Tiscali

Recensione Scrap Metal

Autodemolizioni in movimento
Luca Luperini Di Luca Luperini(30 marzo 2010)
acceleratore e mitragliatore
Fin dall'alba dei tempi (videoludici), il genere racing si è portato dietro un lungo seguito di deviazioni action capaci di segnare indelebilmente intere generazioni di giocatori. Dai classiconi alla Destruction Derby e Carmageddon, passando per i più recenti Twisted Metal e MicroMachines, questa variante spudoratamente degenere dei giochi di corsa è sempre riuscita a conquistare il pubblico per la spiccata capacità di intrattenere su molteplici livelli, strizzando l'occhio ad un'utenza che al sofisticato sapore dei racing simulativi, preferisce il primordiale piacere per la distruzione incondizionata.
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I quattro posti auto messi a disposizione nel garage vi obbligheranno ad effettuare una ponderata opera di selezione tra la moltitudine di vetture disponibili.
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Le freccie gialle sulla strada designano la direzione da seguire, la quale non sempre sarà la più indicata se mirate ad una strategia di eliminazione.
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Tornanti, dossi e trampolini: le piste sono studiate per creare situazioni concitate.
A dimostrare che questa formula non soltanto funziona ancora, ma che ha ancora molto da dire, ci prova Microsoft che, sotto lo sviluppo degli apprezzati Sick Entertaiment, propone Scrap Metal all'interno dell'iniziativa House Party, conclusasi la scorsa settimana con la pubblicazione della discussa Game Room. Leit Motiv di House Party è, manco a dirlo, il videogioco come momento sociale. Una filosofia che Sick Entertaiment ha tradotto in un comparto multiplayer sfaccettato, da affiancare ad un'esperienza in singolo altrettanto completa. Insomma, Scrap Metal si propone come l'ennesimo Live Arcade “must have”; ma è davvero tutto oro quello che luccica?

chi spacca da se, spacca per altri tre
Una volta effettuato il primo avvio il gioco ci pone subito davanti ad un quesito che sembra quasi mirato a delineare il vostro profilo psico-ludico: controlli semplificati od integrali? Nel primo caso basterà affidarsi allo stick analogico sinistro per quanto concerne la fase di guida, potendosi così concentrare meglio su quello che è il frangente distruttivo della gara. Se invece siete piloti esigenti, potrete mantenere la mappatura classica dei comandi, con tanto di grilletto accelerante e decelerante. Una scelta che, ve lo diciamo subito per evitarvi spiacevoli sorprese, farà impennare la curva di apprendimento. Il modello di guida viene infatti irrimediabilmente influenzato dalla visuale isometrica utilizzata da Scrap Metal. Un contesto che renderà difficile approcciarsi alla gara come se si trattasse di un racing convenzionale, proprio a causa dell'atipica visuale di gioco. Difficile ma non impossibile, sia ben chiaro. Con qualche sessione in più anche il sistema di controllo “completo” acquisirà un suo particolare spazio nell'economia del gameplay, andando a costituire un'interessante alternativa a cui attingere fin dalle prime battute, o in un secondo momento.

Sciolto il primo dilemma, la strada si fa in discesa. Il concept evergreen di Scrap Metal costituisce forse il suo più grande, ed implicito, pregio. La campagna in singolo consiste nel portare a termine otto differenti aree -ognuna dotata di una propria caratterizzazione- attraverso una serie di competizioni di diverso genere. Alcune volte vi verrà chiesto di arrivare primi. Altre, invece, semplicemente di arrivare. L'elemento comune a tutti i tipi di gara è la distruzione dei mezzi altrui attraverso ogni espediente possibile. Primo tra tutti, l'arma equipaggiata sul vostro veicolo, la quale varierà di volta in volta a seconda della vettura stessa. Mitragliatrici, seghe circolari, fucili a pompa: ogni tipo di arma è dotata di pattern di attacco ben precisi, con cui sarete chiamati a scendere a compromessi per la vostra stessa sopravvivenza.
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Ogni boss è tematizzato a seconda dell'area di gioco.
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I numerosi effetti particellari svolgono a dovere il loro lavoro.
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Le otto aree sono sbloccabili consequenzialmente, anche se talvolta non sarà necessario battere il boss di una per accedere all'altra.
Collezionare i mezzi, e le relative armi, sarà quindi vitale nel corso della campagna. Per fare ciò basterà attingere allo sfasciacarrozze, nel quale troveranno spazio tutti i mezzi da voi annientati durante le corse precedenti. Una volta rimessi a nuovo, i veicoli potranno essere personalizzati e, soprattutto, potenziati mediante i punti esperienza raccolti dopo ogni gara andata a buon fine.  E se il procedimento di personalizzazione risulta piuttosto superficiale -si può scegliere giusto il colore e qualche improbabile ammennicolo da piazzare in giro per il mezzo-, quello di potenziamento -articolato in capacità offensive, difensive e più propriamente automobilistiche- rappresenta un tool imprescindibile se volete avere successo contro i grotteschi boss di fine area.
Si perchè, come se si trattasse di un comune platform, ogni “livello” si conclude con lo scontro contro un boss tematizzato, ciascuno dei quali si rivelerà molto più ostico di quanto possiate immaginare. Una difficoltà talvolta esasperata, che sembra cozzare con lo spirito “no brain” di cui titoli di questo genere sono portatori manifesti.

il volante tra le mani ed il coltello trai denti
Un altro limite di Scrap Metal ci si pone davanti non appena varcata la soglia del gioco multigiocatore. Sembra infatti antitetico che un gioco basato quasi totalmente sul collezionare e potenziare veicoli non porti con se tale diabolico meccanismo fin dentro le dinamiche comunitarie. Stiamo parlando dell'impossibilità di importare il proprio garage nelle gare con altri tre giocatori umani. Una lacuna che, a nostro modo di vedere, mina alla base l'intera ragion d'essere di un comparto multiplayer ridotto ad espressione sterile di gameplay.
Fallisce quindi qui il tentativo di Microsoft di far diventare Scrap Metal un baluardo della filosofia House Party? la risposta è “ni”. Il confronto tra individualità -che avvenga tramite Live oppure sulla stessa console attraverso il caro vecchio Split Screen- risulta sempre divertente, seppur nella sua evidente scissione con il percorso in singolo.

Eliminare il monster truck della nonna, o la monoposto del contatto Live svedese, aggiunge all'appagamento per la propria vittoria, quel gusto un po' sadico per la sconfitta altrui che da anni fa la fortuna del gioco multigiocatore.
Una soddisfazione anche puramente estetica che Scrap Metal alimenta dando sfoggio di un motore di grafico stabile e meno minimalista di quanto qualche screenshoot non faccia pensare.
La forza dell'appeal visivo consiste infatti nella quantità, e nella fluidità, degli elementi presenti su schermo. Il risultato è un impatto ragguardevole ed in linea con quelli che stanno diventando ormai i nuovi standard del Live Arcade: grandi giochi, di piccole dimensioni, a prezzi non più tanto esigui.
Scrap Metal - Immagine 7
Grazie alla modalità split screen da quattro giocatori potrete dare vita a veri e propri House Party.
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Le migliorie estetiche sono poche e tutte, volutamente, di dubbio gusto.
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Per collezionare veicoli sarà sufficiente farli prima a pezzi, per poi risistemarli nell'officina di fiducia.
7
Scrap Metal è un titolo dagli indubbi meriti e dagli insospettabili limiti. Se infatti,la sostanza -espressa dal solido gameplay- sembra esserci tutta, sono le lacune che non ti aspetti a mettere i bastoni tra le ruote al titolo di Sick Entertaiment. La mancanza di un filo conduttore tra il gioco in singolo e quello in multy rappresenta sicuramente il più macroscopico dei bastoni, al quale perfino la sostanziosa offerta di modalità fatica a rispondere. A questo smacco  si vanno poi ad aggiungere alcuni inspiegabili, e fastidiosi, picchi di difficoltà presenti nella campagna in single che tendono, talvolta, a spostare in secondo piano i meriti tecnici di cui Scrap Metal è comunque portatore.
voto grafica7,5
voto sonoro6
voto gameplay7,5
voto durata7