E se vi serve altro, il commento è lì per quello.
Volete un consiglio appassionato, decisamente poco professionale e sinceramente di parte? Bene, comprate Rayman, due pile ricaricabili e decidetevi a utilizzare i mezzi pubblici, perché guidare mentre si gioca con un GBC non è consigliabile. Se invece quello che cercate è un'opinione perlomeno più pacata e riflessiva, allora non posso che consigliarvi comunque l'ultima fatica Ubi Soft. Certo, non si tratta di un titolo in grado di rivoluzionare il panorama dei videogiochi o comunque con qualche pretesa di assoluta rivoluzione, ma, per carità, qual è il problema? Rayman riporta alla mente i più riusciti e radicali esempi di giochi di piattaforme degli anni '80, arricchito da una realizzazione grafica di tutto rispetto. Ogni elemento necessario alla buona riuscita di un gioco di piattaforme è qui ottimamente riproposto: concept, struttura dei livelli, sistema di controllo, livello di difficoltà, fattore di rigiocabilità (le gabbie nascoste). Unico appunto, la sottile sensazione di ripetitività che si può provare alla lunga (ma proprio lunga). Per il resto, è tutto grasso che cola.