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Recensione Samurai Jack

Antonio Norfo Di Antonio Norfo(18 agosto 2004)
Benvenuti nel mondo del domani

La musa a cui Samurai Jack: The Shadow of Aku si ispira è l'omonima serie animata apparsa per la prima volta tre anni or sono negli studi dei Cartoon Network della Warner Bros. Ivi il nostro protagonista, dedito alla perenne lotta contro il temibile stregone Aku (detentore d'oscuri poteri), si trova catapultato nel futuro per mezzo del proprio antagonista. Con fare tragicomico il destino ha voluto che proprio Aku fosse l'indiscusso dominatore del mondo del domani in cui Jack (tale il nome del dissacrante Samurai) si è suo malgrado ritrovato. L'ombra del maligno che sottotitola l'avventura videoludica in questione ha pertanto nella sua storia una netta importanza, un'importanza che comunque (intendiamoci) ha ben poco da stupire: stiamo pur sempre parlando di un canonico cattivo e disturbatore della quiete pubblica e dell'avvento imminente di un eroe salvatore. Il pretesto narrativo dà tuttavia modo al gioco di svilupparsi seguendo un determinato schema: mediante l'uso di un portale cronologico, infatti, Jack viaggia per il tempo in modo da cambiare la storia e da sconfiggere le schiere cibernetiche dell'acerrimo nemico.
Durante questi viaggi il protagonista proteggerà e visiterà degli inermi e tormentati borghi abitati e nell'aiutarli egli vuole per prima cosa impedire il corso degli eventi come lui lo conosce, in secondo luogo trovare una via (pardon, un portale) che lo riconduca alla sua vera era ed alla sua vera casa.
Samurai Jack - Immagine 2
Samurai Jack - Immagine 3
Samurai Jack - Immagine 4
Stilisticamente siamo davanti ad una miscela fra la tecnica del cel-shading (che in questa generazione ha saputo meravigliarci con veri e propri capolavori di stile) ed una consueta texturizzazione, ma mentre qualche effetto risulta piacevole (il “Sakai Mode” su tutto dove il mondo circostante rallenta e noi no), le animazioni sono carenti e le scelte cromatiche toccate in sorte agli ambienti sono incapaci di qualsivoglia manifestazione di gusto. Notevole il netto calo di frame rate (che spesso avviene grazie alla sola apparizione dei nemici), ingiustificato peraltro se teniamo in considerazione il livello tecnico non certo di alta fattura del motore grafico. Il reparto sonoro sa comportarsi meglio di quello visivo ed è la componente, unica nell'intero pacchetto, a salvarsi dall'insufficienza (e che tuttavia non salva dal giudizio finale Samurai Jack). La controparte inglese offre il medesimo cast di voci del cartone ed il repertorio di suoni sa bene comportarsi, mentre la colonna sonora da una parte riecheggia le melodie del cartone animato, dall'altra non tocca mai vette troppo di meraviglia (insomma: senza lode e senza infamia). A stupire in negativo su tutto è l'opera di supervisione che il regista ed ideatore degli episodi animati (Genndy Tartakowsky) ha operato al fianco del team di sviluppo (Amaze Entertainment), magari nella speranza (risultata poi vana) che la controparte interattiva fosse il più simile possibile a quella televisiva, ma quella che ci viene offerta è una licenza sfruttata in maniera fallimentare da parte di Sega.
Samurai Jack - Immagine 5
Samurai Jack - Immagine 6
Samurai Jack - Immagine 7
Se la trama è a dir poco inesistente (appetibile un minimo solo per quanti conoscano la serie e ne captino le ricorrenti citazioni) e l'estetica generale del titolo lascia a desiderare, il gioco in sé, ahinoi, non risolleva la sorte di mediocrità che affligge il titolo in questione.
Essenzialmente Shadow of Aku è un action-game ibrido di generi, con la prevalenza di sezioni platform e di combattimenti in stile beat ';em up. L'armamentario prevede la katana (i cui attacchi sono due: un fendente leggero ed uno più vigoroso), un arma da tiro ad ampio raggio (l'arco e le frecce) ed una da getto più ravvicinato (i classici shuriken che con i samurai non hanno nulla da spartire, ma tant'è). La forza degli attacchi, al pari della barra della vitalità e di quella indicante l'energia Zen avranno i rispettivi “upgrades” all'interno di alcune speciali locazioni. Da segnalare la presenza di abilità e mosse speciali che aiutano esponenzialmente il giocatore ancora più di quanto non lo faccia da sola la scarsa intelligenza artificiale dei nemici e lo spropositato numero di oggetti curativi dispersi un po' ovunque. La sfida è praticamente inesistente, tanto che il massimo impegno richiesto sarà semplicemente andare avanti e fare strage degli opponenti.
Non vi è un boss (ultimo scontro incluso), non una particolare stanza, non un determinato momento in cui la difficoltà si discosti dal piatto stadio che gli sviluppatori hanno implementato (è dire che la maggioranza degli appassionati di Samurai Jack è tutt'altro che infantile).

I livelli sono invero ventiquattro, ma solo sedici sono considerabili come tali, giacché quattro sono dedicati al potenziamento delle proprie tecniche ed altri quattro ospitano i boss di turno. Completare il gioco inoltre, a dispetto del numero di locazioni suddivise in quattro mondi, non richiederà al massimo più di sette ore circa (dedicandosi anche alla raccolta dei pochi segreti quali, ad esempio, le statue del Budda). Sul piano del level design la parola più semplice e prevedibile che meglio gli si accosta è quella della linearità, fattore che domina incontrastato dall'inizio alla fine. Talvolta viene proposto qualche timido e futile enigma o qualche sezione di salti (singolo o doppio che sia, il salto è affidato al tasto quadrato), ma il risultato finale è quello di un gioco che non riesce né a entusiasmare né a convincere i suoi utenti.
Samurai Jack - Immagine 11
Samurai Jack - Immagine 12
Samurai Jack - Immagine 13
4,5
Basilarmente Shadow of Aku è un action-game ibrido di generi, con la prevalenza di sezioni platform e di combattimenti in stile beat ';em up. Sul piano del level design la parola più semplice e prevedibile che meglio gli si accosta è quella della linearità, fattore che domina incontrastato dall'inizio alla fine. Talvolta viene proposto qualche timido e futile enigma o qualche sezione di salti (singolo o doppio che sia, il salto è affidato al tasto quadrato), ma il risultato finale è quello di un gioco che non riesce né a entusiasmare né a convincere i suoi utenti. A stupire in negativo su tutto è l'opera di supervisione che il regista ed ideatore degli episodi animati (Genndy Tartakowsky) ha operato al fianco del team di sviluppo (Amaze Entertainment), magari nella speranza (risultata poi vana) che la controparte interattiva fosse il più simile possibile a quella televisiva, ma quella che viene offerta è una licenza sfruttata in maniera fallimentare da parte di Sega.
voto grafica5
voto sonoro6
voto gameplay4,5
voto durata4,5
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