ma occhio a non uscire di strada
La derapata è l'anima di Sega Rally, anche su asfalto; occorre un minimo di pratica per riuscire a dominare le entrate in curva
L'aderenza al manto stradale è ridotta ai minimi termini; si dovrà gestire una vettura che raramente acquista una stabile traiettoria rettilinea, assumendo piuttosto un costante assetto in derapata. L'approccio focalizzato al divertimento disimpegnato non è comunque indice d'estrema facilità o di totale immediatezza. Nei primi istanti di gioco sarà arduo gestire con profitto le traiettorie e mantenere in carreggiata la vettura, complice l'apparente effetto “saponetta” dei pneumatici; solo accumulando minuti di gara si inizia a padroneggiare il mezzo, acquisendo la consapevolezza che la sbandata controllata non comporta perdite di velocità significative (se non nel caso di angolazioni estreme) e che all'uscita di curva è solitamente indicato riallinearsi con un tocco di controsterzo. Salendo di categoria, auto più performanti e opponenti più agguerriti imporranno una crescente tensione di guida, tenendo su di giri concentrazione ed adrenalina.
Altro fattore capace di influenzare le proprie prestazioni è legato alle condizioni del terreno, variabili a seconda della locazione e in evoluzione nel corso dei giri; attraversare le pozzanghere d'acqua che intralciano i tracciati tropicali determina una decelerazione spesso notevole; le sezioni fangose, ghiacciate o dissestate comportano una diminuzione della trazione e di conseguenza richiedono particolare attenzione; dossi pronunciati conducono a salti spettacolari ai quali è sconsigliato arrivare da una traiettoria scomposta. Il proprio passaggio e quello degli avversari va inoltre a deteriorare la pista, disegnando in tempo reale i solchi impressi dalle ruote; la feature di deformazione, rimarcata dagli sviluppatori in sede di presentazione, si rivela, in effetti, ben congegnata, spingendo talvolta il giocatore a scegliere traiettorie meno battute (e di conseguenza più sicure) rispetto a quelle preferenziali e obbligandolo a qualche correzione improvvisa a causa delle irregolarità del suolo. Ad onor del vero, considerando la fisica quasi antigravitazionale delle auto ed il coefficiente d'attrito ridotto ai minimi termini, l'impatto delle caratteristiche mutevoli della pista sulle sensazioni di guida rimane alla fine superficiale e lontano dall'essere cruciale.
Contrariamente all'individualismo della pratica reale, la presenza fisica degli avversari porta a scontri di lamiera e a scorrettezze assortite
I salti sono uno dei momenti più spettacolari della gara; se non li si affronta con il corretto allineamento, si rischia di perdere preziosi secondi
Genuino e godibile, ma vagamente inconsistente.