Tiscali

Recensione Project Zero 3

Scatto perfetto? No. Ma la scena immortalata è degna di memoria.
Antonio Norfo Di Antonio Norfo(10 marzo 2006)
Project Zero (o Fatal Frame che dir si voglia) punta molto sulle sensazioni provate da chi gioca e sull'atmosfera messa a disposizione. Confida in una formula che alterna enigmi di facile risoluzione a combattimenti “particolari” e si serve di una struttura di fondo che, almeno per quanto concerne i movimenti dei protagonisti, lo designa fra gli iscritti alla “vecchia” scuola del survival horror.

La macchina fotografica, con cui i personaggi gestiti via pad sono armati, è la prima delle prove a sostegno sia della particolarità del battle system sia dello sgomento di cui la serie è foriera.
C'è, da parte del fruitore, un'invadente sensazione di debolezza, e non certo perché il codice sia avaro di oggetti curativi o perché il game over sia un avvenimento così frequente (molto dipende anche, a tal proposito, dalla difficoltà selezionata).
In effetti, si ha spesso l'ossessione di essere costantemente seguiti (il che è vero specie quando la telecamera tende ad avvicinarsi alle spalle dei personaggi).
Un motivo in più per essere indotti con estrema, irrequieta, naturalezza a credersi alla mercé di questi luoghi infestati, di questa Villa del Sonno al cui interno si è controvoglia ospitati (l'edificio in questione è un maniero antico ed oramai decaduto, edificato secondo stile nipponico ed imbrattato di un rimorso che quasi striscia lungo le pareti).
Project Zero 3 - Immagine 1
Rei Kurosawa (professione fotografa). Ha perso il fidanzato, Yuu Asou, per via di un incidente stradale con lei alla guida. Tempo pochi giorni e vivrà un incubo dal quale rischia di non potersi più svegliare. Contesa dal sonno e dalla veglia è lei l'indiscutibile protagonista del terzo Fatal Frame.
Project Zero 3 - Immagine 2
Forse coscienti del fatto che sotto il profilo prettamente ludico vi siano alcuni deja vu, gli sviluppatori hanno deciso di deliziare i fan con chiari collegamenti alle vicissitudini narrate nel primo Project Zero (non che Crimson Butterfly venga trascurato, beninteso).
Project Zero 3 - Immagine 3
Kei Amakura sposterà quegli oggetti troppo pesanti per Miku (che grazie al fisico minuto può intrufolarsi in stretti cunicoli) e per Rei. Egli saprà altresì sfruttare la sua abilità nel nascondersi (per poi osservare coloro che vanno minacciosamente cercandolo).
E laddove sua maestà Resident Evil 4 ha mostrato le sue debolezze horror sbilanciandosi troppo con un arsenale alla Rambo e con un affluenza eccessiva di nemici (ambedue elementi che causano nocumento non tanto alla difficoltà quanto semmai alla tensione che così viene smorzata eccessivamente), Project Zero 3 si palesa, in questo aspetto, complessivamente più ingegnoso, poiché catapulta il fruitore in un mondo angosciante, conteso dall'incubo e dalla veglia.
Magari i momenti vissuti da svegli, alla lunga, perdono il loro fascino iniziale, sebbene vada detto come, girovagando per casa Kurosawa, alcuni avvenimenti per quanto semplici (strane bambole cui crescono i capelli, visioni, ombre vaganti ed altro ancora) cerchino di contrastare lo scemare del ritmo causato dal fattore investigazione (sviluppare foto scattate da dormienti, rivolgersi a Miku, leggere lettere e preziosi documenti).

Ciononostante, il terzo capitolo della serie in questione inciampa seriamente in un solo punto: nell'insistere, come accennato, su una locomozione oramai desueta.
Voltare direzione e correre sono mansioni qui macchinose le quali, peraltro, non vanno d'accordo con l'imprevidibilità dei nemici che al contrario volteggiano per aria, si scagliano contro le loro vittime, vanno a rilento per poi apparire alle spalle.
E le inquadrature fisse, sì suggestive (merito anche di una direzione artistica encomiabile), spesso impediscono di evitare un fendente che semplicemente non si è potuto vedere.
Project Zero 3 - Immagine 4
Rei si risveglia nella sua cameretta (con un tatuaggio che si propaga sempre più sul corpo). Alla lunga il pendolarismo fra la dimensione reale e quella onirica perde il suo fascino, sebbene qualche evento tenti di portare in casa Kurosawa quella sensazione di angoscia provata con più costanza nella Villa del Sonno.
Project Zero 3 - Immagine 5
Il moto dei fantasmi è per la maggiore imprevedibile. Talvolta statici, talaltra indemoniati. Delle volte pronti a svanire nel nulla per poi sbucare alle spalle dei protagonisti, delle altre irruenti e decisi nel fronteggiare faccia a faccia quei fotografi vivi ed indesiderati.
Project Zero 3 - Immagine 6
Anche in The Tormented attendere il momento propizio per attaccare si traduce in danni maggiori inferti ai fantasmi. I punti così ottenibili saranno maggiori di quelli che si avrebbero, altrimenti, con scatti frettolosi. Apprezzabili le brevi combo effettuabili, così come i poteri speciali pian piano messi a disposizione.
Nel complesso, tuttavia, è questo un titolo convincente, se non altro per la varietà che impongono tre personaggi (con tanto di approcci all'azione ed all'esplorazione diversificati) e rispettive Macchine Obscure in dotazione (da upgradare separatamente con la consueta spesa di punti e con gli immancabili utensili dispensati dal gioco). Merito anche, ovviamente, di quanto si è detto nelle righe precedenti.

Per quanto concerne infine la trama, aldilà di quanto si è scritto nelle didascalie di questa pagina, sarebbe sgradevole anticipare qualcuno dei tratti che realmente la contraddistinguono.
Non manca il linguaggio formulare già usato in Crimson Butterfly e nel primissimo episodio: ossia tematiche folcloristiche miste ad altre più psicologiche ed intime (quali ad esempio il dolore provato nel separarsi dai cari).
Certamente il modo con cui il racconto è imbastito è degno di riconoscimenti, ma non solo per qualità prettamente narrative.
Perché un videogioco si giudica da ben altre componenti, ed esso vince, a maggior ragione se di matrice avventurosa, quando riesce nel far immergere il fruitore in una situazione di fantasia (rompete l'incantesimo della “credulità” -ossia il credersi parte, in quel momento, di quel mondo- ed il gioco è spacciato).
Project Zero 3 - Immagine 7
Esattamente come nei precedenti episodi le leggende che accompagnano il viaggio dei nostri protagonisti verrà riportato su alcuni appunti che potranno essere consultati in qualsiasi momento e che in alcuni casi contribuiranno alla soluzione dei puzzle.
Project Zero 3 - Immagine 8
Ecco un principio di connessione con le vicende di Project Zero 2. The Tormented si configura come ideale chiusura della trilogia Tecmo e tocca moltissimi punti lasciati in sospeso dai precedenti episodi.
Project Zero 3 - Immagine 9
Siamo all'inizio del gioco. La prima sessione all'interno della Villa del Sogno aiuta il giocatore a prendere confidenza con i comandi e con il sistema di gioco.
7,5
Entrare nella Villa del Sonno, intraprendendo il viaggio nel castello della paura edificato da Makoto Shibata, è senz'altro un'esperienza da provare, quantomeno per chi si diletta con il genere, quel survival horror scosso alle fondamenta dal quarto Bio Hazard firmato Kobayashi/Mikami. Ma laddove sua maestà Resident Evil 4 ha mostrato le sue debolezze horror sbilanciandosi troppo con un arsenale alla Rambo e con un affluenza eccessiva di nemici (ambedue elementi che causano nocumento non tanto alla difficoltà quanto semmai alla tensione che così viene smorzata eccessivamente), Project Zero 3 si palesa (in questo aspetto) complessivamente più ingegnoso, poiché catapulta il giocatore/personaggio in un mondo angosciante, conteso dall'incubo e dalla veglia. C'è un'invadente sensazione di debolezza, e non certo perché il codice sia avaro di oggetti curativi o perché il game over sia un avvenimento frequente (molto dipende anche, a tal proposito, dalla difficoltà selezionata). Va bene: le incursioni nel mondo reale (in casa Kurosawa) alla lunga perdono il loro fascino iniziale e, si badi, la locomozione macchinosa non aiuta Temco nel raggiungere mete ludico-qualitative più alte. Non sarà uno scatto perfetto, ma la scena immortalata è davvero degna di memoria.
voto grafica8
voto sonoro8
voto gameplay7,5
voto durata7,5