Sotto questo punto di vista il team di sviluppo ha saputo compiere un lavoro di conversione praticamente perfetto, offrendo nello specifico sia le medesime features pre-gara (moduli di gioco, atteggiamento dei giocatori, schemi) che soprattutto la meccanica in game tipica del gioco firmato KCEE. E così, movimenti di squadra, atteggiamento (sovrapposizioni, tagli) ed intelligenza artificiale dei giocatori controllati dalla CPU si traducono in pratica con un'azione di gioco “in sintonia” con lo sviluppo stesso della partita, esattamente come le capacità tecniche e balistiche di ogni singolo atleta, capaci proprio come nel calcio reale di alternare a seconda delle proprie caratteristiche dribbling ubriacanti e tiri all'incrocio dei pali ad errori macroscopici ed interventi a dir poco scomposti. Non da meno è la “caratterizzazione” dei diversi team, capaci di proporre soluzioni di attacco e di difesa variabili in funzione del tasso tecnico e atletico della squadra. Tecnicamente parlando il lavoro del team Konami è indubbiamente degno di nota. Graficamente Pro Evolution Soccer 6 si presenta infatti del tutto identico alla versione home, tanto per la qualità delle textures (eccettuato un leggero flickering sugli atleti) che soprattutto per il livello delle animazioni dei giocatori, capaci di correre, dribblare e tirare con assoluta disinvoltura. Non da meno è l'ottimo impatto visivo sia per quanto concerne il design dell'unico stadio disponibile che per la riproduzione del manto erboso e delle maglie dei giocatori, del tutto fedeli alle rispettive controparti reali.
Sempre a proposito di note positive da rimarcare l'ottima fisica del pallone, mentre in senso negativo si segnala la presenza di sporadici quanto preoccupanti cali di framerate riscontrabili sia in occasione dei calci piazzati in area che durante alcune fasi di gioco sulla linea mediana del campo.Capitolo a parte merita invece il discorso legato al sistema di controllo. Come è noto, uno dei maggiori punti di forza della serie Pro Evolution Soccer su PS2 è sempre stato il perfetto connubio fra il gioco firmato Konami ed il control-pad di casa Sony, capace di assecondare le innumerevoli azioni disponibili in game attraverso la perfetta mappatura degli otto principali tasti di azione. La mancanza su PSP di un sistema di controllo altrettanto funzionale, fattore determinato per lo più dalla necessità di riconfigurare l'intero set di comandi su “appena” sei pulsanti, unitamente alla presenza di un control stick non propriamente preciso, non consente di fatto di aver su Playstation Portable il medesimo feeling riscontrabile invece su PS2, sensazione che diventa in taluni casi vero e proprio dramma specie per chi è abituato a fare dello scontro uno contro uno la propria arma vincente.
In sintesi
Konami prosegue il lavoro iniziato un anno or sono con il primo capitolo di Pro Evolution Soccer su PSP, proponendo in questa nuova versione un gioco finalmente non più orfano della principale modalità in Single Player, la Master League. Detto questo restano sia le ottime impressioni per ciò che concerne il sistema di gioco e le novità sotto il profilo contenutistico, che ahimé i “soliti” dubbi circa la qualità di un sistema di controllo ancora una volta non propriamente all'altezza della situazione.
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Konami prosegue il lavoro iniziato un anno or sono con il primo capitolo di Pro Evolution Soccer su PSP, proponendo in questa nuova versione un gioco finalmente non più orfano della principale modalità in Single Player, la Master League. Detto questo restano sia le ottime impressioni per ciò che concerne il sistema di gioco e le novità sotto il profilo contenutistico, che ahimé i “soliti” dubbi circa la qualità di un sistema di controllo ancora una volta non propriamente all'altezza della situazione.



