Per nostra fortuna, ci pensa Harmonix a “restringere” la sua più apprezzata saga, trasferendola su PSP e abbandonando il campo di battaglia delle console casalinghe. Rock Band Unplugged non richiede periferiche di alcun tipo e permette ad ogni giocatore di avere nel palmo della propria mano, per la primissima volta, un intero gruppo di scalmanati. E in contemporanea, senza nessuna restrizione, come capirete a breve. Quattro pulsanti, due dorsali, magari un bel paio di cuffie e sarete pronti a spaccare i timpani della folla in delirio.
Come di consueto, si parte dalla creazione della band. Nome, componenti, stile: è tutto a nostra discrezione. Una volta archiviate le solite pratiche iniziali, sarà il momento di salire in autobus, allacciarsi le cinture e partire verso l'ignoto. Cosa ne sarà del gruppo? Riuscirà a sfondare nel mondo della musica? Tutto dipenderà da noi, ovviamente. Impegno e dedizione, come sempre nella vita, porteranno al tanto agognato lieto fine e all'avverarsi del sogno di quattro giovani. Partiremo dalle esibizioni di bassa lega in sconosciuti bugigattoli fino ad arrivare a veri e propri tour dislocati tra le città più conosciute del globo intero. Roma, New York, San Francisco: amici, l'avventura comincia. Lo scopo principale è quello di seguire le orme delle star che ci hanno preceduto, emulando i loro pezzi e facendoci conoscere dal grande pubblico, concerto dopo concerto. Acquisire nuovi fan, oltre che cospicue somme di denaro (approfittandone così per migliorare i propri strumenti a disposizione), sarà la base di Unplugged.È finalmente giunto il momento. Al segnale, scatenate l'inferno! Possiamo dire senza paura che la struttura di gioco di Unplugged si differenzia molto da quella dei suoi predecessori. O, almeno, da quelli più conosciuti. Approfittando della mancanza di qualunque periferica e riabbracciando gli (in)successi del passato, Harmonix ha infatti pensato di riproporre la vecchia modalità a band, in cui il giocatore è costretto a controllare contemporaneamente tutti gli strumenti del gruppo durante un pezzo, e non solo quello scelto. Una mossa che, seppur accantonata anni fa in favore della nascita dei rhytm game come oggi li conosciamo, si sposa benissimo con le “mancanze” della PSP. Cosa intendiamo con questo? Che gli sviluppatori, con tutta certezza, si saranno accorti di come l'abbandono degli strumenti di plastica incidesse sulla qualità e sull'immedesimazione generale. È stata infatti proprio la chitarra giocattolo a segnare il passaggio, tempo addietro, dai giochini ritmici a quelli che ora vanno tanto di moda. Tornare alla distruzione di note colorate per mezzo dei tasti del pad, sicuramente, è un grosso passo indietro. A spezzare la monotonia ci pensa proprio il vecchio/nuovo gameplay, di cui già abbiamo parlato prima.
Quattro classici spartiti di altrettanti strumenti diversi scorrono a schermo nello stesso momento. Il nostro compito è quello di resistere fino al termine della canzone “guidando” al meglio ognuno di questi. Nonostante possano essere cambiati, i comandi basici risultano comunque piuttosto intuitivi. Anche grazie alla mancanza di una quinta nota in gioco, i programmatori sono riusciti a dividere le quattro rimanenti sui tasti che a loro sono risultati più logici. Sinistra e Su per la prima coppia; Triangolo e Cerchio per la seconda. Giù o X, inoltre, per attivare l'Overdrive. Semplice e, iniziali problemi dovuti alla mancanza d'abitudine a parte, funzionale. Dal lato sinistro a quello opposto troviamo, in ordine: basso, batteria, microfono e chitarra. Solo un'ottima esibizione di tutti e quattro eviterà una prematura schermata di Game Over. Come sia possibile suonarli simultaneamente? Tranquilli, nessun miracolo di moltiplicazione dei polpastrelli. Piuttosto, un occhio di riguardo andrebbe alle strofe.
Vedete lo sfondo di colore blu? Significa che siamo nel bel mezzo di un assolo, e che quindi non dovremo preoccuparci degli altri strumenti.
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