Il primo menù di gioco: ovviamente è sconsigliabile giocare gli ultimi capitoli senza prima aver terminato i precedenti, ma nel caso voleste rigiocare una determinata sezione...
L'interfaccia è decisamente semplice, in quanto naturalmente opererete tutte le azioni tramite l'esclusivo ausilio del mouse: il tasto destro imposta l'azione da eseguire(solitamente quella di default è “guarda” e la seconda una qualche forma di iterazione, sia essa “parla”, “prendi” o “usa”) ed il tasto sinistro la conferma. Ovviamente potrete sempre contare su una schermata di inventario illustrata, in cui esaminare oggetti, combinarli tra loro o “estrarli” per farli interagire con l'ambiente. Da questo punto di vista talvolta Runaway 2 è un po' rognoso: capita spesso, infatti, che per combinare due oggetti dobbiate obbligatoriamente usare uno specifico dei due sull'altro, mentre viceversa Brian si rifiuta di fare alcunché, col risultato che quando vi trovate “alla frutta” e dovete andare per tentativi perderete circa il doppio del tempo a fare esperimenti. Inoltre, spesso non potrete operare determinate combinazioni se prima la trama, gli indizi e i dialoghi svolti non avranno raggiunto particolari svolte, con il risultato che a volte non “riprovate” ad operare combinazioni già tentate, convinti che non funzionino, mentre invece sarebbe ora di realizzarle.
Tecnicamente, il titolo si attesta su un buon livello. Intendiamoci, stiamo parlando di un'avventura grafica bidimensionale, ma oltre alla risoluzione di tutto rispetto (Runaway, ricordiamo, fu il primo gioco della categoria a girare su 1027x768) possiamo contare su uno studio delle sprite operato su modelli 3D in cell-shading, sistema che negli ultimi anni ha subito notevoli migliorie. Certo, è vero che determinate cose, come ad esempio le ombre, sono limitate ad aloni sotto alla sprite o al massimo pre-calcolate, quando non sono assenti del tutto, ma se non vogliamo stare a spaccare il capello in quattro possiamo tranquillamente affermare che l'impatto grafico in-game è più che soddisfacente. Buoni anche i filmati, sebbene i Pendulo non abbiano abbandonato, ma al massimo “affinato” la tecnica di far muovere solo parte del corpo durante i dialoghi.
E proprio parlando di dialoghi passiamo ad analizzare il parco audio: una vasta fetta dell'avventura sarà accompagnata dalla voce di Brian e dei suoi interlocutori, giacché le discussioni sono numerose e tutte in perfetto Italiano. L'unica pecca è che forse il numero dei doppiatori avrebbe potuto essere più elevato, giacché non si faticano a riconoscere le stesse voci su più personaggi; inoltre, alcune “sfaccettature” sono andate perse, e così quando una ragazza vi dirà “vengo dalla Francia, non si sente?” vi verrebbe da risponderle “no, per niente” visto che l'accento francese è totalmente assente. Ottimi tutti gli effetti sonori e molto gradevoli le varie musiche: tengono compagnia senza essere assillanti né ripetitive, e sono studiate per rendere alla perfezione gli ambienti in cui vengono riprodotte.
La giocabilità è naturalmente immediata: se anche non doveste mai aver neppure intravisto un'avventura grafica (ma dove vivete? Su Trantor?) impiegherete massimo venti secondi a padroneggiare il sistema. In seguito, penseranno gli enigmi a darvi filo da torcere... non che siano particolarmente complessi, questo no, ma il fatto che Brian, come già spiegato (e come d'altronde accadeva anche nel primo Runaway) talvolta faccia “i capricci” vi rallenterà un po', e soprattutto gli sviluppatori hanno avuto cura di nascondere egregiamente non solo piccoli oggetti, ma addirittura intere locazioni! L'unico consiglio che possiamo darvi è quello di osservare con estrema attenzione tutto ciò che vi si para davanti, esplorandola cautamente col puntatore del mouse, perché a volte la soluzione è lì davanti al vostro naso, e se non la vedete servirà a poco anche l'aiuto che vi può dare Joshua dal futuro. A parte questo intoppo, la giocabilità non è in discussione: dialoghi, situazioni, ragionamenti, citazioni, battute al vetriolo ed elementi buffi di ogni sorta vi accompagneranno e vi trascineranno fino alla fine della vicenda, con un longevità più che discreta, sull'ordine della dozzina di ore alla prima partita (molte meno se lo rigiocate, specie saltando i dialoghi... ma che gusto ci sarebbe?). Unica nota stonata: un finale piuttosto antipatico. Non scendiamo nei dettagli, ovviamente, per non rovinarvi la sorpresa, ma vi diciamo solamente che i Pendulo hanno preso spunto da un'antipatica “moda” che si sta diffondendo tra gli sceneggiatori di film di successo, ossia quello di realizzare un seguito con... qualche altra idea in cantiere...
8
Come il suo predecessore, Runaway 2 si presenta come un prodotto decisamente valido dal punto di vista della trama, sebbene la suddivisione in capitoli la “spezzi” un po', dei personaggi e dei dialoghi, questi ultimi financo eccessivi. Gli enigmi in sé e per sé non sono particolarmente complessi, ma talvolta faticherete a trovare la soluzione anche solamente per come gli indizi, o addirittura le locazioni, sono state nascoste. La vicenda è piuttosto lunghetta e gradevole, e vorrete portarla a termine spinti dal divertimento e dalla curiosità. Peccato per la sorpresa finale...



