Tiscali

Recensione Ratatouille

Remy va in città?
Walter Paiano Di Walter Paiano(15 novembre 2007)
C'è un dato che è abbastanza interessante, per quanto riguarda il videogioco ispirato al film “Ratatouille” e cioè che esso è stato sviluppato per ben 12 piattaforme diverse, il che sarebbe un record in generale, ma lo è in special modo per il publisher in questione, THQ.
Questo la dice lunga sulla natura puramente commerciale del prodotto, frutto di una strategia che si pone l'obiettivo di far uscire in contemporanea film e videogioco a esso ispirato (i cosiddetti TIE-IN), tralasciando completamente la qualità e l'originalità.
La versione da noi testata è quella per Xbox 360, una versione controversa a dire la verità: ma andiamo con ordine.
Ratatouille - Immagine 1
Aiutiamo il povero Linguini a fare bella figura!
Ratatouille - Immagine 2
Non sono rare le sequenze in cui dovremo solo scappare
Ratatouille - Immagine 3
Il morso di un cane significa morte certa, mentre, stranamente, i gatti sono meno pericolosi
L'anima di Ratatouille è un gioco di esplorazione in cui impersoniamo Remy, un topolino che aspira a diventare un grande cuoco, similmente a quanto avviene nel film d'animazione marchiato Pixar. Le varie aree oggetto delle nostre esplorazioni contengono degli amuleti che vanno raccolti per poter passare al livello successivo e delle missioni che ci permettono di accumulare alcuni bonus o sbloccare diversi mini giochi.
Il titolo si rivela fin da subito un platform abbastanza semplice, nella quale l'azione più difficile che ci può capitare di svolgere è un salto un po' più ostico, il mantenersi in equilibrio su di una corda o il planare da un'altezza più elevata, sebbene di situazioni per dimostrare la propria abilità il gioco ne è pieno.
In questi frangenti il pulsante A (per saltare) e B (per afferrare sporgenze o corde) sono tenuti continuamente sotto pressione, e l'intero titolo potrebbe ridursi a una corsa di topi con alti e bassi di coinvolgimento e corse al cardiopalma che non sempre filano lisce come l'olio (si veda all'inizio la fuga dalla vecchia, dove ci si incaglia con facilità negli ostacoli del terreno).

I nemici di turno sono dei semplici riempitivi, che vanno aggirati o messi fuori gioco attraverso delle azioni a cui il giocatore viene guidato da una guida eterea, l'ologramma del cuoco preferito di Remy e per il quale dovrà svolgere l'ardua missione di riportare in auge il suo ristorante.
Nel corso dell'esplorazione, inoltre, non ci ritorna affatto utile quel “fiuto” che dovrebbe indicare a Remy la direzione da prendere, né il radar, che non riesce a rappresentare chiaramente obiettivi e punti di interesse; e questo lo vediamo persino in cucina, dove il topo dovrebbe dare il meglio di sé, e dove invece nelle prime fasi ci si limita a spingere barattoli e a spostare ingredienti e in seguito ci si ritrova di fronte a prove di velocità poco originali.
Ratatouille - Immagine 4
Le fogne: Remy le odia e cercherà di staccarsene appena potrà
Ratatouille - Immagine 5
Ancora un bambino un pò bastardello
Ratatouille - Immagine 6
Coltelli da cucina usati per formare un giogo? Tutto è possibile
Il prodotto si profila, in ultima analisi, come un gioco per bambini dall'occhio veloce e dai riflessi pronti, sufficientemente vario ma tutt'altro che originale.
Sono le voci dei protagonisti, tradotte in italiano e abbastanza espressive, che risollevano l'atmosfera generale (anche se l'impossibilità di saltare le sequenze di presentazione è un vero strazio) e che regalano un minimo di coinvolgimento.
Dal menù principale è possibile accedere direttamente a tutti i minigiochi sbloccati ed è possibile sfidare i propri amici, e ciò assicura un certo margine di longevità al gioco, che andrebbe comunque giocato per qualche ora.
L'ambiente di gioco, qui visto dall'inusuale prospettiva di un topo alto meno di 5 centimetri, e che quindi può celare sorprese che sfuggono ad un primo colpo d'occhio, andrebbe comunque vissuto, giusto per vedere quali novità vi si nascondono.

L'offerta grafica della versione 360 è sicuramente superiore, e a tratti anche di pregevole fattura, ma rivela le sue debolezze anzitutto in un motore fisico (l'Havok, qui sfruttato pochissimo tra l'altro) che si limita a simulare il comportamento di pochi oggetti dello scenario, e in molti frangenti nella riproduzione degli oggetti stessi.
Capita di vedere una vite di ferro, una piastrella o un tubo di rame realizzato con dovizia di particolari e effetti all'avanguardia, e poi di doversi sorbire nuvolette di fumo o casse di legno che sembrano uscite da un gioco del 2000.
Si poteva decisamente fare di meglio, anche se l'impegno dei programmatori nel rendere animazioni facciali e movenze quanto più espressive possibili ha dato i suoi frutti, e il povero Remy il suo attimo di gloria riesce a ottenerlo in più di una volta, conquistando, con i suoi occhi favoleggianti e il suo portamento goffo, il cuore non solo dei più piccoli.
6
Potenzialità mal sfruttate o gioco fallito in partenza? Anche se il dubbio rimane i fatti parlano chiaro: Ratatouille è un gioco di esplorazione e di minigiochi, adatto ai più giovani, ma carico di un pizzico di difficoltà e che costringe a usare un minimo di attenzione quando si salta e si vagabonda nello scenario di gioco. Tuttavia, la qualità grafica, così come il grado di divertimento, è altalenante, e a poco vale la buona fattura del doppiaggio o le ottime movenze dei personaggi principali.
voto grafica6
voto sonoro6
voto gameplay5
voto durata5,5
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