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Recensione SBK Generations

Ecco la summa della Superbike di Milestone!
Fabio FundoniDi Fabio Fundoni (10 luglio 2012)
Tutti a inseguire la Ducati di Checa!
La stagione 2012 del campionato mondiale Superbike è entrata ormai nel vivo e, per fortuna dei colori italiani, Max Biaggi e Marco Melandri sembrano essere tra i favoriti per la vittoria finale, senza scordare nomi come Ayrton Badovini e Davide Giuliano che non mancano di farsi notare e levarsi qualche discreta soddisfazione nel campionato delle derivate di serie, più spettacolare e combattuto che mai. Anche quest'anno torna quindi la versione videoludica di questo incredibile circus motoristico sviluppata, ovviamente, dall'italianissima Milestone, ormai legata a doppio filo al nome della SBK. SBK Generations è il nuovo capitolo che approda sulle nostre console ad alta definizione e Personal Computer lasciando intuire, sin dal proprio nome, che qualche cosa è cambiata rispetto alla classica numerazione annuale che ci ha fatto compagnia sino allo scorso 2011.
SBK Generations - Immagine 1
Carl "King" Fogarty. Nessuno ha vinto tanto quanto lui in sella ad una SBK. Onore al Re!
SBK Generations - Immagine 2
Carlos Checa, attuale campione in carica, ha trovato una seconda giovinezza in SBK
SBK Generations - Immagine 3
Attenzione: ogni sorpasso potrebbe nascondere un pericolo!
Si, Generations, perché il progetto di quest'anno è decisamente a più ampio respiro. Non solo il voler portare l'attuale stagione sui nostri schermi, ma anche mettere in campo un campionario ben più vasto che mettesse in gioco, in un colpo solo, gli ultimi quattro anni in cui Milestone si è districata in questo mondo fatto di velocità e coraggio. L'offerta appare subito golosa: poter giocare i campionati svoltisi dal 2009 a oggi con l'aggiunta della categoria speciale dove trovare le vecchie glorie che hanno fatto la storia di questo universo. In tutto parliamo di 10 campionati perché, come da tradizione Milestone, visti i tempi ristretti di lavoro, Superstock e Supersport non risultano essere aggiornati alle ultimissime annate. Appare subito chiaro come, per i veri appassionati, il piatto si preannunci particolarmente ricco.

Poniamo come base il fatto che chi si avvicina a questo titolo deve avere ben presente la sua natura prettamente simulativa adatta, quindi, a chi ha intenzione di impegnarsi a dovere per domare questi bolidi a quattro e due cilindri. Certo, potrete anche utilizzare i vari aiuti alla guida e usare le modalità più semplici, ma il vero divertimento arriva quando si elimina qualsiasi tutore e si gioca al massimo, cercando di dominare la moto e di interpretarne ogni più piccolo elemento. Un consiglio? Evitate di giocare al livello di simulazione semplice anche se siete alle prime armi e gettatevi subito nella mischia. Armatevi di pazienza e sfidate la potenza della moto. I primi tempi li passerete costantemente con il sedere sull'asfalto a contare le ossa rotte, ma sarà questa la vera scuola per diventare assi e godervi al massimo il gameplay. Se proprio però non vorrete rischiare nemmeno una moto virtuale, potrete sempre utilizzare le opzioni inserite da Milestone.
SBK Generations - Immagine 4
Hiroshi Aoyama: una delle involuzioni più preoccupanti della storia del motociclismo
SBK Generations - Immagine 5
Preparatevi a vederbe delle belle
SBK Generations - Immagine 6
Per vincere dovrete lottare
Nel paddock a cercare la Manu
Insomma, come avrete già capito, il punto forte del gioco rimane proprio il gameplay. Tendenzialmente non è cambiato nulla e chi ha già giocato SBK 2011 non farà fatica a ritrovarsi alla perfezione con le meccaniche odierne, riuscendo quasi subito a trovare il giusto feeling. Come dicevamo, togliendo qualsiasi aiuto alla guida dovrete tenere conto di ogni elemento della moto. I più attenti potranno andare a lavorare su vari settaggi, tra lunghezza dei rapporti del cambio e altre amenità, mentre in gara dovrete imparare a dosare sia la moto che il vostro pilota. Entrambi i fattori saranno importantissimi: sia che si tratti di sfruttare al massimo l'aerodinamicità per accelerare o spostare il peso indietro per frenare meglio, la vostra massa corporea farà la differenza, mentre è abbastanza inutile ricordare quanto sarà necessario dosare i freni e il gas. Quando si prende la dovuta confidenza con il tutto, si riesce davvero a comprendere quanto il modello di guida sia ancora buono. Tempismo e precisione saranno le due parole d'ordine e capirete in fretta che ogni moto necessità della giusta sensibilità per scatenare il motore in uscita di curva. Più entrerete in sintonia con il mezzo, più andrete veloci.

Non mancano i danni a moto e piloti perché, come avrete capito, di cadute ne vedrete tante, tra frenate oltre il limite e interpretazioni errate nell'accelerare in curva. Occhio poi al mettere le gomme fuori dalla pista, una repentina perdita d'aderenza vi manderà a gambe all'aria il 99% delle volte. A corredo abbiamo notato una ottima gestione dell'usura delle gomme, davvero simile alla controparte reale. Montando pneumatici morbidi potrete staccare al limite sin da subito, ma verso la fine della gara avrete enormi problemi a gestire le traiettorie, mentre con quelle dure dovrete pazientare un po' per mandare le coperture in temperatura, ma avrete una durata più costante. In mezzo troverete anche la mescola media, la più classica delle vie di mezzo . A complicarvi la vita ci sarà anche il meteo, non certo attivo, ma presente in tre variabili: asciutto, bagnato e pioggia. Ogni situazione richiederà una diversa impostazione e imparare a dare il meglio ogni volta sarà una sfida nella sfida.
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