EPPURE IL MURETTO NON DOVEVA ESSERCI!
Mettiamo ora da parte l'aspetto tecnico e occupiamoci invece del modello di guida, elemento di assai più fondamentale importanza
Partiamo dicendo che in Rally Masters ci si è ispirati parecchio all'esperienza raggiunta con Motorhead, facendo cioè sì che il comportamento dell'auto fosse piuttosto "morbido" e molleggiato, contrariamente a quanto accade invece nell'antagonista Rally Championship dove le auto tendono ad essere molto più rigide e incollate all'asfalto. Questa scelta fa si che il gioco assuma un aspetto più arcade di quanto in realtà non abbia poiché, una volta presa confidenza con i comandi, ci si rende conto che ai livelli di difficoltà più alti, bisogna comunque stare attenti alle sollecitazioni tipiche di una gara di rally. La guida dei mezzi è decisamente esaltante e gratificante non solo poiché la risposta ai comandi da parte delle auto è (specialmente utilizzando un volante od un joystick analogico) immediata e precisa ma perché si ha la netta convinzione che l'auto subisca e reagisca realisticamente tanto ai comandi del giocatore quanto alle condizioni della pista. Se ad esempio ci si trova a stringere una curva a velocità particolarmente elevate, la forza centrifuga entra impassibilmente in azione facendo alzare l'auto da un lato, non mancando di farla capottare qualora un rilievo particolarmente accentuato ci metta lo zampino. Questi piccoli e apparentemente superficiali particolari sono invece determinanti e fanno la differenza tra una guida arcade ed una realistica, senza contare poi i ben più classici effetti di sovrasterzo e sottosterzo che si possono osservare abbondantemente nel corso della gara