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Recensione Rogue Trooper Redux

Puffo forzuto, strafatto di nandrolone, va alla guerra!
Marco Modugno Di Marco Modugno(17 ottobre 2017)

Ah, la pozione dell'eterna giovinezza. Chi non ha mai sognato, passata una certa età anagrafica, di poter bere anche solo un sorso del mitico infuso? O magari di disporre di una macchina del tempo per tornare indietro, verso anni considerati chissà perché più belli, spensierati, eroici? Beh, eccovi (in parte) accontentati! Rogue Trooper Redux (il titolo fa il verso a quello della versione "definitiva" di Apocalypse Now di Coppola) vi riporta indietro, fin dalle prime schermate del titolo, di un paio abbondante di lustri, con una sensazione retrò che alcuni di noi non potranno non apprezzare.

L'impostazione del gioco, l'approccio al gameplay e molti altri aspetti, infatti, non sono sostanzialmente cambiati dai tempi della prima uscita su PS2 e Xbox nel 2006 (e di un successivo porting per Wii, tre anni dopo). La sensazione di avere tra le mani un titolo vintage è solo parzialmente mitigata dai doverosi aggiornamenti grafici, che non fanno comunque gridare al miracolo, e dall'inserimento di un comparto multiplayer robusto che finisce per essere il vero punto di forza del gioco. Ma andiamo per gradi.

Rogue Trooper Redux - Immagine 1
I nemici sbucano da sotto terra!

La trama di questo movimentato shooter in terza persona impone al giocatore una difficile immedesimazione con uno dei protagonisti più bidimensionali e allo stesso tempo inquietanti che ricordi di aver mai giocato. Rogue è il nome di un energumeno dalla pelle azzurra che se ne va in giro, come una specie di Rambo OGM, a torso inspiegabilmente nudo (manco stesse posando per la copertina di un romanzo Harmony), armato con fucile d'assalto, granate e mine di ogni genere. Il colorito, che ben s'intona con la fascetta dello stesso colore che caratterizza le copertine dei giochi per la console della Sony (e molto meno con il verde Xbox, ma non siamo mica alla settimana della moda, quindi...), è dovuto al fatto che il poveraccio è il frutto di un processo di clonazione e bioingegnerizzazione in laboratorio di esseri umani, cresciuti per essere la carne da cannone del futuro, che vi porterà, da oggi in avanti, a considerare i clonatori di Kamino dei benefattori galattici, in confronto.

Il filmato d'avvio, narrato dal punto di vista dei Nort, nemici della fazione che ha assoldato il nostro eroe (anche se parlare di schiavitù sarebbe più appropriato), ci mostra l'origine dei futuri soldati, coltivati in laboratorio e modificati per poter respirare aria velenosa, incassare ferite e tutto il resto. Ecco il motivo del sangue blu che scorre nelle loro vene e che spiega il loro bizzarro colorito e, forse, anche la loro avversione alle camicie. Finito il filmato, a uno viene di chiedersi perché mai dovrebbe giocare un'intera campagna schierato dalla parte di gente che trasforma in neonati creati e clonati in laboratorio in macchine da guerra spendibili? Se questi sono i "buoni" della storia... Ok, so cosa direte.

Che la trama punta sugli aspetti grotteschi del fumetto della 2000AD da cui il gioco è tratto, che non si può prendere troppo sul serio un bruto seminudo dalla pelle blu che ne va in giro a sgranare raffiche di mitragliatore, eccetera. Ma ecco, dopo pochi minuti di gioco una nuova perla. Uno dei commilitoni di Rogue, Gunnar, cade in azione. Ed ecco il rimedio per garantire al poveretto una scintilla d'immortalità. Il nostro si avventa su di lui coltellaccio in mano, sradica dal suo tronco cerebrale il chip di personalità e lo impianta... nel suo fucile! Più avanti, l'operazione sarà ripetuta due volte, con i processori di Bagman (che finirà nello zaino) e di Helm (indovinate un po'...). Direi che il PEGI 16 ci sta, ed è pure molto generoso.

Rogue Trooper Redux - Immagine 2
Tieni, ho fatto questa compilation per te!

Su questi presupposti si fonda l'intera trama di Rogue Trooper Redux. Appena scodellati dalle loro provette, i nostri soldatini blu vengono lanciati dall'orbita sulla Quartz Zone tenuta dal nemico Nort, finendo nella più classica delle imboscate. E' un massacro (da qui il titolo della versione Nintendo del 2009) cui sopravvive solo il bravo Rogue, che può però avvalersi anche dell'intelligenza (artificiale?) dei tre fratelli in armi caduti. Ognuno di loro, una volta collegato alla sua corteccia cerebrale, gli conferirà abilità particolari. Da quella di cecchinaggio alla capacità di recuperare rottami e utilizzarli per la costruzione di armi, munizioni e potenziamenti, fino alla possibilità di trasformare il fucile in una torretta automatica e lasciarlo a coprire una posizione mentre ci spostiamo.

Dalla strage iniziale parte la campagna in solitario (è il caso di dirlo) del nostro eroe, che si snoda da un campo di battaglia all'altro, caratterizzati da una certa monotonia nella scelta delle ambientazioni (ehi, ma è un reboot! Non ce lo scordiamo!) e da parecchia linearità. Di tanto in tanto, scambi di battute tra il nostro e i suoi gregari ridotti ormai a piastrine di silicio e filmati di intermezzo popolati da improbabili personaggi (la generalessa Nort sui cinquantasette anni fasciata di pelle e inspiegabilmente senza maschera a ossigeno e un'altrettanto bizzarra controparte femminile con la pelle blu del povero GI Rogue ne sono esempi rappresentativi), tentano disperatamente di trasformare una carneficina sui binari in una specie di storia. Con scarso successo, direi.

Rogue Trooper Redux - Immagine 3
Il gioco, per chi non lo sapesse, è tratto da un fumetto.

E se la trama fa versare qualche lacrima di troppo, e non di commozione per le vicende narrate, non è che il gameplay ci spinga a sghignazzare di soddisfazione. E' lecito parlare, in campo di TPS, di un'epoca ante Gears Of Far e di una post. E qui, se pure si nota qualche sforzo di migliorare l'approccio strategico, con una gestione più accorta delle coperture e dei movimenti del protagonista, quando si trova ad affrontare orde di nemici, siamo decisamente ancora nella prima. L'unico livello di difficoltà imposto dal titolo al neofita come al veterano potrebbe spaventare. La paura passa in fretta, però, quando si scopre che l'approccio "gung-ho", di avanzare sparando con il fucile al fianco come se non ci fosse un domani è, alla fine, quello vincente. Di tanto in tanto, infatti, al giocatore viene suggerito nemmeno troppo velatamente di adottare tattiche stealth, approfittando del fatto che sulla minimappa vengono indicati i campi visivi dei nemici da abbattere. Non sempre, però, il tentativo di imitare Solid Snake è ricompensato con un effettivo beneficio.

Meglio, il più delle volte, darci dentro con il "rock'n'roll" (parlo del fuoco in full-auto, quello che nessun istruttore di fanteria si sognerebbe mai di raccomandare a un allievo) e spianarsi la strada sventagliando il mitra e lanciando granate. L'uso delle minimine e delle granate concede qualche divagazione sul tema, certo, ma non troppo. Lo stesso dicasi per il fuoco cieco da dietro i ripari, che va bene al massimo per fare un po' di rumore senza colpire niente, o per l'uso della torretta, che più che essere d'aiuto, rischia di attirare su di noi sgradite attenzioni, consumare munizioni e lasciarci privi della nostra arma principale quando ci serve. La ripetitività, insomma, regna sovrana e non basta inserire di tanto in tanto qualche postazione fissa con cui sfogare i nostri istinti peggiori su orde di nemici che caricano a testa bassa come la Brigata Leggera a Balaclava per risollevare le sorti dello scontro. La noia, infatti, non deriva dalla carenza d'azione, che anzi abbonda e costituisce il piatto forte del titolo, ma da come questa viene proposta con un'impostazione che poteva essere valida (forse) undici anni fa ma che oggi condanna il gioco a finire tra i fanalini di coda di un mercato sempre più affollato di offerte ben più allettanti.

Lo stesso discorso può essere ripreso di sana pianta per quanto riguarda il comparto tecnico. Grafica datata, a tratti pixellosa, compenetrazioni, aliasing, texture spoglie e troppo simili a loro stesse, non possono non saltare agli occhi, in senso negativo, in un'era di processori grafici ultraperformanti, ormai affacciati sulla soglia inevitabile del videorealismo. E il sonoro, condito di spari ed esplosioni anni '90 e di dialoghi che non raggiungono nemmeno il minimo sindacale per essere annotati su una sceneggiatura di un film della Asylum, non è da meglio. Sulla musica, infine, stenderei un velo pietoso, spedendo il compositore nell'angolo, in punizione, con le cuffiette e l'obbligo di riascoltare la colonna sonora di The Dig cento volte, facendone tesoro.

Una speranza di riscatto, però, viene dal multiplayer, vera importante novità di questa versione rinnovata del gioco. La possibilità di cooperare online con un piccolo gruppo di amici, da uno a tre, affrontando orde di nemici assieme, aggiunge indubbiamente uno spunto divertente al titolo, che altrimenti, nonostante l'uscita a prezzo ridotto, rischierebbe lo scaffale d'ufficio. 

Rogue Trooper Redux - Immagine 4
I velivoli nemici sembrano un ibrido anabolizzato tra i droni assassini di Skynet e le navette dei marines coloniali di Alien.

 

 

6
A volte ritornano. Attacco scontato ma calzante per il reboot dei soldati biogenici di Rebellion, pronti a invadere di nuovo lo schermo del salotto a undici anni dal loro esordio su PS2 e Xbox, cui seguì tre anni dopo una digressione su Wii più sfortunata del Massacro della Quartz Zone. Sempre blu, sempre inspiegabilmente a torso nudo come tanti Fabio Lanzoni con l'alopecia, sempre agguerritissimi, i puffi anabolizzati del futuro scatenano una nuova adrenalinica offensiva, partendo proprio dal citato massacro, seguito a un disgraziato tentativo di sbarco orbitale su Nu Earth. Niente o quasi di nuovo dal punto di vista del gameplay in single, viene invece incluso un robustissimo multiplayer collaborativo da 2 a 4 giocatori che risulterà a nostro parere l'asso nella manica in grado di garantire almeno un po' di longevità al titolo. Che sotto gli altri profili si rivela invero un po' fiacchetto.
voto grafica6
voto sonoro6
voto gameplay6
voto durata6