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Recensione Resident Evil: Code Veronica

Redazione GamesurfDi Redazione Gamesurf (6 agosto 2000)
Ai tempi degli annunci che precedevano il lancio giapponese del Dreamcast era apparsa una nota da parte della Capcom riportante la notizia che tra i titoli in via di sviluppo per la nuova macchina della Sega c'era un non meglio specificato Resident Evil 4. Ovviamente la cosa destò una certa curiosità non essendo uscito ancora, a quei tempi, un terzo episodio della serie. Presto le nebbie iniziarono a diradarsi e al progetto fu data il nome ufficiale di Resident Evil: Codename Veronica, che non sarebbe stato un vero sequel a livello "numerico" ma uno spin off. Il "4" attribuitogli nella vecchia nota stampa, semplicemente lo indicava come quarto progetto maggiore dedicato a Resident Evil poiché la programmazione di Nemesis (il terzo appunto) era già iniziata. Una particolarità di Codename Veronica riguarda il fatto di essere stato sviluppato da un team della Sega su soggetto e indicazioni della Capcom che ha avuto quindi un ruolo marginale nell'assemblaggio del prodotto. A giovarne è stata la realizzazione tecnica grazie alla maggiore conoscenze dell'hardware del Dreamcast da parte degli sviluppatori interni che, tra l'altro, hanno beneficiato anche della presenza delle nuove librerie grafiche Ninja 2. Codename Veronica è il primo Resident Evil ad usare un motore grafico full 3D con il conseguente uso della grafica poligonale anche per la rappresentazione dei fondali che finora erano stati realizzati come immagini prerenderizzate seguendo l'esempio dell'ispiratore primo Alone in the Dark
Resident Evil: Code Veronica - Immagine 1
Steve Burnside non è certo uno sprovveduto
La storia inizia poco tempo dopo il finale di Resident Evil 2 con Claire Redfield decisa a ritrovare il fratello Chris a costo di mettere sotto sopra tutte le basi dell'Umbrella, la corporazione che ha creato il T e il G-Virus. L'imprudenza però a volte finisce per fare brutti scherzi e così, dopo una rocambolesca fuga negli uffici dell'Umbrella Claire viene catturata e trasportata in una base top secret. Tali avvenimenti sono narrati nell'eccellente filmato iniziale che, oltre a denotare una cura maniacale nei dettagli, vanta una regia di tutto rispetto che in alcuni momenti strizza l'occhio ai film a base di sparatorie diretti da John Woo. Arrivati nel gioco vero e proprio la prima cosa che si nota è la qualità dell'engine poligonale e dei modelli poligonali dei personaggi che, pur non essendo paragonabili a quelli di Shen Mue, sono davvero di ottima fattura e anche il frame rate è piuttosto elevato. A livello di gameplay Codename Veronica è paragonabile più a Resident Evil 2 che a Nemesis. Mancano di fatto alcune possibilità presenti nel terzo episodio della serie come per esempio quella di poter colpire gli zombie con spallate per liberarsi nelle situazioni più problematiche oppure di voltarsi rapidamente attraverso l'opportuna combinazione di tasti
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